I medici hanno revocato il provvedimento contro i membri dell’IPS ma “sono rimasti feriti”

I medici hanno revocato il provvedimento contro i membri dell’IPS ma “sono rimasti feriti”
I medici hanno revocato il provvedimento contro i membri dell’IPS ma “sono rimasti feriti”

Lo scambio di accuse e avvertimenti tra il Circolo Medico di Salta e l’Istituto Provinciale di Salute è stato il fattore comune che in quest’ultimo ha generato un conflitto di dimensioni che ha messo in dubbio la continuità delle prestazioni mediche ai membri dell’assistenza sociale provinciale a partire da lunedì prossimo.

Succede che di fronte alla denuncia dei medici di un grosso debito per pratiche che la provincia aveva da febbraio, ieri mattina l’IPS è uscito per smentire i professionisti e avvisare che avrebbero “adottato misure” per garantire la prestazione ai suoi iscritti , precisando che fino a quel momento il ritardo nel pagamento di tali prestazioni era stato di sole 72 ore. Ore prima, il Medical Circle aveva assicurato che il debito ammontava a circa 1.000 milioni di dollari per pratiche di ogni tipo e solo per il mese di febbraio, per le quali, a partire dalla prossima settimana, avrebbero iniziato a addebitare i costi delle visite ai membri dell’IPS.

L’assistenza sociale provinciale ha ripudiato il provvedimento comunicato dal Circolo medico, sostenendo che “ad oggi ci sono solo 72 ore di ritardo nei pagamenti rispetto al calendario stabilito” e ritiene che la decisione dei medici sia stata “eccessiva”.

“Misura irrazionale”

L’IPS ha inoltre chiarito che “il provvedimento intempestivo e irrazionale non è stato formalmente comunicato” e che merita “la risposta più vigorosa e l’avvio delle pertinenti azioni amministrative e/o legali”.

Ha aggiunto che “la catena di pagamento non è mai stata interrotta” e che se i medici – come hanno avvertito – avessero proceduto a chiedere 7.000 dollari per una consulenza ai loro membri, sarebbero “in violazione dell’accordo e delle norme attuali”.

In chiusura, l’assistenza sociale provinciale si è rammaricata che “i suoi membri vengano utilizzati come ostaggi” e ha affermato che “si stanno adottando i mezzi necessari per garantire un’assistenza normale e portare tranquillità alla gente”.

Dopo questo scambio, nella tarda ora di ieri pomeriggio il conflitto sembrava concluso con la notizia che l’opera sociale aveva depositato i fondi reclamati, mentre il Circolo medico ha revocato il provvedimento annunciato per lunedì prossimo. Ma l’entità Galena non ha perso l’occasione di rilasciare un’altra dura dichiarazione in risposta alle affermazioni dell’IPS.

Risposta dal Circolo Medico di Salta

“Alla luce delle pubblicazioni dell’IPS, il Circolo Medico di Salta riferisce che: Il riconoscimento fatto nella pubblicazione del mancato pagamento di sole 72 ore, dimostra la mendacità delle dichiarazioni dell’IPS, poiché risulta chiaramente che i servizi sociali provinciali il lavoro è in ritardo nel pagamento delle prestazioni” hanno indicato.

Successivamente hanno precisato che “il Circolo Medico ha agito secondo i poteri contrattuali e di legge, avendo eseguito la citazione stragiudiziale con le dovute diffide, motivando che venerdì 10 l’opera sociale ha versato le prestazioni richieste, essendo questa e nessun’altra ragione per questo il taglio del credito non sarà formalizzato».

Successivamente hanno affermato: “Neghiamo categoricamente che le azioni del Circolo Medico siano state premature e irrazionali, poiché si sono svolte precedenti riunioni con le Autorità dell’IPS, non solo per il mancato pagamento, ma perché non adeguano le tariffe delle prestazioni a un livello dignitoso valori, dimenticando che per i medici hanno carattere nutrizionale”.

“Colpisce l’insensibile qualificazione rivolta alle autorità del Circolo e ai suoi associati, medici che hanno prestato servizi durante tutta la pandemia di COVID 19 senza alcun tipo di riduzione del loro impegno, mettendo a rischio la propria salute per i beneficiari dell’opera sociale. sforzo che dura fino ad oggi, ma non ha mai ottenuto il riconoscimento da parte delle autorità provinciali e specificatamente dell’IPS” in termini di valori di beneficio. La crisi economica colpisce tutti allo stesso modo e colpisce direttamente i fornitori di servizi sanitari che, nonostante le continue rivendicazioni, non hanno visto i loro onorari aggiornati al tasso di inflazione. Di conseguenza emerge che l’insensibilità è da parte dell’Agenzia dello Stato e non da parte nostra.”

Infine, hanno sottolineato che “lo stato di allerta sarà mantenuto finché l’IPS non riconoscerà i valori minimi di prestazione che garantiscono la dignità del lavoro medico”.

 
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