Il protezionismo e le tariffe che l’Unione Europea (UE) intende imporre sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina sono politiche commerciali che, per la cancelliera, rendono i prodotti più costosi e impoveriscono la società. “Non ho dubbi che continueremo a essere all’avanguardia dell’industria automobilistica in questo secolo se ci concentreremo sul progresso e sull’innovazione”, ha commentato, invocando un commercio più giusto e libero a livello internazionale. Al momento, i calcoli pubblicati – riferisce Europa Press – stimano che l’impatto di questi ostacoli commerciali con la Cina potrebbe costare a Pechino quasi 4 miliardi di dollari (più di 3.600 milioni di euro). Secondo l’ultima analisi sull’economia globale del Kiel Institute, il numero di veicoli elettrici cinesi importati nell’UE si ridurrebbe di un quarto – circa 125.000 auto – se Bruxelles imponesse una tariffa del 20%.
Gli Stati Uniti, invece, applicheranno l’aumento delle tariffe dal 25% al 100% per l’importazione di veicoli elettrici dalla Cina a partire dal prossimo 1 agosto, quando entreranno in vigore anche gli aumenti sull’acquisto di batterie, microchip per l’industria tecnologica . e prodotti medici, in conformità con le intenzioni pubbliche dell’ufficio del rappresentante commerciale degli Stati Uniti.
Al momento la Cina non ha annunciato ufficialmente alcuna ritorsione, anche se Pechino si è detta disposta a imporre dazi fino al 25% sulle auto importate con motori di grossa cilindrata, che colpirebbero soprattutto Mercedes-Benz e BMW.
Secondo Dataforce, i veicoli elettrici prodotti da marchi cinesi come MG e BYD rappresentavano poco meno del 9% dei veicoli a batteria venduti in Europa nel 2023. Anche se questa cifra dovrebbe aumentare fino a circa un quinto della quota di mercato del vecchio continente entro il 2027, secondo le stime di Trasporto & Ambiente.
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