Esplode la stanchezza nelle aziende private per il diluvio di contratti dall’Amministrazione al settore pubblico

Esplode la stanchezza nelle aziende private per il diluvio di contratti dall’Amministrazione al settore pubblico
Esplode la stanchezza nelle aziende private per il diluvio di contratti dall’Amministrazione al settore pubblico

In una vignetta molto celebrata su Internet, utilizzata per sottolineare quando due idee o entità sono molto simili, due Spidermen si puntano l’uno contro l’altro. Qualcosa di simile è accaduto negli ultimi anni di fronte a una vera e propria valanga di appalti da parte dello Stato, delle comunità autonome e delle amministrazioni locali alle proprie aziende pubbliche, nel pieno dello sbarco dei fondi europei Next Generation.

Dal 2021 al 2022, l’utilizzo delle risorse proprie da parte delle amministrazioni, cioè l’utilizzo di imprese a capitale pubblico, è cresciuto del 77%: da 1.888 a 3.346 ordinanze, secondo i dati dell’Agenzia Ufficio Indipendente di Regolazione e Vigilanza sugli Appalti (OIReScon). E l’importo è schizzato del 350%, passando da 589 milioni a 2.631. Cifre in contrasto con quelle registrate, ad esempio, nel 2018, quando furono pubblicate solo commissioni dai propri media per un valore di tre milioni di euro. Un incremento che, in cinque anni, si aggira intorno all’87.600%.

«Quello che c’è dietro è un errore, un presunto risparmio di scadenze. “Vorrei vedere se esiste davvero”, spiegano a El Debate dal Associazione degli ingegneri consulenti dell’Andalusia (Asica). “E, in termini di costi, garantisco che le tariffe pubbliche sono più elevate rispetto a quelle del bando, tra il 40 e il 50% in più rispetto a un’offerta privata nel caso di Ineco”, affermano il presidente di Asica, Ignacio Sánchez de Mora e Andrés .

Il settore privato denuncia da anni il crescente ricorso alle risorse proprie da parte dell’Amministrazione. Nel 2022 le autonomie sono state l’organizzazione che ha realizzato più ordini per i propri media, 1.479, il 44,20%. Seguono lo Stato, con 1.209, il 36,13%, e gli enti locali, con 658, il restante 19,67%.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso nelle ultime settimane è stata la possibilità che fosse la società pubblica Ineco ad aggiudicarsi il progetto di un ponte da un milione di dollari a Siviglia, come ha precisato nei giorni scorsi il delegato del governo andaluso a Siviglia , Pedro Fernández, non ha ancora deciso. Tra il 2018 e il 2023 è aumentata l’impresa pubblica di ingegneria, dipendente dai Trasporti più del 60% del suo fatturatopassando da 273,79 milioni a 442,48.

“Un’irresponsabilità”

Piove, in ogni caso è bagnato. Già in febbraio la Confederazione nazionale delle costruzioni metteva in discussione l’abuso del ricorso alle risorse proprie, “una vera irresponsabilità che elimina il principio della libera concorrenza e della capacità e porta allo scioglimento o al fallimento di migliaia di piccole e medie imprese del settore”. Ora, il CEOE ha portato la situazione alla Commissione Europea, in una lettera, riportata da El Confidencial, indirizzata al commissario alla concorrenza, Thierry Breton. Nella lettera alla quale El Debate ha avuto accesso, i datori di lavoro deplorano l’abuso di una figura, il ricorso alle proprie risorse, che secondo la legislazione dovrebbe essere limitato a casi eccezionali.

«La Corte dei Conti non ha smesso di avvisare. Anche la CNMC e l’OIReScon. E non succede nulla”, lamenta Sánchez de Mora. Per questo Asica sta preparando, con la collaborazione di due professori, un autorevole parere che sarà presentato a Bruxelles per fronteggiare la cataratta dei contratti con il settore pubblico, che l’Esecutivo giustifica con l’urgenza di sbloccare i fondi europei Next Generation prima di la scadenza di agosto 2026.

Allo stesso tempo, il settore sta registrando un calo degli investimenti in infrastrutture, ancora lontani dai livelli raggiunti prima della crisi finanziaria. Nello specifico, il 65% in meno, come evidenziato lunedì dall’associazione delle imprese di costruzione e concessionari di infrastrutture, Seopan. Il suo presidente, Julián Núñez, ha affermato che l’essenziale adesso “è poter spendere fino all’ultimo euro dei fondi europei”, cosa che lascia dubbi con le scadenze attuali.

 
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