World Press Photo si tira indietro e non consentirà l’uso di immagini AI in nessuna categoria

Un’immagine generata dall’intelligenza artificiale potrebbe vincere una World Press Photo? Anche se il nome stesso del concorso sembra far capire che si tratta di fotografia e non di immagini generate dall’intelligenza artificiale, qualcuno nell’organizzazione del concorso di fotogiornalismo più conosciuto al mondo ha ritenuto opportuno porre la domanda. E metti il ​​dibattito sul tavolo.

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Una questione talmente controversa che in poche ore ha dovuto ricredersi. Dopo aver annunciato nuove regole che consentivano l’uso di strumenti di intelligenza artificiale in alcune categorie, World Press Photo ha appena annunciato che invertirà e tralascerà tutte le immagini generate utilizzando questa tecnologia.

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In appena un decennio siamo passati dalla discussione sui limiti della modifica di un RAW al permettere che un’immagine generata dal computer venga considerata fotogiornalismo? Che dire del ‘Libro di Veles’ di Jonas Bendiksen che denuncia la notizie false basandoti su immagini false sai già poco e devi fare un ulteriore passo avanti?

Impossibile non porsi queste domande alla luce della decisione della World Press Photo, che da un lato vieta completamente l’intelligenza artificiale e qualsiasi strumento di editing basato su di essa nel suo concorso, ma ha dato il via libera al suo utilizzo all’interno del programma “Open formato”. categoria”.

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«Fotocamere basate sull’ottica»

Una sezione relativamente recente e quasi sempre circondata da polemiche in cui si lascia più spazio all’editing creativo, si permettono montaggi e collage e, in definitiva, si diluiscono le regole classiche del fotogiornalismo sull’aggiunta o la rimozione di elementi. L’immagine di Yael Martínez (World Press Photo 2022) che appare sulla copertina dell’articolo ne è un buon esempio.

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boriseldagsen-SWPA-2023-IA Questa immagine generata dall’intelligenza artificiale e scelta ai Sony World Photo Awards è stata già fonte di polemiche quest’anno.

Considerando che in questa categoria è consentito aggiungere testi o grafica, l’intelligenza artificiale è solo uno strumento in più, hanno riflettuto i responsabili di World Press Photo. Naturalmente, a una condizione: la base doveva rimanere una “fotografia realizzata con una macchina fotografica basata sull’ottica”, hanno precisato.

Curiosa definizione, tra l’altro, riferita alle fotocamere in contrapposizione a non sappiamo bene cosa. E che dire dei fori di spillo?, potrebbe chiedere qualcuno che voglia rendere più severe le regole del World Press Photo. Dopotutto si tratta di fotocamere senza ottica, ma non sembra che questo sia il dibattito adesso.

In breve, sia l’uso di strumenti basati sull’intelligenza artificiale sia l’inclusione di elementi creati dall’intelligenza artificiale come parte di una composizione sarebbero stati perfettamente validi nel World Press Photo all’interno di quel formato aperto.

Una discussione durata qualche ora. Le dure critiche alla decisione e, soprattutto, il ruolo e la responsabilità di World Press Photo nel difendere la fotografia dalle immagini basate sull’intelligenza artificiale sembrano aver superato la volontà dell’organizzazione di alimentare una controversia che di per sé è già piuttosto complessa.

 
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