Il delirante discorso presidenziale | Cinema. Anteprima di “Un sistema di volo spaziale”.

Il delirante discorso presidenziale | Cinema. Anteprima di “Un sistema di volo spaziale”.
Il delirante discorso presidenziale | Cinema. Anteprima di “Un sistema di volo spaziale”.

L’attuale edizione dei Bafici vede la partecipazione di diverse produzioni di Santa Fe e tra queste c’è Un sistema di volo spaziale, un cortometraggio diretto da Julián Pérez Cantón e Lautaro González de Cap, di Anoche Films, con Emiliano Dasso, Jorge Marcote, Ángel Fernández e Ariel Tarico. Domani sarà presentato in anteprima (alle 21,55 al Cinépolis), con proiezioni il 26 aprile (alle 19 al cinema Gaumont) e il 28 aprile (alle 13,40 al Cine Arte Cacodelphia). Come promette la sinossi: “Il film racconta la storia del discorso presidenziale più delirante della storia argentina”.

“Il film racconta il famoso discorso che il presidente Carlos Menem pronunciò nel 1996, ubriaco di potere, quando disse che sarebbe stata installata una piattaforma per il volo spaziale nella provincia di Córdoba. Da allora ha attirato la mia attenzione e ho pensato che fosse bello completare quella storia con un po’ di finzione, ecco perché il film unisce fatti reali e finzione per ritrarre la storia mai raccontata del discorso presidenziale più delirante del XX secolo,” dice Julián. Pérez Canton a Rosario/12.

“Fino a non molto tempo fa era il discorso più delirante, perché forse adesso, nel XXI secolo, è più in basso nella classifica. Ma è stato uno dei più deliranti. E c’era qualcosa che in qualche modo sospettavamo: sentivamo che poteva succedere quello che ci sta succedendo adesso, e per questo ci siamo affrettati a realizzare il corto. Non volevamo dedicare troppo tempo allo sviluppo, volevamo dipingere quell’epoca e creare una sorta di specchio di ciò che sta accadendo adesso. Abbiamo visto molta rilevanza in questo, è stato come un piccolo viaggio nel futuro, pensando che quello che è successo, succederà, si ripeterà. E ci stiamo affrettando a renderlo disponibile adesso, per vedere se possiamo fare qualcosa a memoria”, aggiunge Lautaro González de Cap.

-Avvicinarsi agli eventi storici da una prospettiva immaginaria è molto attraente e, per il caso scelto, sembra inevitabile pensarci con umorismo.

Julian Pérez Canton: -Trovo la risorsa molto interessante, proprio come fa Tarantino C’era una volta a Hollywood con il caso di Sharon Tate, al quale aggiunge nuovi tocchi. Ho pensato che fosse bello sollevarlo qui. Il film racconta una piccola frazione della vita di Osvaldo, sceneggiatore disoccupato che aspira a lavorare a Hollywood, appassionato di fantascienza, Guerre stellari, dalla NASA. Grazie a suo zio, che lavora nelle alte sfere del potere, trova lavoro come scrittore, ma tenendo discorsi presidenziali. E incontra una sfida. Ma dopo diversi errori, perché il protagonista è un po’ goffo. Gli offrono un’ultima opportunità: scrivere un discorso presidenziale epico che rimarrà per sempre nella memoria argentina.

-Riprendi anche un altro discorso, tristemente famoso, quando Menem sbaglia ciò che sta leggendo.

Lautaro Gonzalez de Cap: -Forse non sapeva nemmeno dove fosse. Andare in un posto, leggere un discorso senza sapere dove ti trovi, non puoi sbagliare! Devi sapere cosa stai dicendo, perché lo hai scritto tu. E quella realtà finisce per diventare fittizia. Oggi succede la stessa cosa: tutti dicono che questo è un delirio, che è un sogno, e quello che succede non ha più alcun pregiudizio della realtà.

-C’è una scena notevole, quando Osvaldo – che non parla mai – va dal suo psicanalista.

Pérez Canton: -In generale, quando vediamo scene come questa nei film o in televisione, il paziente parla e lo psicologo dorme, ma in questo caso abbiamo fatto il contrario. Chi parla è lo psicologo, e racconta il messaggio; Fa piangere perfino Osvaldo. L’attore Ángel Fernández, che è psicoanalista, ha partecipato alla sceneggiatura, perché logicamente, per scrivere un romanzo sulla psicoanalisi, bisogna conoscere l’argomento. E una delle cose che ci venne in mente fu che ci sarebbero stati dei silenzi imbarazzanti, tipici di una vera seduta. Questo disagio mette il freno a mano sul ritmo vertiginoso delle reti, perché porta lo spettatore a vedere una scena che avviene in tempo reale.

Anoche Films ha altre produzioni proprie: le serie televisive Detective delle ricette (2018), il cortometraggio Inconscio (2019), la serie web Psicoanalisi senza filtro (2020), il documentario Domenica (2021). Ora aggiunge Un sistema di volo spaziale, con la gradita notizia della sua selezione per Bafici 2024. “Ad Anoche abbiamo due divisioni. Da un lato quello dedicato a tutti i tipi di contenuti, e quello che ci permette di realizzare altri progetti più personali. Abbiamo questo tipo di equilibrio, poter vivere e andare al supermercato, ma anche non smettere di fare le cose che ci piacciono. Sedersi con Lautaro, prendere un caffè, parlare di idee e scrivere sceneggiature, è la cosa che ci piace di più. Pensiamo a progetti da quando avevamo sei anni, ora ne abbiamo 40 e ci conosciamo parecchio. Comprendiamo bene in cosa ciascuno è bravo e ci completiamo a vicenda”, afferma Pérez Cantón.

Un sistema di volo spaziale È una delle sei produzioni di Santa Fe che fanno parte della programmazione dell’attuale Bafici, dove presenteranno anche in anteprima: l’inferno dei vividi Alberto Gieco; Gombrowicz o Immaturitàdi Nicolas Valentini; L’alfabeto dei nessuno, di Gustavo Galuppo Alive; e La gauchada, di Juan Follonier e Gastón Calivari.

 
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