“L’Avana di Fito. Il documentario”, uno sguardo alla cultura cubana | A partire da questo giovedì nelle sale della catena Cinépolis

“L’Avana di Fito. Il documentario”, uno sguardo alla cultura cubana | A partire da questo giovedì nelle sale della catena Cinépolis
“L’Avana di Fito. Il documentario”, uno sguardo alla cultura cubana | A partire da questo giovedì nelle sale della catena Cinépolis

A partire da giovedì 2 maggio, il film sarà visibile in tutte le sale della catena Cinépolis. L’Avana di Fito. Il documentarioche si è inserito nella programmazione della recente edizione di Bafici, e ruota attorno ad un ampio convegno organizzato nel 2017 dal artista di Rosario e il regista del film, Juan Pin Villar, nella capitale cubana. È successo sulla terrazza di un albergo, approfittando di una visita del musicista nella nazione caraibica. Secondo il regista, la registrazione audiovisiva di questa intervista inizialmente doveva lasciare un prezioso archivio per i suoi nipoti. Tuttavia, durante la pandemia, il suo connazionale, il produttore Rafael Figueredo, gli ha suggerito di richiedere un fondo per trasformare quelle ore di conversazione in materiale cinematografico.

A parte il dialogo tra i due, L’Avana di Fito comprende testimonianze di Pablo Milanés, Cecilia Roth, Carlos Alfonso e Ele Valdés (entrambi membri del leggendario gruppo cubano Síntesis), l’attore Luis Alberto García Novoa, la scrittrice Wendy Guerra e Rafa Escalona (membro della Rete di giornalisti musicali di Ibero-Spagna) America). Il documentario è, in definitiva, un documento inestimabile sulla storia e la cultura cubana, dal punto di vista di un abitante della città e di un cittadino del mondo. Anche se rivela anche l’influenza del musicista, cantante e compositore argentino sulla scena musicale di quel paese, e il peso che hanno avuto gli artisti cubani nella loro formazione.

La prima volta che Villar e Fito parlarono della possibilità di realizzare questa registrazione audiovisiva avvenne dopo la morte di Santiago FeliO. E fu proprio questa figura irrinunciabile della Nuova Trova cubana a presentarli nel 1987. L’autore di “Vengo ad offrire il mio cuore” era sbarcato per la prima volta all’Avana come atto internazionale del rinomato Festival di Varadero. È arrivato all’evento dopo l’omicidio delle sue zie a Rosario, grazie alla mediazione di Pablo Milanés, che ha finito per rafforzare il rapporto tra regista e musicista. Da quel momento in poi l’artista instaurò un forte legame affettivo sia con il pubblico cubano che con l’ambiente artistico locale.

Il cantautore argentino fu particolarmente segnato da quell’esordio a Cuba, che si concretizzò subito dopo nel suo album in studio EHI! (1988). Lo testimonia il brano “For Seven Lives (Hunting)”, attraversato da ritmi afro-caraibici e per il quale ha invitato una sezione di fiati cubana. Oltre a ciò, Villar, che era a Buenos Aires per la prima del suo film, ha ricordato che in quel primo passo attraverso il suo paese Fito ha potuto conoscere in prima persona la realtà dell’Avana. Lo ha fatto attraverso conversazioni e incontri avuti per strada non solo con l’ambiente artistico, ma anche con i comuni cittadini. Ciò gli ha permesso di costruire una propria versione della realtà locale. E lo ha confermato ancora una volta nella sua seconda visita in quel Paese.

Queste riflessioni sono esposte nel film, la cui prima è stata censurata nell’aprile 2023 dalle autorità culturali cubane. Ciò ha scatenato una polemica che ha suscitato l’indignazione dello stesso Fito, che si è espresso sulla questione, affermando che coloro che hanno disapprovato la proiezione del film “non rappresentano il popolo cubano”. Mentre l’evento acquisiva rilevanza internazionale, il governo decise di trasmettere il documentario incompleto alla televisione statale, senza l’autorizzazione dei realizzatori, come decise in una lettera firmata da 600 artisti, tra cui il trovatore Silvio Rodríguez e l’attore Jorge Perugorriadenunciando “errori” e “procedure simili” che “sono diventate sistematiche” nel cinema cubano.

Páez, che ha dedicato una canzone alla capitale cubana, “Habana”, nel suo album aprilee (1999), interrogato da Villar in uno dei passaggi del documentario, riguardo ai cambiamenti che ha visto all’Avana dalla sua prima volta lì, risponde: “Questo (riferendosi alla città) è puro splendore. Spero che quando lo cambio, non possa essere sovrascritto. “Non credo che l’intellighenzia cubana lo permetterà.” A parte la sua première il 2 maggio, L’Avana di Fito Verrà proiettato nuovamente martedì 6 e mercoledì 7 maggio, alle 21, nelle sale della catena Cinépolis. Sarà un’occasione unica per apprezzare un artista in stato di grazia in lotta tra crudezza e amore.

 
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