La magia dell’emozione (e le proporzioni, tutto sommato) hanno aiutato molti di noi a realizzare l’effetto in questione fino ad ora.
Dico sempre che l’emozione è la migliore alleata di un regista e di tutta la squadra responsabile di un film, e non solo perché è il tassello essenziale che ogni produzione deve avere per funzionare correttamente e risuonare con il pubblico. Si pone anche come un alleato inaspettato quando si tratta di nascondere alcuni errori involontaricome gli errori raccordo soluzioni tecniche e visive meno raffinate di quanto desiderabile.
Il caso che vi riporto di seguito, lungi dal poter essere considerato un “errore” comune – cosa che non è – rientra quei trucchi che il team degli effetti visivi è costretto a fare per superare una ripresa complicata. Si trova in uno dei momenti più intensi del magnifico “Avengers: Infinity War” e molti di noi hanno impiegato circa sei anni per realizzarne l’esistenza.
La manina!
Per assistere al pasticcio in questione dobbiamo affiancare Iron Man e Spider-Man dopo che Thanos ha schioccato le dita con il Guanto dell’Infinito ormai completo. Come sai, Peter è stato una delle vittime del declino demografico pianificato dal Titano Pazzo e Tony non può fare altro che cercare di confortarlo, anche mettendo una delle sue mani sul torso del ragazzo. mentre aspettano l’inevitabile.
Dopo pochi istanti, il supereroe ragno comincia a scomparire con l’iconica trasformazione in cenere. Anche se si tratta solo di pochi secondi, questo momento rappresenta un lavoro considerevole per i responsabili degli effetti visivi, che hanno riscontrato un problema inaspettato: La mano di Robert Downey Jr. sul corpo di Tom Holland e la necessità di rimuoverlo dall’equazione per non trasformare il compito di evaporare quest’ultimo in qualcosa di ancora più complesso.
La soluzione, così come si è diffusa sulle reti negli ultimi giorni, lasciando di stucco buona parte del fandom, non è stata altro che convertire la mano in un’immagine statica e farla uscire dall’inquadratura con un movimento tremendamente artificiale e robotico—quasi come Poochie che torna sul suo pianeta ne “I Simpsons”—. Per fortuna si tratta di un piccolo dettaglio nascosto dall’emozione… e da un altro alleato inaspettato.
È molto probabile che tu non abbia notato questo effetto fino ad ora, non perché non hai prestato abbastanza attenzione in quel momento, ma a causa del lavoro e della magia delle proporzioni. Le proiezioni cinematografiche di “Infinity War” avevano proporzioni di 2,39:1 che permettevano di vedere solo un paio di dita di Iron Man, mentre nella versione IMAX, in 1.90:1 e con i margini superiore e inferiore dell’immagine ingranditi, puoi vedere fino al polsorendendo in questo modo la disposizione ancora più evidente.
Comunque sia, questo è un nuovo esempio di come una buona narrativa, una buona costruzione dei personaggi e buone interpretazioni siano in grado di mascherare e non lasciare più nel secondo, ma nel terzo o quarto piano, qualsiasi elemento dissonante che possa fare la sua apparizione tanto che molti lo additano con timore ad un toro molto passato.
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