Nel documentario recentemente pubblicato I nastri di Rosa Peral, Netflix offre una nuova prospettiva sul celebre caso che scosse la Spagna nel 2017. Attraverso testimonianze esclusive e materiale inedito, la produzione indaga le vicende del caso Guardia Urbana che ha segnato una pietra miliare nella cronaca nera spagnola.
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La premiere della serie qualche settimana fa Il corpo in fiamme con Ursula Coberó (la famosa Tokio in La casa di carta), ricrea in forma immaginaria il caso di cui è protagonista Rosal Peraluna donna della guardia urbana di Barcellona condannata per un crimine con il suo amante.
Peral, incriminato per l’omicidio di Pedro Rodríguezmembro del Guardia Urbana, rompe il silenzio dell’isolamento in una nuova puntata documentaria. L’evento, avvenuto il 4 maggio 2017 a Barcellona, ha scosso la nazione spagnola, ora raccontata in una serie di otto episodi con Corberó nel ruolo principale, che ha recentemente debuttato sulla piattaforma.
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I registi Manuel Pérez e Carles Vidal Novellas affrontano questo caso da una prospettiva diversa. Per la prima volta, Peral condivide la sua versione dei fatti in un ambiente intimo, accompagnata da interviste con persone della sua cerchia più stretta, rappresentanti legali e personalità di spicco del giornalismo che hanno seguito da vicino il caso.
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Durante il processo giudiziario del 2020, Rosa Peral e Alberto Lopez, nonostante si accusassero a vicenda, furono giudicati colpevoli da una giuria popolare, ricevendo condanne rispettivamente a 25 e 20 anni di prigione. La risoluzione giudiziaria ha evidenziato l’aggravante della parentela nel caso di Peral. Inoltre, la sentenza prevedeva un risarcimento pari a 885.000 euro, ripartiti tra i parenti più prossimi della vittima e un ex compagno. Dopo aver scontato la pena detentiva, dovranno sottoporsi a dieci anni di libertà vigilata, mantenendo una distanza minima di mille metri dai parenti del defunto.
Sì ok I nastri di Rosa Peral recentemente inserito nel catalogo della “N rossa”, ha già generato una serie di critiche, oscillanti tra approvazione e disapprovazione. Alcuni siti hanno affermato che la produzione non riesce ad analizzare le varie sfaccettature del caso. Al contrario, in altre pubblicazioni, sono state applaudite la narrazione profonda e le interviste inclusive presentate nel documentario.
Il luogo Fuggitivi, da parte sua, ha evidenziato il pezzo come un potente commento su come i media possano promuovere stereotipi ingiusti e favorire la disparità di trattamento all’interno del sistema di giustizia penale. Tuttavia è stata espressa anche insoddisfazione, sottolineando la mancanza di prove convincenti nello sviluppo della trama.
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Puoi guardare questo documentario e Il corpo in fiamme In Netflix.