Ismail Haniyehcapo dell’ala politica del gruppo islamista Hamasha dichiarato martedì di essere vicino al raggiungimento di un punteggio di accordo di tregua con IsraeleDopo mese e mezzo di uno guerra che ha provocato più di 14.500 morti, la stragrande maggioranza dei quali nel Striscia di Gaza.
Il movimento ha dato la sua risposta ai fratelli del Qatar e ai mediatori, e siamo vicini a raggiungere un accordo di tregua”, ha detto Haniyeh, da anni in esilio in Qatar, in una breve dichiarazione pubblicata su Telegram.
Israele ha dichiarato guerra a Hamas il 7 ottobre dopo un attacco del gruppo islamico che prevedeva il lancio di razzi e l’infiltrazione di circa 3.000 militanti che hanno massacrato circa 1.200 persone e rapito più di 240 nei villaggi israeliani vicino alla Striscia di Gaza.
Da allora le forze aeree, navali e terrestri israeliane hanno contrattaccato l’enclave palestinese, dove si contano già più di 13.300 morti, la maggior parte dei quali bambini e donne, nonché più di 6.500 dispersi che potrebbero essere sotto le macerie, secondo il numero di le vittime potrebbero essere ancora più alte.
A ciò si aggiungono decine di migliaia di feriti e oltre 1,7 milioni di sfollati – più di due terzi della popolazione totale – che vivono nel mezzo di una grave crisi umanitaria a causa della carenza di acqua, cibo, elettricità, medicine e carburante.
In questo contesto, la pressione internazionale per un cessate il fuoco è diventata sempre più intensa, e la settimana scorsa il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato una risoluzione per stabilire pause di guerra e corridoi umanitari a Gaza dopo quattro tentativi falliti dall’inizio del conflitto.
-Israele, che ha promesso di porre fine ad Hamas – un gruppo che considera terrorista come gli Stati Uniti e l’Unione Europea – ha finora rifiutato un cessate il fuoco e ha addirittura respinto la risoluzione delle Nazioni Unite, sostenendo che “è disconnesso dalla realtà”. senso.”
-Ma anche all’interno dei confini israeliani si sentono pressioni per un cessate il fuoco, soprattutto da parte dei parenti degli ostaggi catturati da Hamas, che chiedono una tregua in cambio del ritorno dei loro cari.
Lunedì sera, in una caserma militare a Tel Aviv, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahue il suo gabinetto di guerra, hanno incontrato le famiglie degli ostaggi.
Il presidente ha assicurato che i due obiettivi delle forze israeliane nella Striscia di Gaza sono la distruzione di Hamas e il salvataggio degli ostaggi e che entrambe le missioni hanno la stessa importanza.
Ciò ha suscitato l’ira di molti parenti, i quali ritengono che la priorità debba essere il salvataggio degli ostaggi, anche se questo significa negoziare con Hamas.
Con informazioni da EFE