Secondo il relatore generale della società civile del Bihambwe, Telesphore Mitondeke, gli abitanti dell’insediamento spontaneo di quella cittadina non ricevono aiuti dall’inizio di ottobre e vivono in condizioni precarie, alcuni in rifugi di fortuna e altri senza riparo.
Le famiglie provengono da Kitshanga, Burungu, Kausa, Petit Masisi, Ruvunda e altri luoghi, e si sono stabilite sulle colline del Bihambwe, ma sono private di tutto e praticamente indifese, motivo per cui la società civile teme possibili epidemie.
Languiscono in una miseria senza precedenti, ha sottolineato Mitondeke, aggiungendo che i bambini, le donne, gli anziani e la popolazione in generale sono esposti a tutti i rischi possibili, motivo per cui ha chiesto misure umanitarie urgenti per aiutare queste persone.
Altre oltre 1.250 famiglie sfollate vivono da settimane senza aiuti umanitari a Kaimana, cittadina situata a 70 chilometri da Beni, sempre nella provincia del Nord Kivu.
-La società civile del gruppo Banande-Kainama ha riferito a Radio Okapi che questi sfollati sono fuggiti dagli attacchi dei ribelli delle Forze Democratiche Alleate (ADF) a Batonga e Tondoli.
-Il presidente della società civile della comunità, Jonas Zawadi, ha sottolineato che gli sfollati vivono nelle scuole e presso famiglie ospitanti, ma ha sottolineato che non hanno assistenza né altro, poiché le loro case sono state bruciate e hanno abbandonato le loro case. di notte, senza portare nulla con sé.
Kainama non ha mai ricevuto aiuti umanitari, ha aggiunto, e ha sostenuto che gli aiuti non arrivano perché considerano la zona poco sicura; La situazione però sta diventando insostenibile.
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