Tappa 1 Magellano: Il Cile chiede all’Argentina la costruzione militare nel nostro territorio | bbcl_investigates

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Con grande clamore, l’Argentina ha celebrato l’inaugurazione delle sue nuove e tecnologiche strutture presso il “Maritime Traffic Surveillance and Control Post Milestone 1”. Queste strutture, donate da privati ​​alla Marina argentina, presentano problemi: in primo luogo, sono state costruite al confine della divisione con il Cile senza preavviso o dialogo, e in secondo luogo, la costruzione ha superato più di 3 metri all’interno del territorio cileno.

Radio Bío Bío, allertata della situazione, che sebbene sia apparsa sui media del paese vicino senza alcun riferimento al fatto che la costruzione occupa territorio nazionale, ha consultato il Ministero degli Affari Esteri, il quale ha confermato che “il Ministero degli Esteri è consapevole della situazione. La Direzione Confini e Limiti ha effettuato una verifica sul campo”.

Aggiungono inoltre che “successivamente è stata inviata una comunicazione formale al Ministero degli Esteri argentino in cui si informava che detta società dispone di una piccola parte delle sue strutture in territorio cileno. Aspettiamo la risposta del governo argentino. L’obiettivo finale è che l’azienda regolarizzi la propria situazione”. Comunicazione che alla chiusura di questa edizione non aveva ricevuto risposta.

Quello che è successo

Lo scorso 29 aprile, la Marina argentina ha materializzato, con canti e addestramenti militari, l’inaugurazione delle sue nuove strutture in un luogo molto particolare: la pietra miliare 1, che divide il suo Paese dal Cile.

Le unità inaugurate sono venute per rinnovare il Posto di Sorveglianza e Controllo del Traffico Marittimo (PVYCTM) Milestone 1. In questa occasione, la Marina argentina ha ricevuto una “donazione” di due moduli abitativi dalla Fondazione Mirgor e attrezzature energetiche fornite dalla società Total Energies.

Questi sono stati installati vicino al confine con il Cile e parte di quella costruzione si è aggiunta agli schermi fotovoltaici che forniscono elettricità e autonomia ai militari argentini nel loro posto di osservazione.

La cerimonia è stata presieduta dal Comandante dell’Area Navale Meridionale (ANAU), il Commodoro della Marina José Alberto Marti Garro. Ad accompagnare il Commodoro c’erano la Presidente della Fondazione Mirgor, Mercedes Rotondó; il suo Direttore, Soledad Bertona; e la responsabile Public Affairs di Total Energies, Claudia Borbolla. Erano presenti anche la Ministra provinciale dei Lavori Pubblici, María Gabriela Castillo; il Segretario di Stato per la Sicurezza, José Díaz; e varie autorità dell’Austral Marine Infantry Force, insieme ad ospiti speciali.

L’evento è iniziato con il canto dell’Inno Nazionale, seguito da un’invocazione religiosa da parte del Cappellano Guido Casillo, che ha benedetto i moduli abitativi. Durante il suo discorso, il Comandante dell’ANAU, Commodoro Marti Garro, ha espresso il suo orgoglio per questo risultato, sottolineando che il progetto di rivalutazione del PVYCTM Milestone 1 è iniziato appena un anno fa. Inoltre, ha sottolineato la collaborazione disinteressata della Fondazione Mirgor, Total Energies e dei suoi partner Wintershall Dea e Panamerican Energy, come riportato da La Gaceta de Argentina.

Marti Garro ha dichiarato: “Questa iniziativa migliorerà le condizioni di abitabilità, funzionamento e sostenibilità della posta, costituendo un esempio di lavoro congiunto tra le istituzioni dello Stato Nazionale e il contributo delle imprese private. Il lavoro costituisce un chiaro esempio di sinergia, che si concretizza nel lavoro di imprese di costruzione e manodopera specializzata con sede nella provincia della Terra del Fuoco, in Antartide e nelle Isole dell’Atlantico meridionale”.

Come riportato dallo stesso mezzo, la direttrice Claudia Borbolla di Total Energies ha sottolineato l’importanza di queste azioni: “Queste azioni, a sostegno della Marina argentina, ratificano il nostro impegno in questa regione dove siamo presenti da 45 anni, e sono chiaramente in in linea con la nostra strategia multi-energia, a dimostrazione del valore offerto dalle soluzioni energetiche sostenibili”.

Da parte sua, Mercedes Rotondó, Presidente della Fondazione Mirgor, ha dichiarato: “Alla Fondazione siamo profondamente orgogliosi di formalizzare la donazione di questi due moduli sviluppati dal nostro team di ingegneri e prodotti da fornitori locali. Dal nostro posto cerchiamo di contribuire con il nostro granello di sabbia e di ringraziare l’incommensurabile lavoro svolto ogni giorno da ciascuna delle persone che fanno parte della Marina del nostro Paese, difendendo la nostra Patria”.

I moduli abitativi donati dalla Fondazione Mirgor sono trasportabili e sono stati progettati per soddisfare le esigenze del personale della Marina Militare nel PVYCTM Hito 1, dove viene effettuato il monitoraggio satellitare dello Stretto di Magellano. Questi moduli sono stati prodotti con fornitori locali e hanno la capacità di utilizzare energia convenzionale o sostenibile. Total Energies, oltre a fornire materiali, ha installato un sistema di generazione di elettricità rinnovabile supportato dalla generazione di gas e ha donato materiali per mobili, garantendo la fornitura permanente di acqua potabile e servizi di gas.

Questa donazione migliora significativamente la qualità della vita del personale della Marina argentina, che trascorre 30 giorni nella postazione, contribuendo alla difesa degli interessi marittimi argentini nella provincia della Terra del Fuoco, in Antartide e nelle Isole dell’Atlantico meridionale.

L’iniziativa argentina, pur celebrata a livello locale, ha provocato disagio in Cile, visti i delicati equilibri geopolitici della regione. Le autorità cilene sperano che questo sviluppo non pregiudichi la collaborazione e le relazioni bilaterali sulle questioni di sicurezza e controllo marittimo.

Cile nei guai

Anche se il Ministero degli Esteri non ha ancora preso una decisione in merito, poiché ha dichiarato di attendere la risposta, sono molti che avvertono che il segnale deve essere fermo. Tra questi punti, si chiede l’immediata demolizione di quanto è stato costruito nella nostra sovranità.

Le stesse fonti aggiungono che i fatti non possono essere ignorati e tanto meno visti come un errore, dal momento che la politica di difesa dello Stato argentino parla da anni di “spazio condiviso” riferendosi allo Stretto di Magellano.

Inoltre, nel 2021, sotto il secondo governo di Sebastián Piñera, l’Argentina di Alberto Fernández ha pubblicato un documento in cui si stabiliva la politica militare di quel paese, avvertendo espressamente e direttamente che lo Stretto di Magellano doveva essere condiviso.

Il documento, rivelato allora da El Clarín, affermava che “Uno degli spazi comuni che è essenziale continuare a rafforzare è quello dell’esplorazione, studio e controllo congiunto dello Stretto di Magellano e del Mare di Hoces, spazi strategici sia per il loro ruolo di vie navigabili naturali tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico, sia per costituire punti di accesso privilegiati al continente antartico”, si legge nel documento firmato dallo stesso Presidente della Repubblica argentina, Alberto Fernández.

 
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