Recensioni di libri, la storia di un dipinto e di una famiglia « Diario La Capital de Mar del Plata

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In “La vita in prosa”, Vari testi ricreano la vita, la famiglia, gli affetti e le preferenze di Flavio Fabian Seijo Santagadaex professore universitario di Mar del Plata che, a sua volta, è curatore del dipinto “Nostalgia de Departure”, opera pittorica del 1660 dell’artista Diego Velazquez.

Nato a Buenos Aires nel 1963, l’autore spiega come è arrivato in possesso di questo prestigioso dipinto. E lo fa in un lungo scritto intitolato “Argentina, Italia e il mare”. Il saggio è stato presentato al Concorso Letterario Scientifico, patrocinato dall’Ufficio Scientifico dell’Ambasciata Italiana in Argentina.

Dai “vaporetos” degli anni Cinquanta che partivano dal porto di Napoli o Genova, all’arrivo dei loro “nonno” con la ricca tradizione della cultura italiana, il saggio racconta la storia dell’immigrazione in Argentina attraverso vari personaggi della sua famiglia.

E collegalo viaggio dall’Europa all’Argentina, sradicandosicon il tema di quella famosa opera d’arte.

“Nel XVII secolo, L’Italia veniva considerata la culla del Barocco e Caravaggio si distinse tra gli altri in campo pittorico e con lui la sua scuola, maestro di innumerevoli artisti dell’epoca, ma uno di loro si distinse, uno di loro viaggiò più volte per mare dalla natia Spagna alla sua maestra Italia: Don Diego di Velázquez da Silva”, ha scritto.

L’autore mantiene in tutto il suo racconto il rapporto tra il passato dell’opera e il presente della sua famiglia. “Anche don Diego ha lasciato in eredità, ha lasciato in eredità le sue opere che hanno diffuso la scuola italiana ‘tra luci e ombre’, tra i suoi coetanei, ha lasciato in eredità il suo inconfondibile codice delle maschere veneziane.”

“Uno di loro ha solcato lo stesso mare, ha respirato la stessa nostalgia, ha ascoltato la stessa musica dal transatlantico ed è partito mano nella mano con un altro sogno di origine spagnola per innaffiare queste nuove terre con un tocco di imperialismo storico rinnovata con martinetti e doppio gradino.”

Lo nota “il mare è stato ancora una volta testimone”: del viaggio di suo nonno, del viaggio di questo dipinto e del suo. “Era il 1998 e potevo comprendere appieno la sua nostalgia, anch’io ne piangevo, vibravo anche con il corno rauco delle navi di Napoli. Lì in quel viaggio ho sentito empatia con la mia cultura attraverso le mie vene, ho apprezzato in prima persona Caravaggio ed è iniziato il contatto con l’Italia e il suo lavoro”, racconta.

Racconta anche tutto il percorso del famoso dipinto in Europa e a Mar del Plata: nel 2003 fu esposto all’Università Tecnologica Nazionale, poi all’Hotel 13 de Julio, finché non venne creata un’associazione che permise di gemellare la città di Mar del Plata con quella di San Marco Argentano, evento avvenuto nel 2005, tra altri onori che ebbero Seijo Santagada e il dipinto. Il dipinto faceva parte anche dell’inaugurazione del Passeggiata culturale e commerciale di Aldrey.

“Il mare ha portato, il mare non smette di arrivare, il mare ci ha amalgamato, il mare ci invita a sognare, il mare ha lavorato, il mare ha pianto.“Il mare offre la sua musica che di tanto in tanto rimbomba contro le fiancate salde delle sue navi che portano nostalgia, quella di allora, quella di oggi, quella di domani”, ha indicato.

 
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