LA BREZZA DELLA BAIA (183). Il libro e il tempo

LA BREZZA DELLA BAIA (183). Il libro e il tempo
LA BREZZA DELLA BAIA (183). Il libro e il tempo

*Ha scritto Franz Kafka del 27 gennaio 1904: «abbiamo bisogno di libri che abbiano su di noi l’effetto di una sventura dolorosissima, come la morte di qualcuno che amavamo più di noi stessi, come un esilio nelle foreste lontano da ogni essere umano, come un suicidio; Un libro deve essere un’ascia da conficcare nel mare ghiacciato che è dentro di noi. Questo è quello che penso”. (EL PAÍS, Babelia, 4 maggio 2024).

**Ha scritto Parodia di Eduardo In PAESE il 9 marzo 2024: “Perché non vi siete organizzati in tutto questo tempo e non avete affermato, con brutale determinazione, che per costruire una società sana, la maggior parte del tempo di veglia quotidiano non può essere occupato dal lavoro, ma dai bambini (o altro? tu vuoi)?”

E credo che entrambi dicano cose simili in tempi diversi ed eterni. Non sappiamo se la lettura debba essere ciò che sostiene Kafka: crediamo che esageri: l’enorme numero di lettori spiega pienamente esemplari di ogni tipo, classe e condizione; e tentare di offrire una classificazione sembra un compito davvero impossibile. D’altro canto, il tempo ci viene nascosto troppo spesso e, ultimamente, le grandi aziende tecnologiche sono determinate a derubarcelo. il tempo perduto: trascorriamo le ore migliori della giornata lavorando e producendo; Non so se stiamo vivendo: vogliamo crederlo. È vero che ciascuno conduce la propria esistenza come Dio gli fa capire. Ma il fatto di conoscere opinioni diverse e diverse è come entrare in un’altra dimensione: ci sono sempre persone che ci offrono i loro diversi punti di vista e, in realtà, non ci lasciano indifferenti, anche se non era questa la loro intenzione iniziale.

In questi tempi di costante manipolazione delle informazioni, è una fortuna che ci siano persone dotate di giudizio (a volte ritornano dal passato) che ci fanno sentire che il lettura e il tempo Sono la stessa cosa. Il fatto che le opinioni si mantengano a più di un secolo di distanza tra loro è una fortuna che serve a far capire che il tempo è un’entelechia, che ci sono sempre stati pensatori e opinionisti sensati e semplici, dove si accentua la quotidianità più chiara. in un parco dove i bambini non smettono di correre e saltare. E il trambusto ricorrente.

E tutto questo è rilevante perché alcuni di noi hanno l’abitudine di leggere, di conservare per un momento, quando sarà il momento, la notizia che ci fa riflettere, cercando di riversare in essa, o accanto ad essa, la particolare visione di questo appassionato scrittore. Non so se mi spiego.

Juan FERRERA GIL

 
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