I cinque libri essenziali di Francisco Rico | Babelia

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I cinque libri essenziali di Francisco Rico | Babelia

Una raccolta dei libri più importanti del filologo e membro della Reale Accademia della Lingua Francisco Rico (1942-2024) dovrebbe includere numerosi titoli, data la loro rilevanza. Tuttavia, quelli descritti di seguito sono adatti a tutti i tipi di pubblico, che è ciò che conta per identificare dove si trova una persona veramente saggia.

Anche i più riluttanti a leggere le cose vecchie possono cadere nelle grinfie del Lazzarillo, se sono rimasti. Ma se lo fanno, c’è una felice estensione di ciò…

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Una raccolta dei libri più importanti del filologo e membro della Reale Accademia della Lingua Francisco Rico (1942-2024) dovrebbe includere numerosi titoli, data la loro rilevanza. Tuttavia, quelli descritti di seguito sono adatti a tutti i tipi di pubblico, che è ciò che conta per identificare dove si trova una persona veramente saggia.

Il romanzo picaresco e il punto di vista (Seix Barral, 1970)

Anche i più riluttanti a leggere le cose vecchie possono cadere nelle grinfie del Lazzarillo, se sono rimasti. Ma se lo fanno, c’è una felice estensione di quel piccolo romanzo che continuerà a sfogliare il libro misterioso con l’aiuto di Il romanzo picaresco e il punto di vista: svela liberamente e spontaneamente alcuni dei segreti che spiegano l’efficacia di questo miracolo letterario e pone l’accento su chi scrive, da dove e perché; Che senso ha raccontare una vita in prima persona, infilando insieme fatti molto noti e cose della tradizione letteraria per finire con il dare una sorta di giustificazione morale (e legittima) all’esistenza (al culmine di ogni buona sorte) ) di un povero pigro.

Il sogno dell’umanesimo: da Petrarca a Erasmo (Alleanza editoriale/Destino, 1993)

Sono d’accordo che questo saggio non sia facile e immediatamente accessibile, ma è l’approccio più colto al significato del movimento culturale che iniziò in Italia nel XIV secolo e continua felicemente a mutare fino ai giorni nostri. Gli sforzi di restaurare il classicismo dell’antichità greco-latina di umanisti come Petrarca o Pietro Bembo si uniscono a progetti didattici che ci facciano tutti un po’ meno asini e che conducano direttamente a una scolarizzazione precoce e prolungata basata sui modelli antichi e sui loro successori. moderno. Basta saltare le citazioni qua e là in latino perché lui stesso le incorpora già nel testo: il miglior specchio per comprendere il cuore che batte nell’Illuminismo ed esplode nelle società occidentali del nostro tempo. La pietra angolare del progetto c’è ancora, anche se sembra mancare: l’educazione alla cultura umanistica, qualunque essa sia in ogni fase della sua lunga storia.

Don Quijote della ManciaMiguel de Cervantes (Edizione della casa editrice Crítica / Instituto Cervantes, oggi nella RAE, di Don Chisciotte de la Mancha, due volumi, 1998 e RAE / Santillana, 2004)

Per riassumere l’impressionante labirinto di edizioni che portano il nome di Francisco Rico, si può dire che ce n’è una gigantesca e monumentale che si trova oggi nella collezione di classici della RAE e ce n’è un’altra, quella che egli amava di più. – che porta solo il proprio prologo e le sue note, spogliate dello schiacciante apparato di erudizione, di studi e di collaboratori che il grande porta con sé. Quest’ultimo è per pazienti, filologi e altri tipi di esperti; l’altro è leggere nel miglior modo possibile Chisciotte secondo l’intenzione di Cervantes quando scriveva e l’annotatore Rico era particolarmente attento a far sì che al lettore moderno non sfuggissero i doppi sensi, i giochi di parole, le implicazioni che ci sono invisibili. Era orgoglioso di entrambi, ovviamente, ma quello che preferiva davvero era il suo: per il lettore comune.

I discorsi del gusto: appunti su classici e contemporanei (Destino, 2003)

La virtù della divulgazione non è un dono di natura ma una finalità professionale, d’ufficio: un testamento. E Francisco Rico l’ha avuta fin dall’inizio, anche se aveva anche l’idropisia dell’ultraerudizione. La cosa meravigliosa è che è riuscito a liberarsene per raccontare al comune lettore di libreria come sono e quali sono le virtù di alcuni dei maggiori classici antichi e moderni della letteratura spagnola a partire dal Medioevo. Avere la possibilità di ascoltare durante la lettura approfonditi apprezzamenti su Jorge Guillén intrecciati con un’altra nota su Jaime Gil de Biedma mentre si perde tra i versi di Fray Luis de Léon, si trova di fronte al Don Juan di Zorrilla o Prowls di Eduardo Mendoza non possono che essere definiti lusso culturale.

Una lunga fedeltà: filologi e affini (Cliff, 2022)

Poiché questo umanista integrale non aveva intenzione di lasciare un’autobiografia capovolta, perché sarebbe tutto un’invenzione, la cosa più vicina a quel dono si trova nel libro che raccoglie episodi forti del suo percorso di vita attraverso una serie di profili di insegnanti, amici, filologi e scrittori che è irresistibile. A volte sono ritratti, a volte articoli o recensioni, ma in quasi tutti si respira un soffio di veridicità e rispetto per l’amicizia e l’ammirazione personale e intellettuale. Ci sono profili che il lettore farà bene (anche qui) a saltare per passare ad altri personaggi e capitoli più vicini, più divertenti o curiosi, come quelli di Martín de Riquer, o Mario Vargas Llosa, o Claudio Guillén, o María Rosa Lida de Malkiel, o José-Carlos Mainer, è meglio leggerli per intuire qualcosa dell’intimo del personaggio, per una volta esposto quasi in pubblico.

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