Libro “Twin Peaks. Field Guide”: Catturare il Lynchian

Libro “Twin Peaks. Field Guide”: Catturare il Lynchian
Libro “Twin Peaks. Field Guide”: Catturare il Lynchian

David Lynch deve essere uno dei pochi registi che è riuscito a trasformare il suo cognome in un aggettivo. Quando ci riferiamo a lui diventa impossibile non pensare a tutto il mondo sotterraneo che ha creato, un misto di innocenza e terrore, che ci dà la possibilità di entrare nelle sue opere da molteplici punti di riflessione. Qualcosa che, potremmo dire, fa di lui un artista che espande il suo lavoro ad ogni passo.

Uno di questi vantaggi è dato da quello che, a questo punto, è un classico televisivo. Twin Peaks, mostrato per la prima volta nel 1990, tratta dello strano omicidio di Laura Palmer nella città di Twin Peaks, anche se col tempo sveleremo altri misteri contenuti in quella comunità. Ciascuno dei suoi personaggi nasconde qualcosa a cui possiamo accedere, ma che non sempre riusciamo a intravedere appieno.

Per questo motivo, l’incarico proposto dallo scrittore Martín Sepúlveda – che, come lui stesso sottolinea, “è nato dopo la prima della serie” – insieme all’illustratore Fa Casol, è alquanto avventato. Senza voler essere uno studioso dell’universo lynchiano, Sepúlveda propone un libro che costituisce una guida per entrare in quel mondo, comprendendo che uno dei tanti modi per farlo è, appunto, attraverso i suoi personaggi.

Il libro si intitola “Twin Peaks. Field Guide” (Editoriale Santiago-Ander, 2024), ma soprattutto è una riflessione sul posto di ciascuno di loro in un cosmo che, sviluppato dal suo direttore, dispiega tutti i suoi mezzi.

Considerando i molteplici percorsi che la serie ci offre – inclusa la stagione 2017 e il film complementare – è questa una guida per comprendere la serie? La scommessa è che… no. Come abbiamo detto in precedenza, allo scrittore non interessa stare sul palco dell’esperto e forse è per questo che questo libro è così interessante. Lo sguardo dell’autore, in questo caso, è attraversato anche da sensazioni trasmesse fin dall’infanzia, dalla cinefilia ereditata dai genitori e dalla musica di Angelo Badalamenti, qualcosa che va oltre il mero rapporto con l’opera di David Lynch. Si tratta, più che altro, della stessa cosa che accade a chi genera un rapporto con la cinematografia. Ha a che fare con la vita.

Se c’è qualcosa che riflette le decisioni dell’autore riguardo a questa guida, è la sua definizione di “personaggio”. Al di là del cliché “i paesaggi sono personaggi”, l’autore installa i diversi luoghi e le confraternite di Twin Peaks come spazi che riescono a generare in sé un arco di sviluppo.

Nella città, la sua caffetteria, il bordello, il bar per motociclisti e, d’altra parte, le sue organizzazioni segrete di polizia, taglialegna e altro, rappresentano organismi che mutano man mano che la serie avanza. Con grande precisione, Sepúlveda si prende anche il tempo di segnalarli, capendo che senza quei luoghi una parte importante della narrazione risulta dislocata. I suoi spazi sono la scacchiera dove si muoveranno i protagonisti.

“Non chiedetelo a me, non lo so neanche io”, recita il prologo scritto dall’autore, in quella che potremmo definire una dichiarazione di principi. E forse la chiave è questa: assumere questa guida non come un percorso da seguire, ma come un modo per darci il piacere di conoscere o riconoscere – a seconda dei casi – un piccolo prisma di un enorme universo che ci aspetta. , e che Martín Sepúlveda, con tutta la sua ammirazione al seguito, ha cercato, con grande successo, di trasmettere ai suoi lettori.

 
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