Consultazione e post-consultazione ordinata allo Yukpa per 5 miniere di carbone a Cesar

Consultazione e post-consultazione ordinata allo Yukpa per 5 miniere di carbone a Cesar
Consultazione e post-consultazione ordinata allo Yukpa per 5 miniere di carbone a Cesar

La Corte Costituzionale ha ordinato al Ministero degli Interni, alla Drummond Ltda., alla Prodeco SA, all’Autorità Nazionale per la Licenza Ambientale, all’Ufficio del Procuratore Generale e all’Ufficio del Difensore Civico di consultare preventivamente la comunità indigena Yupak riguardo a cinque progetti di minatori che avanzano nella loro territorio.

Allo stesso modo, ha ordinato al Ministero dell’Agricoltura di garantire il rispetto delle procedure di espansione, igiene e delimitazione del territorio della comunità indigena secondo un approccio etno-differenziale. L’ordinanza è stata emessa a causa dell’inadempimento dell’Agenzia nazionale del territorio, alla quale la Corte aveva imposto tale mandato nella sentenza T-713 del 2017.

Le ordinanze sono state emesse nell’ambito della revisione di un’azione di tutela intentata da sei persone, in qualità di governatori delle popolazioni indigene, contro la Direzione dell’Autorità nazionale di consultazione preventiva del Ministero dell’Interno, l’Autorità nazionale per le licenze ambientali, l’Agenzia nazionale di Minería, Prodeco SA e Drummond Ltda., ritenendo che l’esecuzione dei progetti minerari sia stata effettuata senza che fosse stata consultata la comunità indigena.

I governatori hanno chiesto la sospensione delle licenze dei progetti minerari e l’avvio di un processo di consultazione preventiva. In primo e secondo grado hanno negato la tutela, ma la Settima Sezione di Riesame, con presentazione del giudice Paola Andrea Meneses, ha revocato le decisioni.

La Camera ha stabilito che la situazione sociale e culturale della popolazione Yukpa è critica e versa in un allarmante stato di mancanza di protezione. Nella sua analisi, ha riscontrato che la violazione del diritto alla consultazione preventiva si è concretizzata nell’impossibilità di accedere ai luoghi sacri della comunità, nella mancata risposta alle richieste volte ad ottenere il riconoscimento del territorio ancestrale Yukpa e nel notevole impatto che I progetti estrattivi hanno avuto ripercussioni sulla sicurezza alimentare delle popolazioni indigene, cosa particolarmente evidente nel tasso di mortalità dei bambini Yukpa.

Riguardo a quest’ultima questione, sulla base delle prove raccolte, la Corte ha riscontrato cambiamenti significativi nell’ambiente, nei fiumi, nella qualità dell’aria e nella varietà delle specie di fauna e flora. Tali modifiche colpiscono gravemente la comunità Yukpa a causa della loro condizione di popolo nomade, che ottiene i propri mezzi di sussistenza sfruttando i luoghi in cui vive. Pertanto, i cambiamenti causati dallo sfruttamento delle cinque miniere hanno causato (i) minacce alla loro sicurezza alimentare e (ii) la comparsa o l’aggravamento di malattie che causano un numero crescente di morti di bambini indigeni.

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Per la Corte è chiaro che la violazione si è concretizzata nel ritardo nel riconoscimento del territorio ancestrale, che diventa una situazione grave che ostacola la possibilità di garantire il diritto alla consultazione preventiva del popolo Yukpa.

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Allo stesso modo, l’impatto diretto si concretizza, secondo la Camera, nel fatto che l’esecuzione delle mine impedisce l’accesso delle comunità indigene ai loro luoghi sacri. Inoltre, l’attività mineraria nel territorio genera cambiamenti nella flora, nella fauna, nella qualità dell’aria e nell’uso del suolo che modificano l’ambiente e, di conseguenza, incidono sulla sicurezza alimentare della città.

Per la Corte, questi impatti sull’ambiente hanno influito sulla salute della comunità e hanno generato la morte di ragazzi e ragazze a causa di malattie prevenibili. Da quanto sopra risulta evidente che è stato violato il diritto della comunità alla consultazione preventiva. Per questo motivo, la Camera ha ordinato che venga elaborato uno scenario post-consultazione in cui le parti, attraverso il dialogo, decidano quali sono le misure di etnoriparazione che consentono il risarcimento del danno causato.

In uno scenario del genere, è necessario prendere in considerazione l’entità di ciascun progetto, il tempo in cui è stato in esecuzione e il numero di fonti idriche che sono intervenute nel suo sviluppo. Allo stesso modo, deve essere garantita l’effettiva partecipazione del popolo Yukpa, affinché le misure concordate rispondano alle particolari esigenze e richieste della comunità indigena.

Sentenza T-375 del 2023

La deputata Paola Andrea Meneses

 
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