Più di 30 anni fa, con la Convenzione di Rio del 1992, gli Stati hanno riconosciuto che il modo migliore per affrontare le questioni ambientali è la partecipazione di tutti i cittadini interessati. In quella stessa sede internazionale, è stata aperta alla firma la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici con l’obiettivo di stabilizzare le concentrazioni di gas serra (o GHG) a un livello tale da impedire l’interferenza umana “pericolosa” nel sistema climatico.
Con il passare degli anni, le informazioni scientifiche sull’impatto umano sulle condizioni ambientali globali aumentano e le conseguenze si fanno sentire in tutte le regioni del mondo. Ciò è evidente nello scioglimento dei poli, nell’innalzamento del livello del mare e nell’esposizione a fenomeni meteorologici sempre più intensi che espongono le persone a rischi e minacce, come gli spostamenti forzati, di fronte ai quali gli Stati hanno il dovere di rispondere.
Il Cile non è estraneo a questa realtà, per le caratteristiche del territorio, è altamente vulnerabile ai cambiamenti climatici e i suoi effetti si manifestano nella vita quotidiana delle persone: in riferimento a ciò, l’indagine Datavoz, commissionata dalla ONG FIMA, ha evidenziato che il 71% delle persone consultate ha risposto che il cambiamento climatico influisce sulle loro vite. In questo modo, affrontare il cambiamento climatico sempre più pressante, come ogni decisione ambientale, richiede che una cittadinanza informata e autorizzata partecipi e chieda responsabilità ai governi riguardo alle azioni che intraprendono o non intraprendono.
Nel caso del Cile, si è deciso di rispondere a questo problema attraverso la Legge quadro sui cambiamenti climatici (LMCC), promulgata nel giugno 2022. Questa legge richiede una serie di norme per la sua piena attuazione e validità. modifiche che, ai sensi del terzo articolo transitorio della LMCC, dovevano essere emanate entro il primo anno dall’entrata in vigore, cioè entro il 13 giugno 2023.
In questo contesto nasce Climate Action – From Said to Done (DDAH), una proposta che mira a fornire informazioni chiare e comprensibili sullo stato di avanzamento e sul rispetto degli obiettivi da parte dello Stato del Cile nel contesto dell’attuazione della Legge Quadro del cambiamento climatico. Questo studio ha rivelato che il 35,9% delle norme che ne consentiranno l’attuazione sono ancora in sospeso.
--L’analisi, promossa dalla Fondazione Cittadinanza Intelligente, dal Centro di Resilienza Climatica (CR2) e dalla Fondazione Friedrich Ebert in Cile, con la collaborazione del Centro di Diritto Ambientale (CDA), “Our Green America” (NAVE) e la ONG FIMA si propone fornire ai cittadini uno strumento con informazioni chiare e comprensibili che consenta alle persone di partecipare e chiedere azioni urgenti riguardo al cambiamento climatico.
Sebbene siano stati compiuti progressi, c’è ancora del lavoro da fare per garantire che l’LMCC sia pienamente in vigore e raggiunga i suoi obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Poiché questo ritardo va contro il senso di urgenza che l’emergenza climatica pone oggi.
L’impegno della società civile, dei cittadini e delle organizzazioni, nel rafforzare l’accesso alle informazioni e alla responsabilità, è essenziale per mantenere la pressione e garantire che le misure necessarie siano attuate in tempo.
Di Josefina Correacoordinatore dell’advocacy della Intelligent Citizenship Foundation, e Pilar Moragavicedirettore del CR2 Climate and Resilience Science Center e direttore del Centro di diritto ambientale dell’Università del Cile.