
Il leader del Partito Comunista della città di Buenos Aires, Zaida Chmaruk, ha denunciato questo lunedì l’atto vandalico delle piastrelle che onorano le persone scomparse dell’ultima dittatura civile-militare nella sua sede, durante le “celebrazioni del trionfo” del presidente eletto de La Libertad Avanza, Javier Milei.
“Ancora una volta e incoraggiato dalle elezionihanno vandalizzato le piastrelle delle persone scomparse nei nostri locali,” ha ripudiato Chmaruk sul suo account della rete X (ex Twitter). La leader ha condiviso le immagini delle piastrelle dai locali situati in Avenida Callao al 200 verniciato con spray neroe poi un video dove si può vedere una parte delle targhe commemorative in fase di restauro.
“La solidarietà popolare è più forte della vendetta sociale reazionaria”– ha affermato Chmaruk, che nel video spiega che “poco fa, quando stavamo arrivando a Callao, abbiamo incontrato un gruppo di vicini e passanti che puliscono la piastrella che era stato coperto e danneggiato il giorno dei festeggiamenti per il trionfo di Milei.
Chmaruk ha celebrato coloro che hanno contribuito a pulire le piastrelle: “Da questa solidarietà e impegno, che ha una parte molto importante della nostra città, è dove partiremo ricostruire questa militanza per affrontare il negazionismo“, ha affermato e sostenuto: “Mille volte non accadrà. Vivremo e vinceremo.”
Secondo l’agenzia TelamChmaruk aveva già denunciato un attacco nei locali del Partito Comunista di Buenos Aires il 4 settembre, quando “un uomo incappucciato” aveva piazzato “tre bombe molotov” alla porta di quel luogo, sulle stesse piastrelle.
Hanno denunciato di essersi dichiarati genocidi “per votare a causa della loro impunità”
Questo sabato, prima del ballottaggio, le organizzazioni per i diritti umani hanno denunciato che “ci sono genocidari che vanno a votare a causa della loro impunità”. Con questo titolo, un testo diffuso dalle Nonne e Madri della Fondatrice di Plaza de Mayo-Línea, dai Parenti dei Detenuti e delle Persone Scomparse per Motivi Politici e da HIJOS Capital postulava: “Siamo consapevoli: non sono vicini, sono genocidi e votano per l’unica opzione che rivendica e non condanna i loro crimini”.in riferimento al partito infine eletto.
--“A 40 anni dal ritrovamento della democrazia, molti dei nostri parenti figurano nei registri come assenti per sparizione forzata. Negli stessi registri figurano anche le loro persone scomparse, alcune delle quali hanno già dichiarato che voteranno questa domenica, 19 novembre, per le elezioni opzione del negazionismo e apologia del terrorismo di Stato: votano a favore della propria impunità“, hanno sottolineato.
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Allo stesso modo, i gruppi sottolineano che “nei giorni scorsi abbiamo appreso dalla stampa che, senza precedenti a noi noti in tale cifra, diversi genocidari con il beneficio degli arresti domiciliari hanno chiesto l’autorizzazione per andare a votare, diritto che noi riconosciamo non una domanda in quanto tale”, ma lo hanno avvertito “Quello che non possiamo fare è naturalizzare che chi vota è un genocidio”.
“Escono a votare grazie alle garanzie fornite dal sistema democratico e dalle istituzioni, garanzie che hanno negato alle loro vittime. Escono a votare per i candidati che difendono i crimini che hanno commesso. La nostra democrazia garantisce anche questo”, hanno analizzato e sottolineato che domenica ci sono stati “votatori genocidari nelle scuole”.
ML/ED