Tribuna dell’Avana

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L’Unione dei Giovani Comunisti ha indetto questo lunedì una marcia di massa nella capitale di Cuba, L’Avana, con l’obiettivo di promuovere la solidarietà, l’umanesimo e la pace a favore della Palestina. L’organizzazione ha invitato i giovani e il popolo in generale a unirsi a questa dimostrazione di sostegno e impegno per “la pace, i bambini e la vita”.

La manifestazione, prevista per giovedì prossimo, cerca di evidenziare la necessità di pace in Palestina, e sottolineare l’importanza di proteggere i diritti dei bambini e preservare la vita in tutte le sue forme. La G Street dell’Avana diventerà il teatro di questa espressione collettiva di solidarietà e speranza.

Professore universitario rilascia una dichiarazione contro il genocidio a Gaza
Da José Martí abbiamo imparato che vedere con calma un crimine è commetterlo. Per questo motivo, la Cattedra di Cultura Scientifica “Félix Varela” dell’Università dell’Avana unisce la sua voce di denuncia alla protesta globale che condanna il genocidio commesso dal regime sionista di Israele contro l’eroico e sofferente popolo palestinese di Gaza.

Quasi due secoli fa, uno dei fondatori della nazione cubana, il sacerdote Félix Varela, affermò che c’è chi usa maschere politiche per nascondere le sue vere intenzioni e che “il modo più sicuro per conoscere queste persone mascherate è osservare il loro comportamento”.[1]. Così, con il suo appoggio incondizionato alla barbarie perpetrata dall’esercito israeliano contro il popolo palestinese a Gaza, il governo degli Stati Uniti ha definitivamente tolto la maschera politica di fronte al conflitto israelo-palestinese, che dura già da più di settant’anni. Gli eventi hanno rivelato chi sono coloro che odiano e distruggono, coloro che massacrano impunemente un popolo.

Né le prove degli oltre 11.000 palestinesi indifesi uccisi nell’arco di diverse settimane, molti dei quali bambini, né la distruzione delle loro case, ospedali e scuole, né la protesta globale che condanna questo crimine ingiusto, sono bastati al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, adottare un accordo che condanni la colossale aggressione militare israeliana nella Striscia di Gaza, perché il governo degli Stati Uniti impone il suo veto permanente su qualsiasi accordo che violi i suoi interessi e quelli del governo di Israele.

D’altra parte, con Fidel abbiamo imparato che la solidarietà non è uno slogan, ma un sentimento, un principio e una bandiera di lotta.

A Gaza non si combatte solo una battaglia contro il genocidio yankee-israeliano contro il popolo palestinese, ma anche per tutta l’umanità, per il diritto alla vita di tutti i popoli.

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Questo genocidio non è iniziato un mese fa, è un crimine impunito da più di 75 anni contro un popolo che ha diritto alla propria terra, quello concordato dall’ONU nel 1967, con capitale a Gerusalemme Est. L’unica soluzione sostenibile è ridare loro il diritto che la storia e il loro eroismo hanno concesso loro.

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Lasciamo che questa dichiarazione serva come una voce in più nel mondo che si unisce al clamore per porre fine al genocidio contro il popolo palestinese a Gaza.

Porre fine al genocidio contro il popolo palestinese!

[1] L’HABANERO. Ruolo politico, scientifico e letterario. Scritto da Félix Varela. Volume I n. 1 Filadelfia Nello Stabely and Bringhurst Printing Office, n. 70, South Third Street. 1824

(Tratto da Cubadebate)

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