un campione per creare e giocare con gli oggetti

un campione per creare e giocare con gli oggetti
un campione per creare e giocare con gli oggetti

“Dalla cosa nasce la cosa” è il titolo della mostra che verrà inaugurata questo pomeriggio al Centro Culturale Virla. “Laboratori”, tavole e fotografie.

Entra nel mondo italiano BrunoMunari È un impegno per l’arte e il design, per la sperimentazione e il gioco, per la giocosità, in breve. E anche stupore e mistero.

Munari (nato a Milano nel 1907 e morto nel 1998) è stato un architetto, grafico e designer industriale, scrittore e pedagogo, tra le altre professioni, poco o nulla conosciuto nel Paese tranne che un paio dei suoi libri sono consultati nelle università nazionali.

Inaugurerà stasera alle 20, presso il Centro Culturale Virla (25 maggio 265), la mostra “Dalla cosa nasce la cosa-Viaggio intorno all’opera di Bruno Munari”, organizzata dall’Istituto Italiano di Cultura di Córdoba, e co- a cura di Firenze Magaril E Sebastiano Rey.

Durante una visita alla Sala degli Archi Virla, ci sono piccoli spazi che sicuramente catturano l’attenzione e la sorpresa e altri, la voglia di sedersi e giocare. Perché negli anni ’40 e ’50 l’artista sviluppa il suo lato dedicato all’infanzia.

Magaril racconta a LA GACETA che, senza sottovalutare i bambini, l’artista realizza una serie di 45 libri, nove dei quali riprodotti su larga scala, lavorando con nove diverse tecnologie della carta; Quando il libro viene aperto ci sono finestre che a loro volta portano altre tavole, altre immagini. Fu nel periodo in cui divenne padre.

ALLOGGIATO. Quando viaggiava, il designer Bruno Munari portava con sé una valigia con i suoi oggetti per circondarsi e divertirsi nelle camere d’albergo. La Gaceta / foto di Jorge Figueroa

Ci sono anche i giochi delle trasformazioni, dell’architettura che invita a costruire e inventare forme e oggetti. E con formati e materiali diversi, come le pellicole cinematografiche.

Gesti e macchine

Su un’altra parete della stanza sono stati posizionati dei fogli che fungono da supplemento gestuale. “In questo momento in cui usiamo le emoticon, esponiamo questo catalogo di gesti, che portano le rispettive descrizioni con molta ironia e persino umorismo”, dice il curatore. “’Non ho capito’, ‘Non mi interessa’, ‘Corna’, ‘Furto’, ‘Che volete’, sono alcuni di questi gesti che iniziano con i napoletani e raccontano come si sono evoluti nel tempo, ” Aggiunge. Si tratta, ancora una volta, di riproduzioni di pagine di un libro.

A un paio di metri di distanza ci sono le “Macchine di Munari” (del 1942), in cui, con sofisticati meccanismi, crea congegni inutili, come “Mosquito Mortificatore” e “Flattering Fan” (sono quelli che saranno esposti alla Virla , sebbene ne abbia realizzati un gran numero.).

Libri

L’artista è stato un precursore dei libri-album, oggetti che in questa occasione sono come la porta d’accesso al suo universo quasi magico, con riproduzioni in grande formato di brani di opere come “Le Macchine di Munari” (1942), il “Supplemento al Dizionario italiano” (1963) e la “Serie dei bambini” (1945), è indicato in diversi cataloghi della mostra che ha già girato a Córdoba e Salta. Puoi anche guardare “Il Prelibri”, per la prima infanzia.

SALA GIOCHI. Uno spazio adeguato per l’infanzia a Virla.

In questo stesso spazio si trova il “Laboratorio di Carta”, dove i bambini possono creare libri illeggibili, maschere e sculture da viaggio.

Valigia carica

All’ingresso della mostra, un’importante foto mostra Munari sdraiato su un letto, con indosso stravaganti occhiali e circondato da oggetti.

Magaril racconta che quando l’architetto viaggiava portava solitamente con sé una valigia con una serie di oggetti e sculture che installava in quegli spazi che oggi chiamiamo “non luoghi”. L’ho fatto per godermi quei momenti.

CATALOGARE. I volti e le mani si esprimono come fanno le emoticon.

“’Dalla cosa nasce la cosa’ è una mostra concepita come uno spazio di gioco e di esplorazione in cui chiunque può mettersi in gioco, indipendentemente dalla sua età. C’è un contatto diretto con le creazioni dello scrittore e artista italiano, lontano dalle vetrine statiche dei musei. L’obiettivo è che le persone possano vivere un’esperienza diversa”, spiegano i curatori.

 
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