Tulio Gómez ha chiarito la partenza di César Farías

*Il venezuelano César Farías ha smesso di allenare l’América de Cali dopo un semestre molto complicato in cui non ha ottenuto i risultati per entrare nella fase a gironi della Conmebol Sudamericana e nei quadrangolari della Lega colombiana.

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Tulio Gómez ha spiegato le ragioni della partenza dell’allenatore César Farías. Foto tratta dal portale Antena 2.

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Lo stratega è arrivato per sostituire Lucas González dopo la sua partenza a gennaio e il mancato arrivo al club dell’argentino Ricardo Gareca, che ha finito per firmare con la nazionale cilena.

Dopo quanto accaduto, il maggiore azionista di América de Cali, Tulio Gómez, in un’intervista al quotidiano El País de Cali ha parlato di tutto ciò che riguarda la partenza dello stratega e la pessima campagna della squadra Scarlatta.

La partenza di César Farías
“Senza dubbio il fallimento nella Copa Suramericana e nella Lega… tutto ciò ha influenzato troppo per prendere una decisione; ma l’altra cosa è che abbiamo notato che l’atmosfera nella squadra era diventata molto pesante, c’era intolleranza da parte sua in alcune situazioni, e nascevano conflitti all’interno del gruppo; Ecco perché abbiamo deciso di prendere scorciatoie”.

L’atmosfera che circondava l’allenatore venezuelano
“Farías non piaceva ai tifosi, e nemmeno alla stampa; e la cosa più bella per un gruppo è l’armonia, ma questa volta non c’è stata perché si sono verificate alcune situazioni. Ne abbiamo parlato e abbiamo deciso di interrompere il processo”.

Il prossimo allenatore americano
“Quando l’America perde una partita, arrivano subito tre o cinque riprese. Ma ci prenderemo il tempo per decidere la situazione. Abbiamo due mesi per vedere quale allenatore vorrebbe la squadra. Andiamo senza sosta e senza fretta. “Abbiamo tanti candidati, tanti curriculum, dobbiamo analizzare bene la questione”.

La partenza di alcuni giocatori dall’America
“L’idea è che se ne vadano circa sette giocatori in modo che arrivino quattro ottimi giocatori. L’idea è consolidare un processo, quello che succede è che questo non avviene dall’oggi al domani, ma stiamo lavorando per avere una buona squadra da qui a dicembre”.

L’ostilità dei tifosi a causa della brutta campagna
“Non abbiamo minacce, solo una brutta atmosfera dovuta ai pessimi risultati. Non hanno minacciato nessuno. La questione di Gareca e la sua mancata venuta è avvenuta perché il Cile gli aveva offerto un contratto da un milione di dollari con il quale non potevamo competere. Quello che c’è è pressione, ma non minacce”.

 
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