Il Consiglio dell’Armenia autorizza il trasferimento di 12 famiglie a rischio a Buenos Aires Bajo –

Autrice: Natalia Trujillo Varela

Il comune è stato avvertito che le case si trovano in una zona di tutela ambientale e ad alto rischio di frane.

Dovrà adeguarsi ad una sentenza del 2015. I residenti del quartiere sostengono che la caratterizzazione è stata affrettata.

Nei prossimi sei mesi l’ufficio del sindaco dell’Armenia dovrà ottemperare alla sentenza del tribunale sull’acquisto o l’acquisizione di un massimo di dodici case per dodici famiglie che devono essere trasferite e che attualmente si trovano in una zona di protezione ambientale e ad alto rischio frana, nel comune 7 nel quartiere Bajo di Buenos Aires.

Questa settimana la seduta plenaria del consiglio ha autorizzato il sindaco ad acquistare le case e una volta sancito l’accordo avrà sei mesi di tempo per ottemperare.

L’ORDINANZA DEL GIUDICE

Il consigliere Germán Darío Grisales Rodríguez, relatore del progetto di accordo, ha ricordato gli obblighi del municipio in questo caso. “In quell’occasione il giudice ha ordinato due cose, la prima è che si effettui uno studio sulla caratterizzazione delle famiglie che si trovano a Buenos Aires Bajo e che si effettui la priorità delle persone bisognose di ricollocazione, come la seconda parte della La frase è appunto la delocalizzazione, la questione è dare priorità e ricollocarli perché si trovano in aree ad alto rischio e di tutela ambientale”.

Il consigliere Grisales Rodríguez ha fatto riferimento alle dichiarazioni dei cittadini secondo cui lo studio di caratterizzazione è stato fatto in modo inadeguato e comprendeva persone che non erano ad alto rischio.

Leggere: Radiografia del comune 9: inquinamento, insicurezza, consumo di droga

I CITTADINI CHIEDONO GARANZIE NELLA RILOCAZIONE

Gli abitanti del quartiere basso di Buenos Aires, come nel caso di Gentil de Jesús Grisales González, hanno assicurato che ha come casa un cambuche e che vive lì da più di dieci anni, hanno detto che è il proprietario e detentore del lotto dove vive, e ritiene che l’ufficio del sindaco non sia disposto a garantire agli abitanti le condizioni per evacuare.

“Fino a quando l’ufficio del sindaco non ci darà la sicurezza delle garanzie che ci darà, non lasceremo sgomberare, finché non ci fornirà l’alloggio che è più degno per noi, non lasceremo sgomberare, è risulta che l’ufficio del sindaco incorrerebbe in reati perché, anche se ne abbiamo beneficiato anni fa, gli adempimenti non sono stati eseguiti, vuoi per pratiche burocratiche, per problemi amministrativi, ecc. Chiediamo che il Difensore civico e i media ci monitorino, che abbiamo garanzie a breve, medio e lungo termine”, ha affermato.

Gustavo López, presidente della JAC del quartiere basso di Buenos Aires, dal canto suo ha spiegato che la caratterizzazione effettuata dall’ufficio del sindaco è stata frettolosa e ha preso in considerazione le abitazioni che non sono ad alto rischio.

PIÙ CONTROLLO PER EVITARE INVASIONI

Il consigliere José Ignacio Rojas Sepúlveda ha affermato che è necessario aggiornare lo studio delle aree a rischio nel POT, poiché la città è cresciuta negli ultimi anni e, almeno, attualmente si registra, da parte del sindaco, fino a 150 insediamenti.

 
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