Dare tutto senza aspettarsi nulla in cambio: come lavorano i vigili del fuoco volontari della città di Santa Fe

Dare tutto senza aspettarsi nulla in cambio: come lavorano i vigili del fuoco volontari della città di Santa Fe
Dare tutto senza aspettarsi nulla in cambio: come lavorano i vigili del fuoco volontari della città di Santa Fe

Domenica 2.6.2024

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Ultimo aggiornamento 10:46

“Cosa vuoi fare da grande?: Pompiere”, è una delle risposte più frequenti rivolte dai bambini, che vedono nella figura del pompiere un “supereroe”. Tuttavia, sono pochi quelli che poi realizzano quel sogno e si mettono gli stivali, si mettono l’elmetto e si mettono la manichetta sulle spalle per uscire a combattere gli incendi e, soprattutto, a salvare vite umane.

Questo 2 giugno si celebra in tutto il Paese la Giornata nazionale dei vigili del fuoco volontari. La data è stata scelta per commemorare l’impresa di un gruppo di residenti del quartiere La Boca di Buenos Aires. Il 2 giugno 1884 scoppiò un violento incendio che minacciò di propagarsi alle case familiari, soprattutto nel settore degli appartamenti. Per questo motivo Tomás Liberti, un residente locale arrivato in Argentina dall’Italia, insieme al figlio Oreste hanno organizzato una catena umana per spegnere le fiamme. Questo fatto fu la prima pietra per la creazione quel giorno del primo Corpo dei Vigili del Fuoco Volontari.

Foto: Flavio Raina

Nella città di Santa Fe sono presenti anche vigili del fuoco volontari, in questo caso nel quartiere di Las Flores, dove prestano servizio circa 36 vigili del fuoco. El Litoral ha visitato la caserma e ha parlato con lui Alberto Costantini -50 anni- (AC); Maxi Altamirano -27 anni- (MA); e Nicolás Boutet -37 anni- (NB) per conoscere le loro storie di vita legate a questa nobile vocazione.

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-Come sei diventato pompiere?

-AC: Avevo finito il liceo, stavo cercando lavoro e un amico mi ha chiesto “Vorresti fare il pompiere?”, beh finché non avrò un lavoro ci proveremo. Sono entrato in caserma, poi ho trovato lavoro ma continuavo a tornare, poi sono dovuto uscire per molto tempo, sono andato in altre caserme e nel 2013 sono tornato nella caserma dove sono nato. Ho seguito nuovamente il corso e oggi ricopro la carica di capo dell’istituto.

-MA: Mi è sempre piaciuta l’azione sociale e ho cercato di aiutare le persone che hanno bisogno e in modo più diretto. Sono entrato in caserma nel 2018 ma successivamente per problemi lavorativi e familiari sono dovuto uscire e ho potuto rientrare nel 2022.

-NB: Sono entrato in caserma nel 2022, ho fatto due anni di addestramento e da sei mesi faccio il vigile del fuoco volontario.

«Ogni uscita è un’esperienza formativa», ha detto Costantini, responsabile della caserma Las Flores. Foto: Flavio Raina

-Noti la differenza tra la parte teorica che impari e poi mettere tutto in pratica?

-NB: Sì, dal manuale sappiamo molto ma acquisisci esperienza quando devi stare nel fuoco, il panorama cambia molto. In questi mesi non ho tante scale antincendio, ma più azioni sociali come le visite alle scuole o chi ci viene a trovare in caserma.

-C’è qualche caso particolare che ti ha segnato?

-AC: Ho tanti interventi e non tutti sono uguali. Alcuni sono più complicati di altri, ma nessuno mi ha segnato in particolare, tutti mi lasciano lezioni diverse. Ogni uscita è un’esperienza formativa.

-MA: Ciò che attira maggiormente la mia attenzione è che le persone che non sono vigili del fuoco sono sempre disposte a collaborare. Arriviamo davanti ad un fuoco e vengono a chiedere se possono aiutarci in qualche cosa, se ci portano dell’acqua fresca, che per noi darci acqua da bere mentre siamo davanti al fuoco è la cosa migliore.

-Come gestisci l’adrenalina di dover spegnere un incendio?

-NB: Si confida nelle proprie conoscenze e nell’esperienza di chi lo accompagna. Ecco perché la propria sfortuna è la nostra grazia di poter intervenire e venirne fuori. Ansia e nervi sono gestiti, tutti i vigili del fuoco vogliono uscire.

-Cosa significa per te essere un pompiere?

-NB: È il privilegio di aiutare gli altri, senza aspettarsi nulla in cambio.

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Condividere la conoscenza

-Condividono le loro conoscenze anche nelle istituzioni della città. Di cosa si tratta?

-MA: Incoraggiamo la società a conoscere la nostra sede, a sapere che sono presenti i vigili del fuoco volontari. Attraverso le visite alle scuole mostriamo ai bambini dei primi livelli cosa facciamo, cosa ci ha spinto a diventare vigili del fuoco, e cerchiamo anche di incoraggiare i bambini a giocare a fare i vigili del fuoco e a motivarsi.

Coloro che sono più anziani ricevono già lezioni di rianimazione cardiopolmonare e le precauzioni necessarie affinché di fronte a una situazione straordinaria possano rispondere in modo più confortevole.

-I vicini riconoscono il tuo lavoro?

-AC: Ci ringraziano sempre dopo ogni intervento, sia esso per spegnere un incendio, salvare un animale o un veicolo.

-AC: Attraverso un Consiglio di Amministrazione che conta un gruppo di soci. Stiamo proprio cercando di fare una campagna di tesseramento per poter avere più risorse. Dalla Nazione riceviamo un sussidio che ora non stiamo raccogliendo e quel fondo viene diviso e va a migliorare le infrastrutture, i dispositivi di protezione individuale, il carburante e l’abbigliamento del personale.

-Come possono aderire i giovani che vogliono diventare vigili del fuoco?

-AC: La registrazione è attualmente aperta ai futuri candidati. Sabato 8 e 22 giugno, alle 14, terremo gli interventi. I requisiti sono avere un’età compresa tra i 18 ed i 35 anni; e hanno completato la scuola secondaria.

Foto: Flavio Raina

Alberto Costantini, oltre ad essere un vigile del fuoco volontario, è un brigadiere. “All’interno della caserma abbiamo sei membri della brigata forestale e a febbraio stavamo lavorando sugli incendi nel Parco Nazionale Los Alerces, nella provincia di Chubut”, ha detto Costantini. In questa occasione è intervenuto nell’area preospedaliera per prendersi cura dei membri della brigata rimasti feriti durante lo spegnimento dell’incendio.

“Mi piace la parte forestale. Qui lavoravamo molto con le praterie in fiamme nel delta del Paraná. Nella zona di Colastiné, Alto Verde, La Guardia e siamo andati a Rosario, Alvear e Pueblo Esther”, ha detto il pompiere.

 
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