Street Stories: il racconto virale che spiega siti e monumenti di Mendoza

Street Stories: il racconto virale che spiega siti e monumenti di Mendoza
Street Stories: il racconto virale che spiega siti e monumenti di Mendoza

La provincia di Mendoza offre paesaggi meravigliosi come l’immensità delle Ande o l’accattivante tavolozza di colori che regala durante l’autunno. Contiene inoltre numerosi monumenti che ricordano le gesta di San Martin e luoghi storici sconosciuti a più di un abitante. Per questo motivo, un account Tik-Tok ha iniziato a sviluppare contenuti in modo che le persone conoscano il background dei vari luoghi emblematici che attraversiamo quotidianamente.

Si tratta di Street Stories, un progetto che ha già superato i 13.000 follower sul rinomato social network e che da tempo racconta in modo didattico la storia dei monumenti e dei siti rilevanti della provincia. Il condor d’accesso, la rotonda dell’aereo, il viale o l’edificio Gómez, sono alcune delle storie che sono riuscite a raccogliere un gran numero di punti di vista grazie al formato didattico.

“Perché Olive Bridge si chiama Olive Bridge?” afferma una delle testate che ha già raccolto più di 200mila visualizzazioni. “Ci sono poche persone di Mendoza che conoscono il storia del suo nome. Quasi due secoli fa, nel luogo non spiccavano né la rotonda né la vergine, ma piuttosto un grande mulino di proprietà di Pablo Olive, arrivato nella provincia nel 1800. In realtà il cognome era Olivé perché era francese», sostiene il racconto, che chiude informando che il nome attuale deriva da un ponte distrutto da una frana che il Governo si rifiutò di ricostruire e l’immigrato finì per svilupparselo da solo. .

Miti e misteri delle Porte del Parco

Un altro dei storie che ha catturato l’attenzione degli utenti è quella delle Porte del Parco General San Martín. Secondo Historias Callejeras, l’idea del governatore, Emilio Civit, era quella di creare una piccola Francia dall’Argentina. Per questo “mandò suo cugino Juan Molina Civit a Glasgow per acquistare i cancelli in ghisa nel 1907. I cancelli corrispondono al modello n. 900, della sesta edizione del catalogo di Walter MacFarlane e pesano 47 tonnellate. Nel caso di Mendoza fu acquistato il modello con le lune, nascoste da alcune punte poste successivamente, che generarono la leggenda nella zona che la Porta fosse stata commissionata dal sultano turco Abdul-Hamid II, ma non è un mito”.

E aggiunge: “Sul monumento emblematico si intervenne solo nel 1990. In quella data furono sostituiti i lampioni e la struttura riparata mediante fusione dei pezzi mancanti. Quattro anni dopo è stata ridipinta nei suoi colori originali. Dopo un lungo percorso iniziato con uno studio nel 2008 e attraversato da diverse minacce, l’11 ottobre 2013 è stato inaugurato il suo ultimo restauro, da Miguel Marchionni di Mendoza, che è stato anche responsabile dell’ultimo restauro nel 2022.

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