Un gruppo di studenti di Architettura dell’Università Blas Pascal ha presentato un innovativo progetto di fine anno che mira a trasformare una grande area commerciale situata nella zona occidentale della città di Córdoba in uno spazio multifunzionale.
Gli autori del progetto, gli architetti Carolina Cipolat, Valentina Marveggio e Juan Taranto, sotto la guida dei docenti Jorge Taberna e Carolina Alberto, propongono la creazione di futuri scheletri architettonici adattati ai nuovi modi di vivere e di commercio.
Il progetto si concentra sulla reinterpretazione di infrastrutture che potrebbero diventare obsolete in un futuro non troppo lontano, anticipando la tendenza globale al declino dello shopping di persona, che lascerà vuote le grandi strutture commerciali.
La proposta prevede la rifunzionalizzazione dell’immobile per realizzare un centro di produzione audiovisiva, un parco ricreativo e abitazioni-laboratori.
Il centro di produzione audiovisiva risponde alla crescente domanda di contenuti digitali, sia nel mercato nazionale che internazionale, promuovendo la creazione di intrattenimento, commercio elettronicoe formazione a distanza.
Il parco ricreativo cerca di fornire le aree verdi necessarie, promuovere i microclimi urbani e incoraggiare l’integrazione sociale attraverso spazi interattivi ed educativi.
Gli home-workshop, progettati pensando alla flessibilità e all’adattabilità, rispondono ai nuovi modi di vivere emersi dopo la pandemia, considerando fattori come il lavoro da casa e l’integrazione degli spazi ricreativi. Queste case saranno integrate con le attività del centro audiovisivo, creando un ambiente coeso e dinamico.
La proposta prevede strategie di sostenibilità, come il riutilizzo dei terreni abbandonati, l’implementazione di pannelli solari e tetti verdi pedonabili.
Inoltre, per ciascun orientamento sono stati progettati involucri caratteristici, garantendo spazi ben illuminati e ventilati, migliorando la qualità ambientale e l’uso efficiente dell’energia.
Questo progetto cerca non solo di rivitalizzare uno spazio dismesso, ma anche di generare un impatto positivo sulla comunità, promuovendo l’integrazione sociale e la sostenibilità urbana.
