Biden e la vera “Bibi” › Mondo › Granma

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Foto: Illustrativo

I suoi sostenitori lo chiamano “Re Bibi” e gran parte dell’umanità lo identifica come il criminale responsabile del massacro del popolo palestinese.

Si dice che “Bibi” sia un soprannome ereditato da un cugino con lo stesso nome; e il titolo fittizio di regalità piace a Benjamin Netanyahu, che ha alimentato quella narrazione per decenni.

Sulla scena internazionale è Benjamin.

Qualunque sia l’identità, nella sua ultima impresa in stile fascista, ci sono ora più di 36.000 palestinesi massacrati a Gaza, più di 15.000 dei quali bambini.

In tali circostanze, e sentendosi totalmente protetto dagli Stati Uniti, in questo caso dal presidente Joe Biden, si è arrabbiato quando la Corte penale internazionale (CPI) ha osato condannarlo, insieme al suo ministro della Guerra, Yoanv Gallanty. Entrambi sono stati emessi mandati di arresto per aver commesso crimini contro l’umanità nella Striscia di Gaza.

L'”audacia della CPI” è stata portata anche davanti al Congresso degli Stati Uniti, che ha appena approvato un disegno di legge volto a sanzionare gli alti funzionari della suddetta entità giuridica.

Per chi ha ancora dubbi su come agiscono i meccanismi del Governo e del Congresso Usa, il testo del disegno di legge approvato alla Camera

dei Rappresentanti stabilisce che possono essere imposte sanzioni a qualsiasi persona coinvolta in tentativi di indagare, arrestare, detenere o perseguire cittadini protetti degli Stati Uniti e dei suoi alleati, nonché a coloro che hanno fornito sostegno finanziario alla CPI per questi scopi, afferma un Invio di notizie RT.

Sebbene il progetto – secondo NBC News – abbia poche possibilità di avanzare in un Senato controllato dal Partito Democratico, potrebbe ben spiegare da solo perché il massacro israeliano contro i palestinesi, a Gaza e in Cisgiordania, continua e ne aggiunge molti altri ogni volta. giorno. cadaveri di bambini e donne.

Secondo diversi specialisti, il fatto che gli Stati Uniti sanzionino la Corte penale internazionale e alcuni dei suoi più alti funzionari mette apertamente in luce la politica di Washington, che da anni si avvale di questa Corte per giustificare le loro guerre e difendere i propri interessi, e ora che istituzione adotta risoluzioni di condanna che, a mio avviso, non verranno rispettate, il governo degli Stati Uniti attacca quell’organismo giuridico con la massima sfacciataggine.

A tutta questa politica sconsiderata e aggressiva si aggiunge l’interesse dello stesso presidente Biden a “fare bella figura” con il voto ebraico negli Stati Uniti, in modo che possa avvantaggiarlo nelle elezioni del prossimo novembre.

 
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