Luis Ramírez, il primo caporale dell’Esercito assassinato dai Pachenca a Santa Marta

Luis Ramírez, il primo caporale dell’Esercito assassinato dai Pachenca a Santa Marta
Luis Ramírez, il primo caporale dell’Esercito assassinato dai Pachenca a Santa Marta

Nel mezzo dell’attacco è rimasto ferito un altro uomo in uniforme. Le truppe della Seconda Brigata sono schierate nel settore per mantenere il controllo e garantire la sicurezza.

Il primo caporale Luis Felipe Ramírez Perdomo è stato assassinato sul posto.

Un soldato morto e un altro ferito è il primo bilancio delle operazioni militari effettuate questo sabato dall’Esercito a Santa Marta contro il gruppo criminale organizzato Autodefensas Conquistadoras de la Sierra Nevada, conosciuto come Pachenca.

Secondo fonti militari Questo evento è avvenuto nell’area generale del villaggio Quebrada del Sol di Santa Marta, Magdalena. Al momento dell’attacco l’unità stava estraendo una persona catturata, presumibilmente appartenente a questo gruppo criminale.

Sfortunatamente, a seguito di questo attacco, Il primo caporale Luis Felipe Ramírez Perdomo fu assassinato.

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Allo stesso modo, l’esercito ha riferito che anche un soldato è rimasto ferito e attualmente riceve cure mediche. Per fortuna è fuori pericolo.

Nel frattempo, il sindaco di Santa Marta, Carlos Pineda Cuello, Si è rammaricato di quanto accaduto e ha sottolineato che in questo momento non ci sono combattimenti tra l’Esercito Nazionale ed i criminalicontro chi Ha chiesto che tutto il peso della Legge ricada su di lui.

“Ho parlato con il comandante della Prima Divisione dell’Esercito Nazionale, generale Royer Gómez, delle operazioni effettuate dai suoi uomini nella zona rurale di Santa Marta, settore Quebrada del Sol, appartenente al distretto di Guachaca, in cui purtroppo ha perso la vita un sottufficiale del nostro glorioso @COL_EJERCITO, presumibilmente per mano del gruppo criminale ACSN”, ha detto sabato il sindaco Pineda attraverso il suo account X.

E ha aggiunto: “Tutta la nostra solidarietà all’Esercito e il sostegno incondizionato alla famiglia del soldato. In questo momento non c’è fuoco incrociato, né comunità sfollate, e ce n’è una catturata dall’ACSN. Alle comunità del settore, un messaggio di tranquillità: le istituzioni sono presenti. Tutto il peso della legge per chi ha commesso questi atti. “Sarò in prima linea, coordinando le operazioni che avanzano nell’area, che saranno rafforzate dalle autorità”.

Dopo l’attacco, le truppe della Seconda Brigata sono schierate nel settore con la missione di mantenere il controllo e garantire la sicurezza degli abitanti della regione.

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Oltre a inviare le proprie condoglianze alla famiglia e agli amici del soldato deceduto, la Prima Divisione dell’Esercito si è dotata di un team multidisciplinare per fornire accompagnamento e sostegno alle famiglie del sottufficiale caduto.

 
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