Senza voti al Senato, il Governo rassegnerebbe la privatizzazione di Aerolíneas Argentinas e non esclude altri cambiamenti

Senza voti al Senato, il Governo rassegnerebbe la privatizzazione di Aerolíneas Argentinas e non esclude altri cambiamenti
Senza voti al Senato, il Governo rassegnerebbe la privatizzazione di Aerolíneas Argentinas e non esclude altri cambiamenti

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Il Governo sarebbe d’accordo nell’escludere Aerolíneas Argentinas dall’elenco dei beni pubblici da privatizzare con l’obiettivo di salvare l’articolo 7 del progetto Legge fondamentaleche consente al Potere Esecutivo di vendere o concedere in concessione una serie di sette società pubbliche, tra cui la Posta argentina e acqua e servizi igienico-sanitari argentini (AySA).

Ciò è stato confermato LA NAZIONE tre fonti legislative, due dell’opposizione dialogica e una del partito libertario al potere, concordi nel sottolineare che l’esclusione della compagnia aerea di bandiera dall’offensiva di privatizzazione della Javier Milei Prenderebbe forma, se necessario, solo al Senato, durante la seduta della vicepresidenza Vittoria Villarruel convocato per mercoledì prossimo alle 10 e nel quale il Riforma fiscale promosso dal Governo.

Tutto indica che l’amministrazione Milei dovrà rassegnarsi al fatto che non potrà ottenere la privatizzazione di Aerolíneas, poiché la privatizzazione della compagnia aerea è uno degli articoli della Legge Base che non ha i voti per superare il dibattito particolare e, pertanto, potrebbero subire modifiche nel momento in cui si aprirà il dibattito sugli articoli di ciascun progetto.

Con il kirchnerismo contrario, che promette di allineare il voto dei suoi 33 senatori, entrambe le iniziative arrivano nell’aula della Camera alta a un passo dalla maggioranza assoluta di 37 voti. Finora, Il partito di governo al Senato sembra aver allontanato lo spettro della bocciatura e avrebbe garantito 38 testamenti, apportati da UCR, Pro, provinciali e peronisti dialogisti, per approvare in generale i due testi. Dalla parte opposta ci sarebbero Unión por la Patria e il originario di Buenos Aires Martín Lousteau (UCR-Capital) che, come già avvenuto con la bocciatura del DNU 70/23, voterà contro il resto del blocco partitico da lui presieduto alla livello nazionale.

Ma il panorama cambierà soprattutto nel dibattito. Diversi senatori dell’opposizione dialogica hanno chiesto modifiche ad articoli e capitoli chiave per il governo, come il Regime di incentivi per i grandi investimenti (RIGI). Alcuni sono stati concessi dai negoziatori dell’esecutivo, motivo per cui entrambi i progetti torneranno ai deputati per una seconda revisione, ma molti altri non lo sono stati e rischiano di essere modificati in conseguenza di un’alleanza circostanziata con il banco kirchnerista.

Quello del privatizzazioni è un esempio di quel fenomeno. Nella settimana precedente la firma del parere sulla Legge sulle Basi, il radicalismo si è piegato alla richiesta dei senatori di Forze provinciali della Patagonia in modo che venga rimosso dall’Allegato I del progetto, dove sono elencate le società pubbliche autorizzate alla vendita o alla concessione, ad Aerolíneas, Correo Argentino e ai media pubblici che compongono Radio e Televisione Argentina (RTA).

Il governo ha resistito all’attacco ed è riuscito a far approvare i progetti senza toccare capitoli importanti. Ma ciò non significa che i tentativi di modificare il progetto siano stati messi a tacere. Lo dimostrano i numeri che gestiscono vicino alla vicepresidenza e alla Casa Rosada l’articolo sulla privatizzazione, appena tre giorni prima della sessione, non ha i voti per superare il dibattito in particolare.

Quindi la soluzione sarebbe quella di dimettersi dalla linea dell’area bandiera per poter sostenere il resto delle compagnie.

In tal senso, nelle ultime ore sul tabellone ufficiale si sono accese le luci dell’allarme a causa dell’ articolo 3che contiene l’esteso delega dei poteri legislativi richiesto dall’Esecutivo, un’altra clausola che incontra forti resistenze da parte di diversi senatori dell’opposizione dialogante e che potrebbe finire eliminata o modificata prima che il testo arrivi alla Camera dei Deputati per una seconda revisione.

La stessa cosa accade con alcuni articoli del RIGIdove ci sono diversi senatori che vogliono che vengano modificate le scadenze per l’ingresso nel regime due anni sembrano pochi se si vuole attrarre investimenti; e in diverse disposizioni che, sospettano, potrebbero dar luogo a future pretese legali da parte di fondi avvoltoio vista l’impossibilità dello Stato argentino di rispettare le scadenze fissate per l’attuazione dei progetti.

IL Riforma fiscale Ha anche il suo lato oscuro. Nel partito di governo ritengono perduto l’articolo che ripristina la quarta categoria dell’Imposta sui redditianche se in chiusura del dibattito in commissione l’allora neo capo di gabinetto, Guillermo Francosfinì per arrendersi alle pretese dei Santacruceño José María Carambia e ha accettato di concedere a Patagonia un trattamento preferenziale e di aumentare a 22% il minimo imponibile per zona sfavorevole.

Anche diversi articoli del regime di sicurezza corrono il serio rischio di subire modifiche nei locali. riciclaggio di denaro. Uno di questi è quello che consente ai cittadini straniero entrare nel regime. Per molti senatori, come Guadalupe Tagliaferri (Pro-Capital), ciò significa aprire la porta alle persone coinvolte nel traffico di droga e altre attività illecite, o loro polenei beni acquisiti con i proventi di reato possono entrare nel circuito legale.

Il dibattito sulle possibili modifiche future si estenderà per tutta la settimana, anche durante il dibattito in Aula, come già accaduto quando entrambe le iniziative furono discusse alla Camera, il 30 aprile.

Prima che le iniziative approdano all’aula del Senato, dovranno fare una tappa importante in occasione dell’assemblea Lavoro parlamentare che Villarruel aveva richiesto questo lunedì alle 18:00. L’incontro sarà fondamentale per sapere quanto durerà la sessione e, soprattutto, come verrà votato ciascun progetto. L’idea del partito al potere è votare a favore capitolima è molto probabile che dovrà cedere e che diversi articoli finiranno per essere votati separatamente.

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