Il numero degli omicidi a Rosario è diminuito durante i primi sei mesi di governo

Le statistiche mostrano che nei primi 180 giorni del nuovo governo nella provincia di Santa Fe, il numero degli omicidi è diminuito bruscamente in tutto il territorio, ma soprattutto nel dipartimento di Rosario, che negli ultimi tempi aveva come capitale la capitale della criminalità. e violenza’. Tra il 10 dicembre 2023 e il 10 giugno 2024 sono stati registrati 63 reati (di cui 52 quest’anno) contro i 153 nello stesso numero di giorni, ma di un anno fa (142 nel 2024).

Secondo fonti del Ministero della Sicurezza della provincia, il calo è dovuto a diversi fattori, tra cui la maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, che prevede il rafforzamento delle pattuglie in zone e orari diversi; il lavoro congiunto con le forze federali e le azioni svolte nelle carceri, dove le condizioni di detenzione dei cosiddetti prigionieri di alto profilo erano limitate.

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“La diagnosi che avevamo prima di assumere l’incarico era che la criminalità e la violenza a Santa Fe venivano gestite dalle carceri”, ha sottolineato il Segretario per l’Analisi e la Gestione delle Informazioni del Ministero della Sicurezza, Esteban Santantino. Detto questo “la Polizia, con maggiore efficienza, è riuscita a recuperare la strada. E le indagini penali complesse sono ancora una volta il modo in cui lavora la Provincia”, ha aggiunto.

Secondo il rapporto, quest’anno nel dipartimento di Rosario sono stati commessi complessivamente 52 omicidi (17 a gennaio, 7 a febbraio, 11 a marzo, 9 ad aprile e 8 a maggio). I dati sono notevolmente inferiori a quelli registrati nello stesso numero di giorni negli ultimi 10 anni.

Credito: governo di Santa Fe

Dalle stesse statistiche emerge che nel 2014 sono stati commessi 125 reati; nel 2015 erano 112; nel 2016, 93; nel 2017, 73; nel 2018, 96; nel 2019 79, nel 2020 83 (inizio pandemia); nel 2021, 109; nell’anno 2022, 126 (considerato l’anno più violento della storia nel dipartimento di Rosario) e nell’anno 2023, in totale 142.

Ma anche se va sottolineata questa notevole diminuzione, non va dimenticato che continuano a verificarsi minacce alle istituzioni, alle abitazioni, ai funzionari e alle stazioni di servizio; attacchi multipli che lasciano persone ferite da armi da fuoco ed estorsioni e sparatorie in scuole, aziende e case private, compiuti principalmente da tiratori o uomini armati a cui abbiamo dato (dal giornalismo) il titolo di sicari.

Le vittime

Nonostante il numero delle vittime sia diminuito, coloro che si dichiarano padroni della vita e della morte continuano a seminare le strade con proiettili e granate, lasciando una scia di vittime anche a livello materiale e spirituale.

Così si sentono le famiglie di Eugenia Toloza (31 anni), assassinata con un coltello il 6 gennaio di quest’anno al 6400 francese, nel quartiere Empalme Graneros; o quello di María Mercedes Antelo (45 anni), che fu ospitata nell’Ordine (Ufficio di Accoglienza dei Detenuti di Rosario) e morì 4 giorni dopo a causa delle ustioni multiple sul corpo; o quello di Susana Haydée Mena (27 anni), il cui corpo è stato ritrovato all’interno di una borsa, in un’abitazione situata vicino a Magaldi 8900, quartiere Los Gráficos, l’11 gennaio.

Il calo è dovuto a diversi fattori, tra cui la maggiore presenza delle forze dell'ordine sul territorio. Credito: Marcelo ManeraIl calo è dovuto a diversi fattori, tra cui la maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Credito: Marcelo Manera

Soffrono anche la famiglia e gli amici di Ramón de la Cruz Navarro (55), ucciso il 15 gennaio al 3400 di Boulevard Seguí, nel quartiere di Alvear, Ana María Martínez (42) e Juan Ramón Flores (49), uccisi a scatti in una casa a Spiro al 300 bis, nel quartiere Villa Manuelita, a sud-est di Rosario. Oppure Tamara Marionsini (53), uccisa a colpi e coltellate insieme al compagno, Silvio Martini (65).

Altre vittime sono state José Luis Assale (63) e Carlos Uriel Acosta (21), uccisi a colpi di arma da fuoco nei pressi di Chacabuco e Dr. Riva, quartiere di Tablada, il 13 febbraio, o Ayelén Emilce Angélica De Marco (32), uccisa a colpi di arma da fuoco il teschio nella sua casa di Gutiérrez nel 1900, nel quartiere di Las Delicias.

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Altre vittime: Sharon Almada (18 anni), uccisa il 4 marzo a Forest al 7600, Belgrano Oeste. E la saga che ha messo ancora una volta Rosario al centro della scena della violenza: i tassisti Héctor Raúl Figueroa (43) sono stati uccisi a Flammarion alle 51.00 del 5 marzo e Diego Alejandro Celentano (38) è morto il giorno dopo a Marcelo T. .de Alvear e Garmendia; l’autista dell’autobus Marcos Daloia (39 anni) ferito il 7 marzo all’angolo tra Mendoza e Méjico, nel quartiere di Belgrano (morì 3 giorni dopo) e Bruno Nicolás Bussanich (25 anni) morto la notte del 9 marzo in una stazione di servizio situato a Mendoza a 7600, dopo aver ricevuto un colpo al cranio.

Inoltre, nel mese di aprile ci sono stati almeno 4 morti nel raggio di 100 metri: Leonardo Rodrigo Contreras (23 anni) e Daniel Pacheco (22), uccisi a colpi di arma da fuoco il 16 del quarto mese dell’anno a Cavia e Ghiraldo (La quartiere Esperanza); Claudio Barrionuevo (38 anni) morì in quello stesso angolo 3 giorni dopo e Matías Alberto Coria (35 anni), morto il 30 aprile dopo essere stato colpito al cranio, nei pressi di Cavia e Larrechea (a meno di 100 metri da un’altra scena del crimine). nel quartiere La Esperanza).

A maggio ci sono stati 8 omicidi, compreso il duplice femminicidio registrato in una strada del quartiere di Alvear, dove sono morte Dalma Giuliana García, 19 anni, e Julieta Gaitán, 22 anni. A questa lista si aggiunge un terzo femminicidio a maggio, quello di Adriana Claudia Luna (57 anni), il cui corpo è stato ritrovato a colpi di arma da fuoco nella sua abitazione, situata in Víctor Mercante 500, nel quartiere Sarmiento, a nord della città più importante del dipartimento di Rosario.

Ci sono meno vittime di un anno fa, di due anni fa, di cinque anni fa, ma non smettono di apparire.

 
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