Basi Legge, la bomba per la “talpa” per far implodere lo Stato?

Basi Legge, la bomba per la “talpa” per far implodere lo Stato?
Basi Legge, la bomba per la “talpa” per far implodere lo Stato?

Martedì 11.6.2024

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Ultimo aggiornamento 20:44

Di Jorgelina Mudallel

Questo mercoledì, 12 giugno 2024, il Senato Onorevole della Nazione argentina terrà una sessione storica: avrà il potere di approvare o meno la Legge delle Basi e il Pacchetto Fiscale di riforme che consentiranno, nelle parole del Presidente, “per distruggere lo Stato così com’è oggi lo conosciamo”.

Pertanto, mi sembra fondamentale come consigliere della città di Santa Fe, culla della Costituzione argentina e terra del brigadiere Estanislao López, tra gli altri ricordi, evidenziare l’importanza, le conseguenze e le implicazioni che la sua sanzione comporta per i miei vicini.

Innanzitutto vorrei sottolineare che dietro la proclamata “distruzione dello Stato” che si propone di realizzare con questa Legge Base, si nasconde in realtà l’instaurazione di un nuovo legame tra lo Stato e le diverse realtà sociali e attori economici del nostro Paese. L’articolo 1 della Legge concede “superpoteri” e poteri delegati che conferiscono maggiore discrezionalità al presidente, attaccando chiaramente il corretto funzionamento dei contrappesi istituzionali che la Repubblica argentina ha adottato dal 1994, ma non sopprime in alcun modo l’azione dello Stato .

In questo senso, quelli di noi che hanno avuto l’opportunità di formarsi in un’università pubblica hanno imparato che una società moderna come la nostra è il risultato di diverse sfere di funzionamento: la comunità, il mercato e lo Stato. Il collegamento armonioso tra questi tre ordini consente il normale funzionamento delle società impegnate nello sviluppo economico e nell’inclusione sociale. Tuttavia, le intenzioni dell’attuale governo cercano di ridurre lo Stato alla sua espressione minima, attaccando la fornitura dei beni e dei servizi più basilari, anche se, d’altro canto, usa la sua massima capacità per favorire la concentrazione della ricchezza in alcuni settori privilegiati.

Peggio ancora, i postulati teorici del nostro presidente Javier Milei sono contro il mondo. Si assumono posizioni dogmatiche e si sollevano discussioni ideologiche stabilite anni fa in quasi tutti i paesi del mondo. Nel 21° secolo, è già un consenso di base delle democrazie moderne che lo Stato è un fattore necessario per la creazione di mercati, la promozione di settori strategici, la creazione di ricchezza e la ridistribuzione del reddito. Inoltre, lo Stato è un elemento necessario per evitare la concorrenza sleale o la cartellizzazione del mercato. Tutto ciò sembra essere ignorato dal nostro Presidente, a scapito della stragrande maggioranza del nostro popolo.

D’altra parte, e proprio nella nostra città, anche senza la validità della Legge Base e del Pacchetto Fiscale ma della DNU 70/23, possiamo già osservare le conseguenze di queste decisioni politiche ai diversi livelli dello Stato. Il primo esempio lo troviamo nei lavori pubblici: a dicembre 2023 erano almeno 14 i lavori che sono già paralizzati da più di 6 mesi e dove non abbiamo ancora visto nessun attore privato disposto a portarli avanti, come proclamato il nostro massimo autorità. Al contrario, è evidente che i vari attori economici hanno bisogno di investimenti statali per portare avanti i loro progetti di business e di investimento. Il risultato dell’eliminazione dello Stato come fornitore di infrastrutture di base implica meno lavoro per le imprese edili e di servizi, una diminuzione dell’occupazione, una maggiore esclusione sociale e una diminuzione della qualità della vita per tutti i residenti di Santa Fe.

Se la Legge sulle Basi verrà approvata, questa realtà peggiorerà negativamente poiché gli articoli da 1 a 62 si riferiscono alla Riforma dello Stato, che comprende una riorganizzazione dei beni e dei servizi forniti ma avente come asse principale il licenziamento dei dipendenti e la privatizzazione delle aziende dei servizi pubblici . Ancora una volta, idee già attuate e politiche fallite che vengono attuate nuovamente come se non avessimo imparato nulla dal nostro passato.

Un’altra azione di “contrazione” e riduzione nella fornitura di beni e servizi si riscontra nelle decisioni dei tre livelli dello Stato (Nazione, Provincia e Comune) riguardo alle modalità di aggiornamento dei prezzi regolamentati come quelli di energia elettrica, acqua e gas. e biglietti dell’autobus che non sono correlati al livello di reddito della popolazione.

Allo stesso modo, questa rifondazione dello Stato che il presidente Milei intende realizzare, propone l’attuazione del Regime di Incentivazione dei Grandi Investimenti (RIGI) che, anche con le sue modifiche, minaccia le PMI argentine e la loro capacità di generare occupazione. Questo è vero perché il RIGI implica agevolazioni esagerate per le aziende straniere per commercializzare le nostre risorse naturali.

Non siamo contrari all’arrivo di investimenti ma questi devono essere indirizzati in un chiaro schema di trasferimento tecnologico e di sviluppo di filiere produttive che permettano alle nostre aziende di diventare fornitrici di grandi imprese. Il quadro normativo attualmente proposto non solo garantisce esenzioni fiscali per trent’anni ma consente anche l’importazione di beni intermedi e durevoli che le nostre PMI sono in grado di produrre localmente. Per una provincia produttiva e manifatturiera come Santa Fe, questo affronto all’industria nazionale e al lavoro degli argentini non è da trascurare.

Ancora una volta, qui non è in gioco la scomparsa dello Stato, ma esso è visibilmente presente per attentare agli interessi nazionali e a detrimento del nostro tessuto produttivo. La “talpa” interna allo Stato potrebbe usarlo per generare mercati, esenzioni fiscali e sviluppo dell’industria nazionale ma, invece, dà priorità agli interessi delle grandi aziende straniere. È ora di chiedersi per chi sta giocando la talpa.

Credo che in questo XXI secolo gli Stati abbiano la grande sfida di modernizzarsi, di fornire maggiori risposte in modo efficiente ed efficace, preservando però la loro ragion d’essere, che è consentire lo sviluppo armonioso delle comunità e generare le condizioni per l’uguaglianza . Lo raggiungeremo con iniziative in cui prevalgano l’articolazione pubblico-privato-comunità e i processi di sviluppo endogeno, aspetti che non sono presenti nei manoscritti di cui si dibatterà domani.

Pertanto, e per concludere, coloro che promuovono questo nuovo regime normativo dai propri banchi, e dalle diverse sedi istituzionali, devono rendere conto delle sue conseguenze e dei suoi risultati.

Consigliere del Comune di Santa Fe – Blocco Giustizialista. Laurea in Sociologia – UNL.
#Argentina

 
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