Caso AMIA: La Corte Interamericana dei Diritti dell’Uomo ha condannato lo Stato argentino

Caso AMIA: La Corte Interamericana dei Diritti dell’Uomo ha condannato lo Stato argentino
Caso AMIA: La Corte Interamericana dei Diritti dell’Uomo ha condannato lo Stato argentino

Questo venerdì la Corte Interamericana dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Argentina per l’attentato all’AMIA. All’unanimità ha dichiarato lo Stato argentino responsabile della violazione dei diritti umani delle vittime dell’attentato contro la Cassa Mutua Ebraica del 18 luglio 1994.

La Corte internazionale ha ratificato una precedente condanna e ha aggiunto le violazioni al “diritto collettivo alla verità”. Ha stabilito, nel frattempo, che lo Stato argentino “deve impegnarsi in indagini e misure di riparazione”.

La sentenza obbliga l’Argentina a formulare “riforme strutturali sull’uso delle informazioni di intelligence nei casi giudiziari e sull’accesso alla documentazione”.

La Corte Interamericana ha accolto la richiesta avanzata dal gruppo di vittime e parenti Memoria Activa, con il patrocinio del Centro di Studi Giuridici e Sociali (CELS).

“Le autorità statali non possono avvalersi di meccanismi quali il segreto di Stato o la riservatezza delle informazioni, o motivi di interesse pubblico o di sicurezza nazionale, per smettere di fornire le informazioni richieste dalle autorità giudiziarie o amministrative incaricate delle indagini o dei processi pendenti”, si legge nella sentenza. stati.

Lo Stato è stato condannato per i capitoli della sentenza che sostengono “la violazione del diritto alla vita per non aver impedito l’attentato, per non aver adeguatamente indagato né sull’aggressione né sull’insabbiamento, per aver violato il diritto alla verità storica e alla diritto all’informazione e per le loro responsabilità nell’insabbiamento.

La sentenza ordina allo Stato argentino di “rimuovere tutti gli ostacoli per indagare sull’attacco e sull’insabbiamento entro un periodo di tempo ragionevole”.

In questa direzione si dovrà rispettare la “costruzione di un archivio storico pubblico sull’attentato, l’insabbiamento e il ruolo delle associazioni delle vittime”.

Uno dei punti più importanti della sentenza è che ha ordinato all’Argentina di aprire i file e le informazioni di intelligence relative all’attacco e di adottare misure normative per regolare le condizioni per l’inserimento di informazioni di intelligence in casi giudiziari gli eventi che hanno deviato l’indagine giudiziaria che doveva chiarire l’accaduto.

In tal senso, la Corte interamericana ha affermato che “lo Stato ha violato il diritto di accesso all’informazione non avendo garantito un accesso reale agli archivi di Stato contenenti la documentazione dell’attentato e il diritto alla verità avendo insabbiato l’attentato e ostacolato la sua indagine”.

“Lo Stato ha violato il diritto all’integrità personale dei parenti delle vittime identificate nella sentenza”, si legge nel testo.

Nell’ottobre 2022, durante le udienze tenutesi a Montevideo, l’Argentina ha riconosciuto la propria responsabilità internazionale per gli eventi. La Corte ha apprezzato questo riconoscimento e ha sottolineato che esso significava “un contributo positivo allo sviluppo del processo, alla validità dei principi che ispirano la Convenzione e alla soddisfazione dei bisogni di riparazione delle vittime”.

 
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