Pentiti e non agire

Pentiti e non agire
Pentiti e non agire

A questo punto, a una settimana dai tragici fatti accaduti alla discoteca Rich, di loro si è detto tutto o quasi. Da un lato si è mostrata l’indolenza di entrambi i livelli di governo che, a seconda del lato dell’opinione, hanno attaccato l’uno e assolto l’altro; D’altra parte, i commentatori accaniti dell’Olimpo della loro solvibilità morale hanno lanciato contro i giovani gli stessi attacchi che contro i loro genitori, incuranti del lutto delle famiglie. Arrivano al disgusto chiedendo cosa ci facessero lì i ragazzi e come i loro genitori avessero dato loro il permesso di partecipare, ma non si chiedono come sia stato possibile che il luogo continuasse a funzionare. La cera e lo stoppino sono stati fatti e continueranno a essere fatti.

Sabato alle 10,32, un segretario del Consiglio Comunale molto istituzionale ma nervoso ha dichiarato in un messaggio: “…vogliamo sottolineare con forza quanto segue: in primo luogo, siamo profondamente dispiaciuti per l’evento ed esprimiamo alle famiglie delle vittime il nostro le nostre condoglianze e il nostro sostegno incondizionato nel chiarire i fatti; In secondo luogo, il luogo denominato Rich, dove l’evento è stato verificato e accertato, non disponeva di alcun permesso o autorizzazione per svolgerlo, poiché non viene richiesta alcuna autorizzazione per lo svolgimento di un evento di questa natura. La presenza costante e, naturalmente, senza alcun controllo delle persone presenti a questo evento, ha causato il cedimento sotto pressione di una delle ringhiere del terzo piano di questo edificio Altus, causando questa tragedia. Restiamo in comunicazione permanente con il Segretario Generale del Governo per il completo chiarimento dei fatti, tanto che ieri sera, lo stesso giorno, le direzioni del Commercio e del Governo statale hanno proceduto alla chiusura di questo luogo conosciuto come Rich. Confermiamo la disponibilità del Consiglio Comunale della Capitale a collaborare con l’autorità statale e la Procura Generale dello Stato per fare pieno chiarimento dei fatti e punire i responsabili.

Nove ore dopo (19,33), il goffo sindaco ad interim (che avrebbe dovuto essere il primo nell’ordine dei messaggi) balbettò un vero e proprio farfugliamento: “A San Luis siamo in lutto, ieri sera, per il terribile evento che avvenuto in Plaza Altus, Ci sentiamo in lutto, siamo in lutto, tutta la società di Potosí. Abbiamo contattato alcuni parenti per esprimere la nostra solidarietà e il nostro sostegno personale e istituzionale, a tutte le famiglie dei giovani deceduti e dei giovani feriti, esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno in tutto ciò che è necessario. Siamo con voi in questo terribile momento di cui tutti ci rammarichiamo. Allo stesso modo, informo la società di Potosí che ho incaricato il Segretario della Protezione Cittadina, la Direzione Comunale della Protezione Civile, la Direzione del Commercio, di fornire gli elementi per aiutarli in questa indagine che sta portando avanti la Procura. Saremo in continua comunicazione per poter fornire gli elementi necessari affinché sia ​​fatta giustizia per quanto accaduto e che porta in lutto tutta San Luis Potosí. Passa un buon pomeriggio.

Con così tanto tempo a disposizione e di riposo, il minimo avrebbero dovuto fare era elaborare il messaggio, è chiaro che ha improvvisato (come era chiaro che siamo in lutto), nessuno avrebbe scritto quel testo schifoso. Sarebbe stato meglio per lui tacere piuttosto che dimostrare ancora una volta la sua incommensurabile stupidità.

Non si può ignorare nemmeno il veleno versato dall’ente statale, che ha subito cercato di ritenere responsabile l’azienda municipale, alludendo alla risposta tardiva e cercando di portare stoppie nelle loro stalle, esaltando il merito di aver risposto per primi. È vero, ovunque tu voglia vederlo.

Miserabile e patetico in proporzioni uguali; Ma nonostante tutto e il fatto che li accomunano meschinità, responsabilità e corruzione, c’è una realtà: Enrique Galindo (il sindaco rieletto più votato) avrebbe dovuto immediatamente tornare al suo posto.

Consideriamo che essendo esaurita la questione della licenza, si sarebbe potuto convocare una seduta straordinaria del Consiglio per votare sulla sua reintegrazione, ma volendo guadagnare tempo e calmare le acque, ha preferito dire che la sua licenza era scaduta in due settimane. Questa è la condizione miserabile della continuità per la quale hanno votato.

Intanto, cercando di chiarire le responsabilità e di far finta che si stia lavorando, è iniziata la caccia alle streghe; Sia il legale che l’illegale sono chiusi e la timida CANIRAC, lungi dal proteggere i suoi membri, tace, oppure perché il suo presidente ha ordinato di togliere la questione dall’ordine del giorno della riunione prevista per lunedì prossimo?

 
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