Il “progresso” del “bolo” o coqueo a Santa Cruz

Il “progresso” del “bolo” o coqueo a Santa Cruz
Il “progresso” del “bolo” o coqueo a Santa Cruz

I miei primi viaggi a Santa Cruz, quando visitavo la città che allora era tutta sabbia e i bellissimi paesini della provincia, insieme ai tramonti arancioni e alle mattine sature di ossigeno, sentendo l’aria arricchita e respirando letteralmente la giungla attraverso il pori, erano nidi di pace e tranquillità; Parlavo con la gente del posto che faceva di tutto per rallegrarci la vita regalandoci pezzi di empanizao e dando da bere achachairú ai miei genitori (che delizia! La gente del posto, parenti, faceva una vita sana, nessuno coca!). Ero ancora un bambino e ricordo di aver detto a mio papà “restiamo qui e viviamo qui”… Ma questa è un’altra storia.

Ricordo però di aver visto nell’ovest del Paese masticare coca (poi seppi che si chiamava “acullicar”) quelli che a quel tempo venivano chiamati “indiani”, senza ambiguità. Oppure a coloro che appartenevano allo strato che oggi viene chiamato “popolare” (non tutti). Non era, né lo è adesso, un’usanza generalizzata o estesa a tutti gli strati sociali nelle città di La Paz, Oruro, Potosí o anche Sucre e Cochabamba. Tarija aveva, tuttavia, una realtà leggermente diversa.

Adesso che vivo a Santa Cruz lo vedo, con non poca preoccupazione. che “acullico” o “bolo” è molto diffuso in questa città benedetta, tanto che è difficile rendersi conto della sua grandezza. Il Centro Latinoamericano di Ricerca Scientifica, meglio conosciuto come CELIN, aveva scoperto, nel 2000, che il 10% della popolazione di Santa Cruz masticava coca. Oggi, non essendoci studi sull’argomento, non conosciamo l’entità di tale cattiva pratica che, a quanto pare, si diffuse in tutti gli strati sociali. Il censimento nazionale sarebbe stata una buona occasione per sapere davvero quanti “acullicadores” ci sono, ma probabilmente non è nell’interesse del MAS conoscere queste informazioni, così come la questione dell’identificazione razziale. Comunque.

Il “bolo” o “acullico”, con certezza, non cresceva nell’ovest del paese; Tende piuttosto a diminuire: i figli degli “acullcadores” non sono più “acullicadores” e così diminuisce progressivamente. Lo stesso non accade a Santa Cruz e dimostrarlo è solo questione di camminare per le strade…

Gran parte di questa cattiva abitudine è dovuta ai coltivatori di coca del MAS che, attraverso la politica, sono riusciti a impiantare nell’immaginario collettivo che “acullico” è una “buona abitudine”, senza alcuna base scientifica. Quello che sappiamo è che non solo distrugge lo smalto dei denti (CELIN – 2000), provocando piaghe nella mucosa orale (Ibid) e secondo alcuni studi locali è anche una probabile causa di cancro orale, oltre che di alitosi (brutto fiato) e per non parlare dell’aspetto che assume il volto di chi si ritrova in bocca il “bolo”, senza cioè tener conto dei probabili danni alla salute in generale provocati dal contenuto di cocaina della foglia di coca (0,85 %) nella coca di Yungueña e dello 0,72% nella coca di Chapareña secondo l'”Operazione Breakthrough” della DEA).

Adesso c’è coca per tutti i gusti. Esiste la coca “speciale”, la coca “social”, “machacada” e non “machacada”, al gusto di gomma da masticare, ananas, frutto della passione, con cannella, senza cannella… Hai visto la “pubblicità” del “bolo”? ” sui social? Su Tik Tok ce ne sono più di uno…

Ma perché il “bolo” si è espanso in questo modo? Le risposte di chi ha il (cattivo) vizio dicono che placa la fame, che “dà energia” e che “toglie il sonno” (soprattutto gli automobilisti che guidano senza addormentarsi). Non a caso, questi sono gli effetti che produce la cocaina. Allora viene da chiedersi: la foglia di coca, senza cocaina, produrrebbe gli stessi effetti? Categoricamente no, ovviamente, e quindi masticare coca decocainizzata sarebbe come masticare erba, e chi mastica erba?

E tu sai cosa? Gli animali da campo non mangiano la coca. Hanno, nel loro meccanismo di difesa biologica, qualcosa che è stato trasmesso di generazione in generazione e hanno imparato che la foglia di coca è dannosa, per questo non la consumano. La natura in campagna…si difende.

 
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