Conflitto universitario: i sindacati iniziano 3 giorni di protesta e valutano un nuovo sciopero

Nelle università pubbliche di tutto il Paese ci saranno 72 ore di “visibilità del conflitto universitario”, da martedì 25 a giovedì 27. Foto: Conadu Press

Al termine di un turbolento primo trimestre, ha annunciato il Fronte sindacale delle università nazionali 72 ore di “visibilità del conflitto universitario” in tutto il Paese, da martedì 25 giugno a giovedì 27 giugno. Due mesi dopo la Marzo dell’Università Federale Il 23 aprile, il Fronte Sindican ha denunciato che il conflitto sul bilancio resta aperto a causa della mancanza di risposte del governo nazionale alla perdita salariale di insegnanti e non insegnanti.

“Non esiste università di qualità senza salari dignitosi”, si legge nel bando. Questo Martedì 25 alle 12.00 Si svolgerà una manifestazione davanti al Palazzo Sarmiento, sede del Segretariato Nazionale dell’Istruzione. Lì i leader del Fronte sindacale intendono realizzare a petizione alle autorità. Il punto centrale del documento è la richiesta di “joint venture gratuite”, a fronte di un calo salariale superiore al 40%, secondo fonti sindacali.

Il Fronte Sindacale sta valutando la possibilità di convocare a nuova disoccupazione quando le lezioni riprenderanno ad agosto. “Questi tre giorni di visibilità sono stati risolti perché il semestre sta finendo e molte università hanno già inserito le date degli esami. Finora non abbiamo avuto risposta dal Governo. A seconda di come proseguirà la situazione, valuteremo quali misure adottare all’inizio del prossimo trimestre“, ha anticipato Daniele Riccisegretario generale di Fedun, a Infobae.

Il 28 maggio il governo nazionale ha raggiunto un convenzione con università nazionali per quanto riguarda l’aggiornamento dell’inflazione del spese operativeche rappresentano il 10% del bilancio universitario. Tuttavia non c’era accordo sulla paritàdove il Ministero del Capitale Umano negozia con i sindacati la percentuale di aggiornamento degli stipendi degli insegnanti e dei non insegnanti, che rappresentano la 90% rimanente del bilancio.

Il governo nazionale ha offerto al Fronte sindacale a 4% aggiornamento per giugno, che si aggiunge al 16% concesso a febbraio, al 12% a marzo, all’8% ad aprile e al 9% a maggio. Il comitato congiunto si è riunito ogni mese, ma senza accordo. La ricomposizione degli stipendi degli insegnanti è stata una delle rivendicazioni centrali dell’ Marzo dell’Università Federale il 23 aprile.

Durante l’attuale amministrazione governativa, insegnanti e non insegnanti accumulano un aggiornamento salariale del 67,8%, secondo i dati di Conadu. Nel frattempo, l’inflazione accumulata da dicembre supera il 120%.

“La decisione del Governo Nazionale di ritardare una risposta per i grandi crisi salariale di docenti e non docenti spinge ad approfondire la piano di lotta“, hanno denunciato in un comunicato le organizzazioni che compongono il Fronte sindacale: Conadu, Conadu Historica, Fedun, CTERA, UDA, Fagdut e Fatun.

“La situazione universitaria non si risolve solo aumentando il spese operative (10% del budget totale) perché manca il recupero degli stipendi dei docenti e dei non docenti e il borse di studio che consentano al corpo studentesco di rimanere nell’università e laurearsi”, hanno osservato i sindacati.

Il conflitto di bilancio colpisce il 61 università nazionali distribuiti nelle 24 giurisdizioni del Paese. La caduta dei salari ha un impatto diretto sul 220.660 persone che lavorano nelle case studio. Di questa cifra, 147.821 (66,9%) lo sono insegnantimentre lo sono 56.424 (25,6%). non didattico. Il resto è completato dalle autorità e dal personale pre-universitario, Secondo gli ultimi dati ufficiali della Sintesi delle informazioni universitarie.

Nel mese di giugno si sono verificati due scioperi universitari, che si sono aggiunti alle misure precedenti di marzo e aprile. L’ultimo sciopero, quello dell’11 e 12 giugno, ha avuto il sostegno di tutte le organizzazioni che compongono il Fronte sindacale. “Senza salari dignitosi e con il 60% di docenti sotto la soglia di povertà Non esiste un’università pubblica possibile”, hanno espresso da Conadu.

I rettori hanno espresso il loro sostegno alla richiesta dei docenti e dei non docenti. In una dichiarazione dopo l’ultimo sciopero, da Consiglio Interuniversitario Nazionale Hanno espresso “profonda preoccupazione per l’impossibilità di trovare accordi a livello nazionale” che consentano di risolvere “la necessaria e urgente ricomposizione delle retribuzioni dei lavoratori docenti e non docenti”.

“Chiediamo la volontà e la decisione da parte del governo nazionale di investire i fondi che lo consentono invertire la perdita di potere d’acquisto dei salari nel quadro del processo inflazionistico ed esprimiamo la nostra supporto totale alla giusta rivendicazione dei lavoratori delle università di tutto il Paese, riuniti in tutte le federazioni e associazioni”, hanno osservato i rettori.

 
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