PARIGI, 22 giugno. — Il partito di estrema destra Raggruppamento Nazionale (RN) mantiene oggi il suo vantaggio nei sondaggi in vista delle elezioni legislative del 30 giugno in Francia, anche se potrebbe non ottenere la maggioranza assoluta, riferisce PL.
I sondaggi di Odoxa e dell’Istituto francese dell’opinione pubblica (IFOP) con Fiducial attribuiscono all’organizzazione nazionalista guidata da Marine Le Pen un terzo delle intenzioni di voto alle elezioni da cui usciranno i 577 deputati dell’Assemblea nazionale.
Dietro RN, le indagini collocano il blocco di sinistra del Fronte popolare, composto da socialisti, insubordinati, comunisti e ambientalisti, con il 28-29%, relegando il partito di governo al terzo posto (19-21,5).
Tuttavia, il vantaggio attribuitole nei sondaggi potrebbe non essere sufficiente perché l’estrema destra raggiunga i 289 deputati necessari per ottenere la maggioranza assoluta, alla quale aspira con l’obiettivo di imporre Jordan Bardella come primo ministro.
In ogni caso, RN quasi triplicherebbe i suoi attuali 89 seggi alla Camera, uno scenario che preoccupa – secondo i sondaggi – metà dei francesi, sulla base delle posizioni che questo partito promuove di una maggiore indipendenza dall’Unione europea e contro l’immigrazione.
A giudicare dai sondaggi di Odoxa per il settimanale Le Nouvel Obs e di IFOP-Fiducial per i media Le Figaro e Sud Radio, le critiche del governo e della sinistra al programma difeso da Le Pen e Bardella non hanno cambiato l’opinione dei elettorato.
Il giorno prima, il presidente Emmanuel Macron ha insistito sull’intenzione di presentare il suo schieramento politico come l’unica soluzione alla crisi che attraversa la Francia, di fronte a quelli che considera gli estremi, di destra e di sinistra.
Da parte sua, Le Pen ritiene che una vittoria di RN potrebbe portare alle dimissioni di Macron, che esclude tale ipotesi qualunque cosa accada alle elezioni legislative del 30 giugno, che si svolgeranno al secondo turno una settimana dopo.
Tuttavia, il deputato ha chiarito che non chiederanno le dimissioni, invocando il rispetto delle istituzioni e la prerogativa del capo dello Stato di prendere le sue decisioni.
