Gesù Cristo nostro cibo e nostra medicina
Cibo e medicina eucaristica
Nel corso della mia vita mi sono successe molte cose: piacevoli e spiacevoli, dure e piacevoli, malattie e giorni di abbondanza. Sempre, in ogni circostanza, con me, Gesù Cristo Eucaristia. Egli è la forza dei deboli, rimedio in ogni necessità. Come possiamo ringraziare Dio che è rimasto con noi fino alla fine dei secoli!
Così ho scritto nel mio diario ricordando la prima volta che ho ricevuto Gesù: «Per me oggi è un giorno memorabile; completamente eucaristico: cinquant’anni esatti dalla mia Prima Comunione. Come ringrazierò Dio per così tanto favore? Da allora ho ricevuto Gesù più di quindicimila volte. Fiumi fluenti di grazia hanno inondato la mia anima. Quanta fiducia in Lui! Se tu dicessi, Signore: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna”, quale deve essere la mia speranza di salvezza! Mezzo secolo è un tempo lungo per l’uomo. Lo chiamiamo un anniversario d’oro. Mezzo secolo non basta per amarti, Signore. Ho bisogno dell’eternità!”
La migliore medicina che abbiamo in questo mondo è Gesù in Comunione. Sono felice di ascoltare il canto dell’usignolo e di contemplare la calda alba in una giornata estiva. Gioire in unione con te sarebbe un eufemismo, Signore. È il tuo forno di contatto d’amore; È la fusione con il tuo corpo; nido di riposo; rifugio del camminatore; medicine per i malati; dimora ancestrale del Padre celeste; fonte di vita eterna. Se la mia anima resta sana è grazie all’Eucaristia, se mi sento forte nella mia debolezza è grazie a Lui.
Quanti anni, Signore, è la storia dei miei amori con te! Sei già la mia speranza senza ritorno fino al possesso eterno. Ma ora mi viene in mente l’altro lato della mia relazione d’amore. La disposizione della mia anima deve essere stata povera, poiché non sono un santo. Nel corso degli anni non ho saputo vibrare giorno dopo giorno con l’intensità di chi partecipa al Sacro Banchetto, il cui cibo è Cristo. Ma hai sempre liberato la mia anima dalla morte eterna, e confido che continuerai a farlo fino alla fine. C’è una ragione per cui sei la nostra grande medicina. E noi siamo i malati dello spirito.
Da domani, quando cominceranno a contare le nozze eterne della mia unione con te, prepara il mio povero cuore. E la Vergine Maria, che tanto sa dell’amore, adorna un po’ l’anima mia e insegnami a comunicarmi. Tu sei, Gesù, il rimedio alla nostra debolezza umana.
José María Lorenzo Amelibia
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-Il mio blog: https://www.religiondigital.org/secularizados-_mistica_y_obispos/
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