Uno studio dell’Università di Castilla-La Mancha (UCLM) ha rivelato la presenza di batteri resistenti agli antibiotici nel Tago. In questo lavoro è stata studiata la presenza di batteri antibiotici multiresistenti nel fiume attraverso quattro campionamenti effettuati in 19 punti lungo il tratto centrale del suo bacino. Nello specifico, per valutare questa resistenza, sono stati selezionati quattro farmaci come rappresentanti delle principali famiglie di antibiotici esistenti: ampicillina, doxiciclina, sulfametossazolo e ciprofloxacina.
I risultati ottenuti hanno evidenziato che esistono notevoli differenze nelle concentrazioni di microrganismi nonché nelle percentuali di resistenza rilevate per ciascun antibiotico. Pertanto, lo studio lo ha confermatoLa resistenza antimicrobica è significativamente più elevata in estate dovuto a diversi fattori: c’è un maggior consumo di antibiotici, la temperatura dell’acqua aumenta e aumenta anche la portata del fiume.
Tutto ciò genera una maggiore presenza di antibiotici nelle acque superficiali, dato questo essendo direttamente correlato ad una maggiore comparsa di batteri resistenti. È stato inoltre osservato a aumento dei microrganismi resistenti agli antibiotici in quei punti dove la pressione antropica è maggiore, cioè ddove sono concentrati gli impianti di depurazione.
Questo lavoro rivela la grande variabilità microbiologica che presenta il fiume Tago e dimostra come i fiumi “possono diventare un punto critico nella comparsa e nella diffusione della resistenza microbica agli antibiotici, un problema che viene rilevato in tutto il mondo e che ha la sua effetti sulla salute umana e animale e sull’ambiente“, come sottolinea Susana Seseña Prieto, del Dipartimento di Biochimica dell’UCLM, che ha diretto questo lavoro di ricerca.