È così che Mosca recluta i prigionieri per andare sul campo di battaglia

È così che Mosca recluta i prigionieri per andare sul campo di battaglia
È così che Mosca recluta i prigionieri per andare sul campo di battaglia

Da mesi ormai le informazioni delle potenze europee trapelano nelle istituzioni del blocco La Russia perde centinaia di uomini al giorno in Ucraina, migliaia ogni mese, decine di migliaia all’anno e probabilmente ne persero più di 150.000 in due anni di guerra.

Entrambe le parti hanno perso dozzine di soldati in due anni di guerra.

Foto:AFP

La soluzione allo scoppio della guerra fu quella di consentire alle milizie private Wagner, ormai eliminate, di reclutare nelle carceri, ma il loro numero era limitato. Le cose stanno cambiando. Alla fine di marzo la Duma russa ha approvato una riforma giuridica Permette alle Forze Armate di reclutare dalle carceri e anche persone che sono indagate per crimini ma non sono state ancora condannate.

In cambio della loro partecipazione alla guerra, se riescono a tornare vivi in ​​Russia, ricevono la libertà. I calcoli più attendibili dicono che la Russia potrebbe così aumentare di 150.000 il numero dei soldati in Ucraina. Carne da cannone.

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Numerose leggi facilitano questo reclutamento, spesso forzato, ma l’ultima va oltre. Chiunque è indagato per un reato, si trova in carcerazione preventiva o attende un processo in libertà, Vedrai eliminato l’intero processo giudiziario se ti arruoli per la guerra.

La liberazione definitiva dei prigionieri diverrà effettiva, dice la riforma, soltanto alla fine della guerra. Quindi rimarranno in prima linea per tutta la durata della guerra oppure torneranno in prigione. Riusciranno a fuggire solo coloro le cui ferite sono incompatibili con la loro partecipazione come soldati. Quelli potranno tornare a casa, non in prigione.

La milizia privata Wagner, ormai eliminata, poté reclutarsi nelle carceri all’inizio della guerra.

Foto:AFP

La legge prevede eccezioni. Non possono beneficiarne i condannati per terrorismo, tradimento dello Stato, criminalità organizzata o “discredito delle Forze Armate”.. Coloro che criticano la guerra vengono condannati per questo crimine. Ma in pratica sembra che venga reclutata quest’ultima tipologia di detenuti. Soprattutto se si tratta di personaggi famosi che protestarono contro la guerra.

Oleg Orlov, cofondatore e membro di Memorial, la prestigiosa ONG russa per i diritti umani, Premio Sakharov del Parlamento europeo e Premio Nobel per la pace nel 2022, ha ricevuto una lettera dall’amministrazione penitenziaria che offre di modificare la sua condanna a due anni e mezzo in carcere (ha protestato contro la guerra) per lo stesso periodo di servizio al fronte in Ucraina. Orlov ha 70 anni.

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Le forze armate russe non si tirano indietro davanti ad assassini, stupratori o persone corrotte di qualsiasi tipo. E tra questi ultimi le malefatte cominciano a crescere, secondo quanto riferiscono nelle loro note i corrispondenti moscoviti di alcuni dei maggiori quotidiani europei. Funzionari o politici corrotti condannati a qualche anno di prigione possono arruolarsi in unità lontane dal fronte o nell’industria militare.

La guerra sta quindi svuotando le carceri russe. Nell’agosto 2022, quando è iniziato il sistema di reclutamento dei prigionieri, Le persone detenute in tutto il sistema carcerario erano 349.000 (oltre ad altre 100.000 in attesa di processo). Alla fine dell’anno si contavano meno di 250.000 persone. Secondo un dispaccio dell’agenzia americana Associated Press, in diverse regioni le carceri verranno chiuse perché lasciate vuote.

Soldati russi in un carro armato.

Foto:HO tramite EPA

La maggior parte dei prigionieri inviati in Ucraina non ritornano. Quasi tutti (quelli fisicamente idonei) vengono inviati nei reparti d’assalto al fronte, quelli più a rischio. Yevgeny Prigozhin, il capo di Wagner che si ribellò al presidente Putin e morì poco dopo quando il suo elicottero fu abbattuto, aveva stimato che la sua organizzazione avesse perso 22.000 uomini solo per prendere la piccola città di Bakhmout, che lui chiamava “il tritacarne”.

Stime di quanti soldati la Russia ha perso

Né l’Ucraina né la Russia hanno pubblicato resoconti ufficiali delle perdite subite dall’inizio della guerra. Alla fine di febbraio, L’Ucraina ha stimato in 31.000 il numero dei suoi soldati morti, mentre l’esercito russo evita di denunciare le perdite militari.

Mercoledì il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha fatto ricorso alla “legge sul segreto di Stato” e al “caso particolare” dell’invasione russa dell’Ucraina per giustificare l’assenza di comunicazioni ufficiali sulle perdite militari del suo esercito.

Lo scorso agosto, tuttavia, il New York Times, citando funzionari statunitensi, stimava Perdite militari russe ammontano a 120.000 soldati morti. E il 29 gennaio, in una risposta scritta a un parlamentare, il ministro della Difesa britannico James Heappey ha stimato a 350.000 il numero dei soldati russi uccisi o feriti.

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I soccorritori ucraini rimuovono i resti di un missile dopo che è stato abbattuto in un parco a Kiev, in Ucraina.

Foto:EFE

Un altro conteggio effettuato questa settimana dal servizio in lingua russa della BBC e dal sito russo Mediazona stima che più di 50.000 soldati russi siano morti dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022.

Il calcolo, pubblicato dopo una ricerca congiunta e completata il 7 aprile 2024, si basa su diverse fonti di informazione, come comunicati stampa ufficiali, notizie sulla stampa e sui social network o visite ai cimiteri.

​Nel loro lavoro, BBC Russian e Mediazona erano particolarmente interessate alla sorte dei detenuti russi reclutati per combattere al fronte.

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Secondo l’indagine dei due media, su un campione di oltre 1.000 detenutila metà dei reclutati dall’esercito russo era morta due mesi dopo essere stata mandata al fronte. Quelli reclutati dal gruppo paramilitare Wagner generalmente morivano tre mesi dopo il loro arruolamento.

I due media sottolineano inoltre che nel secondo anno di conflitto sono morti più di 27.300 soldati russi “il che illustra l’enorme costo umano delle conquiste territoriali” ottenute dall’esercito inviato dal governo di Valdimir Putin.

IDAFE MARTÍN PÉREZ – FOR TIME – BRUXELLES

 
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