Da mesi ormai le informazioni delle potenze europee trapelano nelle istituzioni del blocco La Russia perde centinaia di uomini al giorno in Ucraina, migliaia ogni mese, decine di migliaia all’anno e probabilmente ne persero più di 150.000 in due anni di guerra.
In cambio della loro partecipazione alla guerra, se riescono a tornare vivi in Russia, ricevono la libertà. I calcoli più attendibili dicono che la Russia potrebbe così aumentare di 150.000 il numero dei soldati in Ucraina. Carne da cannone.
(Si può leggere: ‘Lacrime mancine’: Javier Milei reagisce alle massicce proteste in Argentina in difesa dell’università pubblica)
Numerose leggi facilitano questo reclutamento, spesso forzato, ma l’ultima va oltre. Chiunque è indagato per un reato, si trova in carcerazione preventiva o attende un processo in libertà, Vedrai eliminato l’intero processo giudiziario se ti arruoli per la guerra.
La liberazione definitiva dei prigionieri diverrà effettiva, dice la riforma, soltanto alla fine della guerra. Quindi rimarranno in prima linea per tutta la durata della guerra oppure torneranno in prigione. Riusciranno a fuggire solo coloro le cui ferite sono incompatibili con la loro partecipazione come soldati. Quelli potranno tornare a casa, non in prigione.
Oleg Orlov, cofondatore e membro di Memorial, la prestigiosa ONG russa per i diritti umani, Premio Sakharov del Parlamento europeo e Premio Nobel per la pace nel 2022, ha ricevuto una lettera dall’amministrazione penitenziaria che offre di modificare la sua condanna a due anni e mezzo in carcere (ha protestato contro la guerra) per lo stesso periodo di servizio al fronte in Ucraina. Orlov ha 70 anni.
(Inoltre: le partite della Copa América e altri eventi sportivi potrebbero essere messi in gioco a causa delle guerre e delle minacce terroristiche condotte nel mondo?)
Le forze armate russe non si tirano indietro davanti ad assassini, stupratori o persone corrotte di qualsiasi tipo. E tra questi ultimi le malefatte cominciano a crescere, secondo quanto riferiscono nelle loro note i corrispondenti moscoviti di alcuni dei maggiori quotidiani europei. Funzionari o politici corrotti condannati a qualche anno di prigione possono arruolarsi in unità lontane dal fronte o nell’industria militare.
La guerra sta quindi svuotando le carceri russe. Nell’agosto 2022, quando è iniziato il sistema di reclutamento dei prigionieri, Le persone detenute in tutto il sistema carcerario erano 349.000 (oltre ad altre 100.000 in attesa di processo). Alla fine dell’anno si contavano meno di 250.000 persone. Secondo un dispaccio dell’agenzia americana Associated Press, in diverse regioni le carceri verranno chiuse perché lasciate vuote.
La maggior parte dei prigionieri inviati in Ucraina non ritornano. Quasi tutti (quelli fisicamente idonei) vengono inviati nei reparti d’assalto al fronte, quelli più a rischio. Yevgeny Prigozhin, il capo di Wagner che si ribellò al presidente Putin e morì poco dopo quando il suo elicottero fu abbattuto, aveva stimato che la sua organizzazione avesse perso 22.000 uomini solo per prendere la piccola città di Bakhmout, che lui chiamava “il tritacarne”.
Stime di quanti soldati la Russia ha perso
Mercoledì il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha fatto ricorso alla “legge sul segreto di Stato” e al “caso particolare” dell’invasione russa dell’Ucraina per giustificare l’assenza di comunicazioni ufficiali sulle perdite militari del suo esercito.
Lo scorso agosto, tuttavia, il New York Times, citando funzionari statunitensi, stimava Perdite militari russe ammontano a 120.000 soldati morti. E il 29 gennaio, in una risposta scritta a un parlamentare, il ministro della Difesa britannico James Heappey ha stimato a 350.000 il numero dei soldati russi uccisi o feriti.
(Continua a leggere: Edmundo González: gli ammiccamenti di Stati Uniti e Brasile al candidato antichavista in Venezuela)
Il calcolo, pubblicato dopo una ricerca congiunta e completata il 7 aprile 2024, si basa su diverse fonti di informazione, come comunicati stampa ufficiali, notizie sulla stampa e sui social network o visite ai cimiteri.
Nel loro lavoro, BBC Russian e Mediazona erano particolarmente interessate alla sorte dei detenuti russi reclutati per combattere al fronte.
(Si legge: ‘È ora di recuperare la democrazia’: Edmundo González accetta di affrontare Nicolás Maduro per la presidenza del Venezuela)
Secondo l’indagine dei due media, su un campione di oltre 1.000 detenutila metà dei reclutati dall’esercito russo era morta due mesi dopo essere stata mandata al fronte. Quelli reclutati dal gruppo paramilitare Wagner generalmente morivano tre mesi dopo il loro arruolamento.
I due media sottolineano inoltre che nel secondo anno di conflitto sono morti più di 27.300 soldati russi “il che illustra l’enorme costo umano delle conquiste territoriali” ottenute dall’esercito inviato dal governo di Valdimir Putin.
IDAFE MARTÍN PÉREZ – FOR TIME – BRUXELLES