6.000 nuove infezioni da HIV in meno in tre anni grazie alla diagnosi precoce nei servizi di emergenza

6.000 nuove infezioni da HIV in meno in tre anni grazie alla diagnosi precoce nei servizi di emergenza
6.000 nuove infezioni da HIV in meno in tre anni grazie alla diagnosi precoce nei servizi di emergenza

Chi non ricorda Tom Hanks in ‘Streets of Philadelphia’ nel ruolo di un avvocato di successo che viene licenziato dopo che i suoi capi scoprono che soffre di AIDS? Negli anni ’90 contrae l’infezione HIV Era praticamente una condanna a morte il fatto che, oltre alla gravità della malattia, fosse anche incatenato uno stigma sociale difficile da sopportare.

Una malattia infettiva che ora, nel 21° secolo, sembra essere stata dimenticata, ma che ha causato ben altro 40 milioni di morti nel mondo fin dalla sua nascita.

Dall’essere la principale causa di morte nel passato, l’HIV è riuscito a passare, grazie alla ricerca medica e innovativa terapie antiretrovirali, essere una malattia cronica. La chiave sta nel fermare il virus in modo che possa essere trattato e il paziente possa continuare con la sua vita.

Il programma “Deja Tu Huella” è nato con questa vocazione: diagnosticare casi nascosti di HIV nelle emergenze ospedaliere. Infatti, un caso su cinque di HIV rilevato in Spagna si trova in questi servizi medici.

“Abbiamo la ferma intenzione di contribuire a porre fine all’infezione nascosta dell’HIV”, afferma il dottor Juan González del Castillo, medico d’urgenza e coordinatore di “Deja Tu Huella”. Tra tre anni diagnosticato più di 1.600 casi di HIV e sono state evitate più di 6.000 nuove infezioni. Dati che sono stati evidenziati al congresso nazionale della SEMES (Società Spagnola di Medicina d’Urgenza) che si tiene quest’anno a Siviglia.

I medici d’urgenza sottolineano la portata della diagnosi: «quello che conta non sono tanto i numeri ma le persone. Ci sono 1.600 persone che non sapevano di avere l’HIV e, grazie a questo programma, lo sanno. E cosa ha permesso questo? Che tutti possano essere indirizzati al sistema sanitario per essere curati e poter così fermare la trasmissione della malattia. Inoltre, i pazienti riescono a controllare la malattia molto prima. “Insieme a SEMES stiamo trasformando la vita di molte persone che convivevano con l’HIV senza saperlo e continuiamo a lavorare affinché questo programma possa non solo essere implementato in un numero maggiore di ospedali, ma anche per garantire di ottenere i migliori risultati risultati”, afferma María Rio, vicepresidente di Gilead, partner biofarmaceutico del programma.

La sfida che ha dovuto affrontare ‘Deja Tu Huella’ è stata quella di fermare il 13% delle persone affette da HIV che non conoscevano la loro realtà, affinché potessero continuare a trasmettere il virus, oltre ad un altro 50% che ha ricevuto la diagnosi in ritardo. Ciò significa una prognosi peggiore per il paziente e maggiori costi sanitari.

Attualmente, e grazie a questo programma, il rilevamento sta migliorando, evitando esponenzialmente i contagi e risparmiando potenzialmente 4,4 miliardi di euro al sistema sanitario entro un periodo di 20 anni. “Un terzo delle occasioni mancate si sono verificate al pronto soccorso”, spiega González del Castillo, “soprattutto tra quella fascia di popolazione che vede solo un medico quando si reca al pronto soccorso o che è a rischio di esclusione sociale”.

A questo progetto partecipano 151 ospedali, per il quale è stato presentato un nuovo documento di consenso per rafforzare lo screening in pronto soccorso. E a questo punto è stato evidenziato il ruolo dell’infermieristica d’emergenza, fondamentale per ottimizzare i risultati.

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