The Legend of Zelda Ocarina of Time compie 25 anni: ecco come ho vissuto il mese prima del lancio della più grande avventura di tutti i tempi

In questo giorno, 25 anni fa, La leggenda di Zelda Ocarina of Time, una delle migliori avventure di tutti i tempi, è arrivata nei negozi giapponesi. In Europa abbiamo dovuto aspettare ancora qualche giorno, fino all’11 dicembre, ma non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di ricordare uno dei titoli chiave del Nintendo 64, e della storia delle avventure in generale.

Per chi non se lo ricordasse, Zelda Ocarina of Time è stata l’ultima major release di un 1998 che, come questo 2023, è stato un anno eccezionale per quantità e qualità dei titoli. Tra questi potremmo goderci Half-Life, Metal Gear Solid (arrivato in Europa nel 1999), Resident Evil 2 o il primo Gran Turismo, tra molti altri.

Ma non lo nascondo: tra tutti, essendo opere colossali quali sono, per me l’esclusiva per Nintendo 64 resta un gioco speciale. Pertanto, non volevo perdermi il Zelda Ocarina of Time 25° anniversario per rendere omaggio ad un gioco che per me, e per tanti altri giocatori, ha ancora “qualcosa di unico” sotto molti aspetti.

Non solo rimane uno dei migliori giochi d’avventura di tutti i tempi, il cui gameplay resiste stoicamente alla prova del tempo, ma è anche pioniere di molte cose. Quale momento migliore, inoltre, per condividerne alcuni ricordi legati a come erano state le settimane prima dell’uscita di The Legend of Zelda Ocarina of Time approfittando di questi 25 anni?

25 anni fa, la stampa aveva già suonato Ocarina of Time

Il mio primo contatto con The Legend of Zelda Ocarina of Time è avvenuto a Francoforte, Germania, 9 novembre 1998. Quel giorno era vacanza a Madrid (Almudena), e toccava a me andare a seguire l’evento. Non era il primo viaggio che facevo, ma lavoravo a HobbyConsolas solo da 8 mesi, ed era uno dei primi “grandi giochi” che dovevo coprire. Era innervosirsi.

Un piccolo gruppo di giornalisti ha lasciato la Spagna per Francoforte. Tra loro c’erano un montatore e un cameraman del programma DOF 6 di Canal Plus, pionieri nel portare questo tipo di informazione in televisione, anche se a pagamento, e con una propria estetica e uno stile. Ricordo di aver guardato il programma e di aver visto uno scorcio di 2 secondi di un’inquadratura del resoconto della partita. Tengo la VHS in giro.

Lui Il luogo scelto per la presentazione di Ocarina of Time è stato il cosiddetto Freilichtmuseum Hessen Parkun villaggio/museo all’aperto di Kommern che è stato scelto per due semplici ragioni: era relativamente vicino al quartier generale europeo di Nintendo e, cosa più importante, somigliava moltissimo a Kakariko, una piccola città uscita direttamente dalla saga di The Legend. di Zelda.

Era un modo per entrare nell’atmosfera che avremmo trovato nel gioco. Entriamo così all’interno di una di queste casette e, come accaduto in altre presentazioni, ci aspettano alcuni tavoli, ognuno con la propria postazione di gioco, con un televisore a tubo collegato ad un Nintendo 64. La cosa curiosa è che Il Nintendo 64 aveva un morsetto metallico come non avevo mai visto prima.

Puoi a malapena vederlo nell’immagine sopra, ma questo pezzo di metallo era saldamente fissato alla console e rendeva impossibile rimuovere la cartuccia dallo slot. Se qualcuno avesse mai sognato di riportare a casa la cartuccia, avrebbe come minimo bisogno di un radiale per poter rompere quel sigillo di sicurezza.

Questo il primo contatto con Zelda Ocarina of Time abbiamo giocato circa le prime 3-4 ore dell’avventura (fino alla sconfitta di Re Dodongo, il boss del secondo dungeon), momento in cui il comando ci è stato tolto di mano.

Durante quel periodo abbiamo potuto giocare liberamente e provare nuove funzionalità come il cosiddetto “Z Targeting” o sistema per fissare la telecamera su un nemicoche è valido ancora oggi in molti giochi d’azione, o anche per alcune questioni che allora destavano perplessità, come il salto automatico (e che, secondo me, non erano poi così “un grosso problema”).

Se hai mai avuto la sensazione di non voler lasciare un posto o di non voler smettere di fare qualcosa, questo riassume al meglio il mio primo contatto con Zelda Ocarina of Time. Fortunatamente, solo 2-3 settimane dopo ero di nuovo a Francoforte, questa volta negli uffici Nintendo, per effettuare l’analisi del gioco.

Era la prima volta che Nintendo non inviava alla redazione un gioco già in fase di “revisione”. e dovevamo andare al quartier generale. Dato che i tempi erano piuttosto ristretti, avremmo avuto solo 3 giorni per giocarci, con orario “allungato”, dalla prima mattina fino alle 21-22. Qualunque cosa il corpo possa sopportare, beh.

Ricordo la domenica prima di partire per un viaggio come se fosse ieri, perché mi ha preso una sensazione “dolceamara”. ero così gorilla con Metal Gear Solid (la versione americana, che avevamo già in redazione) che, pur sapendo che quello che avrei visto mi sarebbe piaciuto altrettanto o più, mi dava fastidio lasciare un’altra delle grandi avventure di l’anno sospeso.

Il punto è che Eravamo solo tre media specializzati dalla Spagna. Oltre al sottoscritto, Roberto Serrano per conto di Superjuegos (oggi Group Marketing Manager di PLAION) e Carlos Robles, di 64 Magazine (che sarà poi coinvolto nella prima fase della rivista ufficiale PlayStation, diretta da MC, per il famoso diazepam frase nella sua analisi di Metal Gear Solid).

Analisi The Legend of Zelda Ocarina of Time - Hobby Consolas numero 87

Di tre, Sono stato l’unico a portare con sé un portatile accompagnato da un primitivo dispositivo di acquisizione esterno, per prelevare i miei schermi, che sono quelli pubblicati nell’analisi della rivista, che potete vedere sopra queste righe. Quello che non sapevo era che questo mi avrebbe fatto venire un po’ di mal di testa più tardi…

Il fatto è che siamo arrivati ​​agli uffici Nintendo e, deluso com’ero, ho pensato che li avremmo visti e saremmo andati in un posto “bello”, come nel viaggio precedente. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. La sala stampa era praticamente attaccata all’ingresso, e non era niente di speciale, quindi non ho visto assolutamente nulla da ricordare (il massimo che siamo arrivati ​​è stato il self-service all’ora di pranzo).

La verità è I tre media lavorano fianco a fianco per far avanzare il gioco e condividere le nostre scoperte. E, nonostante ci fosse dello staff Nintendo disposto ad aiutarci con le nostre domande, in tre siamo riusciti abbastanza bene a non dovervi ricorrere, tranne in un’occasione che ricordo.

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Così, insieme, abbiamo scoperto come arrivare a Epona o cosa fare nel cimitero di Dampé o ancora come superare i punti complicati dei dungeon (io sono arrivato a quello dell’acqua). Mentirei se dicessi che durante i tre giorni trascorsi insieme si è creata una bella atmosfera di cameratismo tra noi tre.

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Verso la fine del viaggio, l’ultima sera, il PR di Nintendo che ci ha accompagnato mi ha chiesto un favore: sarebbe possibile condividere gli screenshot con almeno un altro media? Io che “fai quello che vorrei fosse fatto” non ho esitato un secondo e ho realizzato pacchetti con catture diverse per ognuno.

In teoria era una cosa che sarebbe rimasta tra noi, ma appena tornati in ufficio avevano già saputo del gesto, e Ho ricevuto una piccola pacca sul polso da qualcuno che non è più legato a HobbyConsolas e che, all’epoca, aveva alcuni contenziosi pendenti con altri media. Ma la cosa è rimasta lì, e rimane solo l’ennesimo aneddoto…

Appena tornato dal viaggio ho cominciato a scrivere come un forsennato, perché la rivista chiudeva presto per poter pubblicare in tempo l’analisi della partita. Ricordo addirittura i dubbi con la nota: Non avrei esitato a dargli un 100, o un 1000, se il gioco fosse stato tradotto in spagnolocosa che per fortuna è stata risolta con l’uscita di Ocarina of Time 3DS… ma questa è un’altra storia.

Perché The Legend of Zelda Ocarina of Time è per me il miglior gioco della serie, 25 anni dopo

Dicono che spesso i ricordi ci tradiscono e tendiamo a “idealizzare” le cose del passato… ma questo mi è chiaro. Sono uno di quelli che pensa che Zelda Ocarina of Time sia ancora il miglior gioco della serie. E lo difendo laddove necessario.

Non sono così stupido da non vedere che è stato superato dai capitoli successivi della saga in molte delle aree che la definirono ai suoi tempi. E no, non sto parlando solo della grafica.

Partendo dal design, basta dare un’occhiata ai tre livelli in cui si muove Zelda Tears of the Kingdom per vedere come si è evoluto il suo gameplay; attraversando Breath of the Wild e il design del suo mondo aperto; o Wind Waker e la sua meravigliosa estetica visiva… e potrei continuare.

Ma l’ho già detto nel testo dell’analisi originale: “Sono pochi i giochi che raggiungono la categoria dei capolavori. Questo è senza dubbio uno di questi: “The Legend Of Zelda: Ocarina Of Time” è uno dei il più bello, complesso, lungo, emozionante e divertente mai sperimentato su console.

E penso ancora la stessa cosa. Il motivo per cui per me Ocarina of Time resta il miglior Zelda è molto semplice: “è l’unico che continua a fare tutto bene”. E quando dico “tutto” parlo dell’opera nel suo insieme, come somma di ciascuna delle sue parti.

Altri titoli hanno eccelso in aspetti molto specifici (libertà, combattimento, durata, controlli di movimento…) ma senza mettere il resto degli aspetti sullo stesso livello.

È chiaro che si tratta di qualcosa di puramente soggettivo, ma secondo me in Ocarina of Time è tutto curato ed è per questo che, come in Super Mario Bros., gli anni possono già passare. Quando ci ritorni non hai la sensazione che un gioco sia obsoleto o che sia invecchiato male.. Puoi testarlo giocando su Nintendo Switch Online.

Così la narrazione, seppure semplice in Ocarina of Time, mi sembra più efficace e meglio risolta rispetto ai ricordi del passato degli ultimi due capitoli, o alle storie più noiose di Skyward Sword o meno ispirate come quella di Twilight Princess. Insisto, è questione di gusti, non dico che siano brutte partite.

E che dire dei dungeon? Bene allora I dungeon di Ocarina of Time furono tra gli ultimi “memorabili”.uno di quelli che passano gli anni e continui a ricordare (cosa che a me non succede, ad esempio, con le bestie divine di Breath of the Wild, che erano le più deboli del gioco).

Continuiamo per i boss? Nessuna consegna successiva è riuscita ad avvicinarsi alla qualità che trasudano i boss finali di Ocarina of Time.. E farò solo un esempio: il gentiluomo nel dipinto. La serie Zelda non ha mai visto un boss così originale, o fantasioso, come in quel momento. E potrei fare più esempi.

Oppure dai, cambiamo argomento. Cosa potete dirmi della colonna sonora? Gli ultimi giochi hanno avuto frammenti di qualità, ma non un insieme di composizioni così rotonde nella sua interezza, così forti, efficaci e ricordate come quelle di Ocarina of Time, sebbene molti temi fossero basati su capitoli precedenti. Non esiste una colonna sonora uguale nella saga.

La leggenda di Zelda Ocarina of Time

Enigmi, segreti (come la lente d’ingrandimento della verità ricordata), varietà di situazioni (davvero zone invisibili per intrufolarsi nel castello di Hyrule?)… non lo so, Più ci penso, più vedo chiaramente che la grandezza di Ocarina of Time nel suo insieme, e ancora di più se prendiamo in considerazione i limiti tecnici dell’epoca, non è stata superata.

Qualcuno dirà che dovrei buttarmi nel fiume, che se sono già in delirio… sarà perché all’epoca non ci giocavano, e visti ormai senza la prospettiva del tempo, è facile sottovalutare i loro successi, che non furono pochi.

Può anche darsi che mi sia innamorato del gioco nel 1998, e che come accade con i “primi amori” nella vita reale, il suo effetto abbia lasciato in me un segno troppo profondo e inalterabile nel tempo. Comunque sia, congratulazioni, mia cara Ocarina of Time. Passano così altri 25 anni.

 
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