Il senso vivace, anche se mesto, della commedia umana di Gold potrebbe essere controbilanciato nella sua narrativa da una corrente sotterranea di dolore e amarezza. In un saggio, “Death in Miami Beach”, incluso nella raccolta “The Age of Happy Problems” del 1962, scrisse: “La maschera dell’esistenza si adatta duramente alla tua pelle, ma in realtà è la tua unica pelle; e quando la tua pelle viene strappata duramente, sotto di essa sei nudo e il tuo nudo isolamento non ti dà gioia”.
Herbert Gold nacque il 9 marzo 1924 a Lakewood, un sobborgo di Cleveland, che amava chiamare, ironicamente, “la Parigi dell’Ohio nordorientale”. Suo padre, Samuel Gold, immigrato dall’Ucraina da adolescente, corse in un negozio di alimentari, dove sua madre, Frieda (Frankel) Gold, lo aiutò. Il negozio era appena mascherato in una delle storie più belle di Gold, “Il cuore del carciofo”, che parla dei desideri romantici di un dodicenne e del suo profondo desiderio di non rilevare l’azienda di famiglia. La storia è stata inclusa nella raccolta “Love and Like” (1960), che ha contribuito a consolidare la sua iniziale reputazione.
Dopo il liceo, Gold si mise in viaggio, “vivendo una fantasia di ribellione di Cleveland”, scrisse nel saggio “A Selfish Story”. Ha vissuto una vita bohémien a New York e Key West, in Florida, e ha viaggiato con un circo prima di iscriversi alla Columbia University per studiare filosofia. Nel 1943 si arruolò nell’esercito in tempo di guerra, che lo addestrò come interprete russo ma non lo spedì mai all’estero.
-Tornò alla Columbia dopo la seconda guerra mondiale e conseguì una laurea e un master in filosofia. Lì strinse un’amicizia permanente con Allen Ginsberg e coltivò una cordiale antipatia per Jack Kerouac, che ricambiò il favore, denunciandolo a Ginsberg in una lettera del 1958 come “uno scrittore da nessuna parte”.
A Parigi, dove studiò alla Sorbona con una borsa di studio Fulbright, Gold entrò in contatto con un pubblico di letterati espatriati che includeva Richard Wright, James Baldwin e Saul Bellow. È stata la raccomandazione di Bellow a convincere Viking a pubblicare “Birth of a Hero”, su un uomo d’affari del Midwest la cui storia d’amore adultera diventa un viaggio alla scoperta di sé.