Siamo a ottobre, senza titoli in palio, e La Nations League non ha il cachet che vorrebbe Ceferin, per quanto la dipinga di azzurro, Quindi era quasi impossibile che Spagna-Danimarca ci lasciasse il sapore di una grande partita. Il duello è stato messo a dura prova anche dalla piaga degli infortuni e dal dibattito sul fitto calendario, il cui pimpampum scuote tutti, società e squadre. Insomma, tutto porta allo 0-0 finché Zubimendi non va alla grande con un tiro al volo che trova Schmeichel così sorpreso che ha ingoiato il gol. Insomma, tre punti e la leadership del girone come premio per una partita in cui il vero colore è venuto dalla tribuna.
Nel periodo precedente abbiamo assistito all’affetto dei tifosi murciani all’arrivo dell’allenatore della Nazionale allo stadio Enrique Roca, così come all’offerta del trofeo dei Campioni d’Europa da parte di Morata. Una squadra in cui Lamine Yamal ha debuttato con il dieci sulla schiena, numero che ha illuminato calciatori come Pelé, Maradona, Platini e Messi nel corso della storia. Un bavaglino con pedigree, andiamo. Il calcio viaggia così veloce che dimentichiamo che è passato solo un anno (8-9-2023) da quando il giocatore del Barça ha esordito, a 16 anni e 57 giorni, con la Nazionale spagnola.
Ma basta vederlo saltare sull’erba per rendersi conto che i suoi rivali lo guardano come guardano i giocatori. Nelle prime due occasioni in cui Lamine ha controllato la palla, ha subito fallo. È stata una dichiarazione d’intenti da parte della squadra danese, protetta da un 5-4-3-1 che aveva il contrattacco come unica risorsa offensiva. Niente di nuovo sotto il sole, visto che il 99,9% degli avversari della Roja è solito giocare così, senza rischiare la difesa per evitare di prendere un raffreddore.
Fatta eccezione per un paio di colpi iniziali in cui l’ex giocatore del Siviglia Dolberg ha minacciato David Raya, La Spagna era proprietaria e padrona della palla. Prima con Zubimendi, la chiave che deve aprire ogni serratura, e da lì con Fabián come miglior partner per filtrare passaggi interni con cui smantellare la linea rivale di tre difensori centrali. Il tavolo però era un po’ floscio sulla gamba sinistra, perché lì Oyarzabal non ha calpestato il lime come se Lamine lo avesse fatto dall’altra parte. Ecco cosa vuol dire non poter contare su Nico Williams, il vento che soffia ormai da tempo sulla fascia sinistra della Roja.
Il giocatore dell’Athletic è mancato così come la migliore versione di Pedri, posta come luogotenente di Morata e troppo lontano dall’area di creazione. Così, la Danimarca tiene testa e la Spagna va all’intervallo con solo due ammonizioni gravi, un tiro troppo cross di Morata e un faccia a faccia con Schmeichel in cui Lamine manda la palla sopra la traversa.
La palla veniva dalla Spagna, sì, con una percentuale di 60-40, anche le occasioni, con un 11-3 che parlava chiaramente di chi giocava in casa e aveva il compito di proporre il gioco. Ma la squadra di Luis de la Fuente non ha goduto della lucidità delle altre serate, nemmeno con i cambi ha trovato energie in più per mettere in difficoltà Schmeichel e la sua difesa. Merino ha sostituito Pedri e Baena ha sostituito Oyarzabal, ma la canzone ha continuato a suonare la stessa.
Con il passare dei minuti, però, la Danimarca ha fatto marcia indietro. Morata torna a segnare, ma si scontra nuovamente con la porta avversaria, e quando la partita sembrava finire sullo 0-0, Zubimendi sembrava reclamare le strisce che dovrà portare avanti per il prossimo anno a causa del grave infortunio di Rodrigo. È stato un cross in area, senza ulteriori indugi, il rinvio in avanti e lì, su quel balcone pericoloso, il centrocampista del Real ha centrato un tiro al volo che si è concluso in rete. Non è stato il suo tiro migliore, è vero, ma la palla è stata avvelenata quando ha toccato un difensore danese e ha reso la vita difficile a Schmeichel. Un obiettivo, proprio quello. Un 1-0 serrato, ma alla fine una vittoria che vale a sbaragliare la Danimarca e a portarsi in testa al girone.
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Cambiamenti
Mikel Merino (61′, Pedri), Alex Baena (61′, Mikel Oyarzabal), Yussuf Poulsen (72′, Kasper Dolberg), Gustav Isaksen (72′, Christian Eriksen), Rasmus Højlund (77′, Albert Grønbæk), Joselu (77′, Álvaro Morata), Sergio Gomez (92′, Lamine Yamal)
Obiettivi
1-0, 78′: Martin Zubimendi
Carte
Arbitro: Ivan Kruzliak
Arbitro VAR: Michal Ocenas, Erik Gemzicky
Morten Hjulmand (22′, Giallo), Victor Bernth Kristansen (84′, Giallo), Alessandro Bah (87′, Giallo), Vittorio Nelson (92′, Giallo), Davide Raya (93′, Giallo)
Gruppo 4 | P.T | PJ | PAG | PE | PP |
---|---|---|---|---|---|
1 | 7 | 3 | 2 | 1 | 0 |
2 | 6 | 3 | 2 | 0 | 1 |
3 | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 |
4 | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 |
Gruppo 4 | P.T | PJ | PAG | PE | PP |
---|---|---|---|---|---|
1 | 7 | 3 | 2 | 1 | 0 |
2 | 6 | 3 | 2 | 0 | 1 |
3 | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 |
4 | 0 | 3 | 0 | 0 | 3 |