I resti di una donna tailandese, che si ritiene sia stata uccisa, sono stati scoperti venerdì in una zona boscosa nella città portuale di Keelung, sulla costa nord-orientale di Taiwan.
Secondo un rapporto di TVBS, la vittima ha inviato un messaggio al suo fidanzato dal suo cellulare, chiedendogli aiuto. Il fidanzato e i suoi amici sono riusciti a individuare il luogo da cui era partito il messaggio e hanno ritrovato il corpo della vittima in un burrone in una zona boscosa di montagna. Hanno allertato la polizia locale.
La polizia ha trovato un mozzicone di sigaretta in un bagno pubblico, a circa 300 metri dal corpo della vittima. Sospettano che la vittima e il suo aggressore abbiano avuto un acceso litigio prima che la donna venisse pugnalata più volte e spinta nel burrone profondo 10 metri.
Secondo gli ultimi resoconti dei media taiwanesi, la polizia ha già preso in custodia un sospetto.
La zia della vittima, Duangporn Changlek, ha detto ieri ai media nel distretto di Si That di Udon Thani che sua nipote aveva ottenuto un visto di tre mesi e si era recata a Taiwan per lavorare in un salone di massaggi tradizionale. Dopo la scadenza del visto, ha continuato a lavorare lì illegalmente a causa della buona paga, che le permetteva di mandare a casa 4.000-7.000 baht al mese per i suoi figli.
Ha anche detto che sua nipote le ha recentemente detto al telefono che si era assicurata un nuovo lavoro come collaboratrice domestica, ma il suo datore di lavoro era duro e le permetteva a malapena di riposarsi. Ha aggiunto che le aveva consigliato di trovarsi un nuovo lavoro.
La madre della vittima, Pong-ampai Koptemanee, nel frattempo, ha detto ai media di aver parlato con sua figlia un giorno prima di ricevere una telefonata dagli amici di sua figlia, che la informavano che sua figlia si era suicidata. Sebbene scioccata, non credeva che sua figlia fosse morta finché non ne venne a conoscenza dai media.
