La disputa sulla responsabilità per la scarsa partecipazione e la vittoria dei favoriti segnano le primarie del 2024

La disputa sulla responsabilità per la scarsa partecipazione e la vittoria dei favoriti segnano le primarie del 2024
La disputa sulla responsabilità per la scarsa partecipazione e la vittoria dei favoriti segnano le primarie del 2024

Solo un 6,19% delle liste elettorali Gli aventi diritto al voto (4.884.660 persone, tra indipendenti e iscritti ai partiti) hanno partecipato ieri alle primarie svoltesi a 60 comuni e due regioni (Coquimbo e Aysén) per definire i candidati sindaci e governatori per le elezioni comunali e regionali del 27 ottobre.

Nonostante questa fosse una probabilità paventata e nonostante la partecipazione di ieri sia riuscita a superare quella registrata alle primarie comunali e regionali del 2020 (4,37%), le recriminazioni incrociate tra partiti politici e governo per la responsabilità della scarsa affluenza alle urne, hanno segnato gran parte della giornata, dove nemmeno le basse temperature e la pioggia in alcuni luoghi hanno aiutato a mobilitare gli elettori.

“Non c’è stata alcuna informazione da parte dello Stato riguardo alle elezioni”, aveva già avvertito venerdì il presidente del PS, Paolina Vodanovic, che ieri ha aggiunto che pensava “è vergognoso che lo Stato non investa nella promozione della celebrazione della democrazia” e che ci sia stata “una grave violazione, da parte di Servel, riguardo alla mancata diffusione”.

“Il livello di promozione che le primarie avevano come risorsa per risolvere una candidatura, come meccanismo democratico, era debole. Penso che si debbano fare più richieste al Servel per promuovere l’importanza delle primarie”, ha detto a sua volta il timone del Partito Comunista, Lautaro Carmona.

In mezzo alla controversia, la portavoce del ministro de La Moneda, Camila Vallejo, ha sottolineato che oltre al fatto che gli sforzi del governo e del Servel per riferire su questo e altri processi elettorali a venire possono essere rafforzati e migliorati, c’è anche un dovere dei partiti e degli stessi candidati di “muovere ed entusiasmare” i propri aderenti.

“Le campagne di informazione si adattano alla dimensione del processo. Parliamo di un universo di non più di 10mila militanti che potrebbero parteciparvi, indipendenti esclusi. Ciò, ovviamente, dipende molto di più dalla mobilitazione che i partiti e i candidati stessi devono fare per attirare le persone”, ha sottolineato Vallejo.

Sebbene le primarie comunali organizzate dalla destra siano state meno della metà (20) di quelle svolte dal partito di governo (47), nei comuni concorrenti, cioè quelli in cui sia Chile Vamos che i partiti del patto di governo hanno indetto le primarie (Puente Alto, La Florida, Peñalolén, Lo Barnechea, Pucón e Futrono), l’opposizione ha vinto nella partecipazione.

Secondo i dati preliminari disponibili al Servel alla fine di questa edizione, in questi comuni il Cile Vamos ha aggiunto 63mila voti contro i 33mila del partito al governo.

Per quanto riguarda i risultati, in generale ieri hanno vinto i candidati favoriti sia dell’opposizione che del partito di governo.

A Lo Barnechea, ad esempio, il RN Felipe Alessandri (RN) ha prevalso con il 57,41% delle preferenze sull’UDI Carlos Ward (42,91%); a Puente Alto, l’ex ministro di Sebastián Piñera, Karla Rubilar, ha superato il leader sindacale Erick González con più dell’88% e a La Florida, il delfino dell’attuale sindaco Rodolfo Carter, Daniel Reyes, ha superato facilmente (67%) gli indipendenti Janett Fernández (16,7%) e i suoi avversari dell’UDI e della RN.

In questo scenario, RN è diventata la grande vincitrice delle primarie nel Cile Vamos, mentre l’UDI ha perso il suo ultimo baluardo elettorale nella zona orientale (Lo Barnechea), nonostante abbia ottenuto un’importante vittoria indipendentista.

Nel partito di governo, intanto, a Peñalolén, la lettera del RD, Miguel Andrés Concha, ha prevalso con il 51,8% dei voti, sulla candidata della DC, Ximena Llamin (17,8%), mentre a Valparaíso la candidata della Convergenza Sociale, Camila Nieto Hernández (37%) ha sconfitto il candidato della Democrazia Cristiana Guillermo de la Maza.

A Providencia, invece, Macarena Fernández (35,3%), anch’essa militante di Convergencia Social (il partito del presidente Boric), è riuscita a sconfiggere, anche se di poco, la socialista María Fernanda Villegas (34,5%).

Con questi risultati, nel partito di governo il Frente Amplio ha finito per mettere fine alla storica egemonia della DC a Peñalolén (anche se il partito di Alberto Undurraga ha festeggiato di aver vinto a La Granja con Edita Alarcón la lettera socialista sostenuta da Michelle Bachelet e Juan Valdés ) e anche un duro colpo per il PS di Providencia.

A sua volta, il PC ha festeggiato la vittoria di Nicolás Hurtado a La Florida con quasi il 60% dei voti, consolidando quel comune come una delle roccaforti elettorali comuniste.

Nelle primarie per i candidati governatori, indette solo dal Cile Vamos nelle regioni di Coquimbo e Aysén, hanno vinto rispettivamente il candidato di Evópoli Cristóbal Julia (41,8%) e l’UDI Marcelo Santana (60%).

Nonostante le primarie di ieri, né dell’opposizione né del partito di governo, la definizione dei candidati per le elezioni di ottobre è risolta al cento per cento. Per questo motivo si prevede che a partire da questa settimana riprenderanno le trattative per stabilire i nomi dei candidati nei comuni dove non si sono svolte precedenti elezioni e dove finora non esiste un accordo.

All’opposizione, ad esempio, dove i partiti cileni Vamos negoziano patti per omissione con repubblicani, democratici, gialli e il PDG, anche se è già chiaro che Mario Desborde sarà la carta del settore per concorrere alla carica di sindaco di Santiago, mentre Sebastián Sichel lo faranno a Ñuñoa e Marcela Cubillos a Las Condes, ci sono ancora comuni emblematici in conflitto, come Maipú, Valparaíso, Viña del Mar, Recoleta e Concepción.

Anche se la situazione è più chiara nel patto tra il partito di governo e la DC, almeno a livello comunale, dove restano solo otto comuni da sistemare, la lotta principale resta nella definizione di una candidatura unica per il governatorato della Regione Metropolitana. , dove Dal PC e dai Regionalisti Verdi hanno sollevato concorrenti all’attuale autorità regionale, Claudio Orrego.

 
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