I deputati hanno approvato la Legge Basi: cosa dice su riforma del lavoro, deleghe e privatizzazioni?

La Camera dei Deputati della Nazione ha sancito la “Legge delle basi e punti di partenza per la libertà degli argentini”. L’iniziativa era stata approvata dal Senato 2 settimane fa, ma con modifiche, che hanno portato al ritorno del progetto alla Camera.

In questa nota vi raccontiamo come è andata la votazione, quale era la posizione di ciascun blocco e quali sono le chiavi di questa legge dopo le modifiche introdotte dal Senato.

Come ha votato ciascun blocco sulla Legge Base?

La Camera dei Deputati ha accolto le modifiche introdotte dal Senato con 147 voti favorevoli, 107 contrari e 2 astenuti.

Hanno votato a favore i 38 deputati de La Libertad Avanza, i 37 della PRO, 34 deputati dell’Unione Civica Radicale e 38 rappresentanti di partiti provinciali o federali.

Da parte loro, hanno votato contro 99 deputati dell’Unión por la Patria, i 5 rappresentanti del Fronte di Sinistra (FIT) e i 2 socialisti di Hacemos e Natalia de La Sota di Córdoba, che appartiene allo stesso collegio. Mentre Mónica Frade (CC) e Sergio Acevedo (Por Santa Cruz) si sono astenuti.

Poteri delegati all’Esecutivo: solo in 4 soggetti e per la durata di un anno

La proposta originaria del Governo nazionale dichiarava lo stato di emergenza e concedeva l’Esecutivo poteri delegati in 11 materie: economica, finanziaria, fiscale, pensionistica, sicurezza, difesa, tariffe, energia, sanità, amministrativa e sociale. La delega aveva una durata di 2 anni, prorogabile per altri 2 anni a discrezione dell’Esecutivo.

Nel progetto approvato dai Deputati, di quegli 11 temi ne sono rimasti solo 4: amministrativo, economico, finanziario ed energetico. E per un periodo di 1 anno.

Durante il periodo in cui dura la delega per determinate materie o per un’emergenza pubblica, il Presidente, con la sua firma e quella del Capo di Stato Maggiore, può esercitare funzioni legislative mediante decreti, purché siano rispettate le disposizioni stabilite dal Congresso nella legge di delegazione, le cosiddette “basi della delega”.

Approvato il Regime di Incentivazione dei Grandi Investimenti (RIGI).

Il RIGI stabilisce “incentivi, certezza, sicurezza giuridica e un efficiente sistema di protezione dei diritti acquisiti” per i “titolari di un unico progetto” di investimenti che superano i 200 milioni di dollari. Il periodo di adesione è di 2 anni dalla data di approvazione della Legge Base e il Potere Esecutivo può prorogarlo per un periodo massimo di un anno.

Come spiegato in questa nota, Il regime offre incentivi fiscali, doganali e valutari per 30 anni per attrarre grandi investimenti. Tra i vantaggi salienti per i progetti che aderiscono al regime normativo, c’è la riduzione dell’imposta sul reddito dal 35% al ​​25%, il rimborso accelerato dell’IVA e l’azzeramento delle ritenute per le esportazioni derivanti da questi investimenti.

La RIGI non potrà più essere applicata a nessun settore, come stabilito nel testo originario, ma era limitata ai seguenti ambiti: industria forestale, infrastrutture, minerario, energia, tecnologia, turismo, acciaio, petrolio e gas.

Le 6 aziende statali che possono essere privatizzate

Lui progetto originale contenuto un elenco di 41 aziende statali che sarebbero soggette a privatizzazione. Nella seconda versione presentata dal governo nazionale, il numero delle imprese è stato ridotto a 11 (YPF e Banco Nación, tra gli altri, sono stati cancellati dall’elenco). Quando il testo arrivò al Senato ne rimasero solo 9.

E dopo le modifiche della Camera AltaAerolíneas Argentinas, Correo Argentino e Radio y Televisión Argentina sono state ritirate l’elenco è stato ristretto a 6 aziende statali che sarà oggetto di privatizzazione: AySA SABelgrano Cargas, Treni argentinicorridoi stradali, Enarsa e Intercargo.

Riforma del lavoro: TFR e periodo di prova di 6 mesi

La Legge Base stabilisce che venga modificato il periodo di prova, che attualmente è di 3 mesi. Il termine è elevato a 6 mesi per le aziende con più di 100 dipendenti. Passa invece a 8 per le aziende tra 6 e 100 dipendenti e sale a 1 anno per quelle fino a 5 dipendenti.

Inoltre, viene creato un fondo facoltativo di fine rapporto a copertura delle retribuzioni, al quale i sindacati devono attenersi attraverso i propri accordi di contrattazione collettiva. E stabilisce che attraverso un contratto collettivo di lavoro il regime retributivo possa essere sostituito da un fondo di fine rapporto, il cui costo sarà a carico del datore di lavoro.

Al Senato, inoltre, è stato aggiunto un articolo che “configura l’infortunio grave sul lavoro, come causa oggettiva di risoluzione del rapporto di lavoro, la partecipazione a blocchi o sequestri di stabilimenti”. Questo articolo era stato incorporato nella versione dei Deputati, ma è stato eliminato nella seduta del 29 aprile. Il Senato lo ha rilanciato.

Questa riforma del lavoro comprende anche a tutela contro il licenziamento per discriminazione e consente la possibilità che un lavoratore autonomo possa contare fino ad altri “collaboratori”, senza generare un rapporto di dipendenza, per portare avanti un’impresa produttiva. Per questi casi viene creato un regime speciale unificato.

 
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