Il ministro della Difesa cinese Dong Jun ha avvertito questa domenica che i “separatisti taiwanesi” e le “forze straniere” che spingono per l’indipendenza di Taiwan dalla Cina finiranno per “autodistruggersi”.
Cina e Usa mantengono divergenze riguardo all’autonomia e allo status di Taiwan, che Pechino considera una provincia ribelle che non esclude un’invasione, mentre gli Stati Uniti sono impegnati a difenderne l’autonomia.
Dong, che venerdì ha incontrato il suo omologo americano Lloyd Austin, parallelamente al forum di difesa nella città-stato asiatica, ha assicurato che le forze straniere Essi “interferiscono” attraverso le leggi e la vendita di armi, oltre a mantenere “contatti ufficiali illegali”.
Mentre ha accusato il Partito democratico progressista, al governo e vincitore delle elezioni di maggio, di “cancellare” l’identità cinese di Taiwan e di “tagliare i legami storici, sociali e culturali” con Pechino.
“Il pericolo di divisione nazionale esiste (…) La Cina agirà con risolutezza per evitare qualsiasi tentativo di indipendenza”, osservò il soldato cinese.
Tensione nel Mar Cinese Meridionale
Durante il suo discorso, Dong lo ha sottolineato “alcuni paesi” diffondono “false storie” nel suddetto mare e dispiegano illegalmente missili nella regione, anche se senza menzionare espressamente le Filippine e gli USA.
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Dong ha inoltre assicurato che la Cina non ha mai usato la forza, nonostante il fatto che le navi cinesi abbiano sparato con idranti contro navi filippine in diverse occasioni nelle acque contese del Mar Cinese Meridionale, come mostrano le immagini diffuse da Manila.
EFE