“La mia ragazza ha bisogno di me e io ho bisogno di lei”


Il catalogo delle serie Netflix presenterà in anteprima il 26 aprile l’attesissimo ‘Il caso Asunta’, la produzione che affronterà il tragico omicidio della ragazza galiziana che sconvolse il paese quando i suoi genitori adottivi, Rosario Porto e Alfonso Basterra, divennero i principali sospettati dell’omicidio. crimine.

Netflix

Candela Peña e Tristán Ulloa interpretano la coppia protagonista di questa serie basata su fatti realmente accaduti ideata da Ramón Campos, Jon de la Cuesta, Gema R. Neira e David Orea, una storia che è stata già protagonista di uno dei vero crimine più inquietante realizzato in Spagna, ‘Il caso Asunta: Operación Nenúfar’, l’altra serie Netflix di soli 3 episodi a cui hanno partecipato Rosario Porto e Alfonso Basterra che dimostra che ‘Il caso Asunta’ non conta.

“Il caso Asunta: Operazione Nenúfar” (2017)//Netflix

Presentata in anteprima nel 2017 su Antena 3, questa trilogia che ora fa parte della lista dei migliori documentari vero crimine da Netflix, era diretto dall’ormai fondamentale León Siminiani (“Appunti per un film di rapina”, “Il caso Alcàsser”) e si concludeva con una lettera che lo stesso Alfonso Basterra scrisse dal carcere a Ramón Campos, produttore di quel titolo e uno di quelli responsabile delle docuserie attuali:

Caro signor Campos,

Nelle lettere precedenti vi ho trasmesso la rabbia e la rabbia che mi stanno distruggendo e divorando da tre anni. Rabbia e rabbia verso il gip, verso il pubblico ministero, gli avvocati della pubblica accusa, i media e, in particolare, verso la persona che ha posto fine alla vita della mia ragazza.

Ma questi sentimenti mi porterebbero inevitabilmente verso la follia e l’autodistruzione e questo è qualcosa che non posso e non devo tollerare, perché abbandonerei l’essenza di me stesso, di cui rimane ancora qualcosa e finirei per essere sconfitto da forze diverse da quelle Me.

Quindi, dopo averci pensato a lungo, ho capito che il perdono è la mia strada. L’unico modo possibile per restare sulla mia strada e superare questa grande sfida che il destino mi ha riservato.

Forse non ci crederai, ma dopo tante ore di meditazione ritengo che questa nuova direzione sia, oltre che corretta, quella definitiva. Non posso cadere in episodi di rabbia come quelli che ho vissuto di nuovo. Inoltre, sono giunto alla convinzione che tutti loro abbiano agito all’insegna della professionalità di cui erano convinti e secondo l’etica più pura. Totalmente sbagliato, ma senza infrangere la legge e senza alcuna intenzione di condannare per il gusto di condannare.

Rimarrete sorpresi, ma quando tra sei anni, almeno, avrò il terzo grado, invece di uccidere quelli menzionati, come avevo immaginato in tante occasioni, quello che voglio veramente è sedermi in una mensa con loro e discutere, se desiderano, cosa Cos’era quel processo?

Ma quello che non farò mai è chiedere loro perdono, anzi, sarò io a porgere le mie scuse per pensieri così terribili derivanti da una follia inimmaginabile che non auguro a nessuno. E per lo stesso motivo farò lo stesso con l’assassino di mia figlia, perché ora sono convinto che il suo gesto sia stato frutto di quella follia, poiché nessuno nel pieno uso delle proprie facoltà mentali commetterebbe una mostruosità del genere.

Per finire, faccio una confessione: quando riconquisterò la libertà, ho la ferma intenzione di scomparire, nessuno avrà più mie notizie, nemmeno Rosario Porto.

Ho solo una ragione per restare in vita, che non è altro che essere di nuovo un uomo libero e riunirmi con la mia ragazza, mai prima d’ora. Infatti ho già pensato al come e al dove, mi manca solo il quando ma arriva tutto.

La mia vera condanna non è il carcere, signor Campos, ma il fatto di non aver potuto aiutarla quando aveva più bisogno di me. È qualcosa per cui non potrò mai perdonarmi. Quindi, quando apprenderai della mia morte, ti prego di stappare una bottiglia di spumante e di brindare con i tuoi cari. Solo allora capirai che ho ritrovato la mia felicità. La mia ragazza ha bisogno di me e io ho bisogno di lei.

Cordiali saluti: Alfonso Basterra Camporro“.

Headshot di fotogrammi editoriali

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