Il dollaro è tornato ai prezzi precedenti al taglio dei tassi da parte della Banca Centrale e si prevede che continuerà a scendere

Il dollaro è tornato ai prezzi precedenti al taglio dei tassi da parte della Banca Centrale e si prevede che continuerà a scendere
Il dollaro è tornato ai prezzi precedenti al taglio dei tassi da parte della Banca Centrale e si prevede che continuerà a scendere

Contano 100 fatture 10/12/2010 REUTERS/Sukree Sukplang

Di pari passo con quella che sul mercato dei cambi si presume essere la normalizzazione della liquidazione dell’agricoltura, ieri il mercato ha recuperato volume e le quotazioni del dollaro hanno mostrato il maggior flusso di valuta estera. Il principale dollaro finanziario, il contante con regolamento, è sceso dell’1,6% e ha chiuso a 1.095 dollari, mentre il dollaro MEP o Borsa valori è sceso dell’1,4% a 1.048 dollari, riportando entrambi i valori al livello precedente all’aumento dei tassi applicato la settimana scorsa, quando la Banca Centrale La banca ha tagliato il tasso di politica monetaria di 10 punti percentuali.

Si è trattato del secondo calo in due settimane, dopo aver ottenuto scarsi risultati nella gara sul debito del Tesoro, con la quale si è interpretato che la decisione mirava a forzare maggiore liquidità per il Tesoro dal disarmo del debito degli investitori nei pronti contro termine della Banca Centrale. Insieme ad una serie di giorni in cui le condizioni meteorologiche ed eventi specifici come lo sciopero dei lavoratori petroliferi hanno influito sulle entrate in dollari provenienti dalle campagne, i prezzi sul mercato dei cambi sono stati sotto una maggiore pressione, che alla fine ha lasciato il posto ad una maggiore offerta di valuta estera. . Vale a dire, se, come previsto, il ritmo di liquidazione diventa più intenso, la tendenza dei prezzi tornerà ad essere al ribasso e, con ciò, il divario tornerà ai livelli minimi.

“A poco a poco stiamo iniziando a notare un volume maggiore di operazioni. Il MULC ha operato il 50% in più rispetto a ieri e ciò è stato evidente nel mercato dei cavi e dei MEP. La giornata è iniziata bene, a mezzogiorno c’è stato un leggero rimbalzo e verso la fine è sceso di nuovo. Termina la giornata alle 1090 CCL e 1048 MEP. Scambio intorno al 4%. Considerando come si è concluso il round, crediamo che domani potrebbe essere un altro giorno di ribasso per il tasso di cambio”, ha avvertito Nicolás Cappella, analista del Gruppo IEB.

Ieri il mercato ha scambiato 344 milioni di dollari, di cui 219 trattenuti dalla Banca Centrale, con un saldo per gli importatori di 125 milioni di dollari, che secondo Cappella indica la progressiva normalizzazione della liquidazione del raccolto, di cui c’è ancora molta strada andare. Infatti, l’ultimo aggiornamento della Borsa dei cereali di Buenos Aires indica che l’anticipo del raccolto di soia, già iniziato a maggio, si colloca ad appena il 36% della produzione prevista, il che significa un ritardo record, superato solo dai ritardi registrato quasi 10 anni fa, nel 2015.

“Ci si aspetta che questa settimana la liquidazione del settore agricolo comincerà ad accelerare. Ci auguriamo che l’offerta degli esportatori aumenti con la liquidazione del grosso e, di conseguenza, contenga il CCL grazie al regime dell’80/20%”, ha dichiarato ieri la società di consulenza finanziaria PPI, alludendo al “blend dollaro”. In questo senso, ha osservato che il dollaro finanziario è aumentato del 2,8% nell’ultima settimana, spinto dalla nuova riduzione dei tassi della BCRA e, soprattutto, dalla minore offerta degli esportatori su questo mercato. Le ipotesi degli analisti, basate in particolare sul maggiore arrivo di cereali al porto di Rosario, che ha ricevuto circa 8.000 camion nel fine settimana, hanno cominciato a trovare conferma nel giro di ieri.

Dati non meno importanti contribuiscono a stimolare questo processo: i prezzi dei cereali hanno iniziato a salire verso la fine della scorsa settimana in risposta alle avversità climatiche affrontate dal Brasile meridionale, che si traducono in una minore offerta sui mercati internazionali. Pertanto, la soia ha aumentato il suo prezzo del 7% a maggio, recuperando il terreno perduto ad aprile. Nonostante ciò, i prezzi rimangono al di sotto del livello dell’anno scorso.

 
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