‘Herencia’, una mostra che sfida la nostra visione dell’arte e del consumo

La Fondazione Madariaga presenta una mostra fino al 31 maggio “Eredità, progetto a 360°”una mostra che sfida la narrativa della perdita delle radici e propone un nuovo percorso verso la sostenibilità e la bellezza.

Re Abate, curatore della mostra insieme a Álvaro Alcazarracconta come il progetto gli sia nato dalle mani di Isabel Valdecasas e Felipe Lozano, “che sono persone molto interessate al riciclaggio, soprattutto Isabel, e il riutilizzo dei materiali. La prima cosa che ho detto è che l’idea mi piaceva, ma che dovremmo dimenticare il concetto di sostenibilità perché è strettamente associato al consumo, e pensando all’argomento abbiamo inventato la parola “patrimonio”, perché è più storica, e l’etimologia è bella, viene dal latino e significa essere uniti a qualcosa, e in più comporta anche lasciare l’eredità ai propri eredi. Da quell’idea abbiamo composto questa mostra collettiva in cui ogni artista colma un vuoto di consapevolezza su ciò che ci circonda e quale rapporto abbiamo tra ciò che abbiamo ereditato e la terra.”

Gli artisti che partecipano a questo collettivo provengono da generazioni ed estetiche diverse: Carlos Aires, César Barrio, María Carrión, Juan Gopar, Macarena Gross, Día Muñoz, Antonio Murado, Pim Palsgraff, Bárbara Pérez, Manuel Quintana Martelo, Andrei Roiter Dagoberto Rodríguez, Isabel Valdecasas e Cachito Vallés.

In mostra ci sono artisti che Lavorano con materiali recuperati, altri con pigmenti naturali, altri per ragioni tecniche con processi più artigianali e qualche tecnologia, ma senza lasciare che prenda il sopravvento sul prodotto finale. «Ho presentato anche artisti che volevano fare qualcosa con materiali locali: il fango di Lebrija, i sedimenti del Guadalquivir e infine la calce, perché sono cresciuto a Morón de las Frontera e sono legato a questo materiale.” Questo legame con la terra e le tradizioni locali aggiunge un ulteriore livello di autenticità e significato alla mostra, riecheggiando lo spirito del patrimonio che ne ispira il nome.

Nel campione il pezzi di Bárbara Pérez, artista e architetto madrileno che ha realizzato due pezzi sponsorizzati da Cumen, realizzati con malta romana, un tipo di malta di calce e un altro con calce naturale. “Lavora seguendo i libri di architettura di Vitruvio e crea i propri strumenti e le proprie fustelle fatte a mano”, afferma la curatrice.

Ci sono due pezzi di Dago Rodríguez del gruppo cubano ‘Los carpenteros’, un’installazione realizzata con anfore di argilla e un dipinto della serie solare, “una rappresentazione grafica del sole e dei fenomeni atmosferici realizzata con pezzi di Lego, perché di plastica”.

Non mancano anche opere realizzate con il vetro, come i pezzi presentati Giorno di Muñoz dell’Ecuador, “che soffia il vetro con un insegnante a Valencia, e lavora anche con prodotti naturali come il legno”. E per quanto riguarda il trattamento della luce, il lavoro di Cachito Valles, “che è come una riflessione multipla.”

Da evidenziare tra le installazioni, quelle dell’artista olandese Pim Palsgraaf, che è un collezionista di architetture industriali. “È un’enorme installazione di pezzi di legno recuperati, con una prospettiva architettonica impossibile, ed è molto impressionante, con effetti prospettici impressionanti”, afferma Reyes Abad.

Antonio Murado Ha portato un’opera della serie ‘the hay wagon’, realizzata con elementi tessili, e che ha realizzato nel New Jersey dove vive, “lavora con i tessuti, li tinge e li lascia all’aperto, e utilizza arazzi recuperati. ”

Per la sua parte, Carlos Aires presenta un pezzo della serie ‘Telediario’ realizzata con pezzi iconici delle stoviglie Cartuja, che riflette sull’eredità interna, “il contrasto per cui quando mangi qualcosa di piacevole, vedi tragedie e notizie contrastanti in televisione”.

Ma il curatore ha voluto che la mostra avesse anche pezzi ‘scomodi’, come l’opera portata dal veterano, Juan Gopar, «che ha realizzato alcune case con i resti di canoe recuperate dai magazzini della Guardia Civil. “Questo riciclaggio è qualcosa che questo artista fa da quarant’anni.”

  • Dove: Fondazione Valentín de Madariaga e Oya

  • Indirizzo: Avenida de María Luisa, s/n

  • Quando: dal 10 aprile al 31 maggio

  • Orari: dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 14:00 e dalle 17:00 alle 20:00. Sabato dalle 10:00 alle 14:00

  • Prezzo: ingresso gratuito

‘Herencia’ si annuncia come una mostra che può essere “un’esperienza unica e trasformativo per tutti coloro che lo visitano. Sfidando le nostre percezioni sull’arte, sul consumo e sull’ambiente, ci invita a riflettere sul nostro ruolo di custodi del nostro patrimonio culturale e naturale e ci ispira a lavorare insieme verso un futuro più sostenibile e bello per le generazioni a venire.”

 
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