La bellezza della settimana: “Ansonia”, di Richard Estes

La bellezza della settimana: “Ansonia”, di Richard Estes
La bellezza della settimana: “Ansonia”, di Richard Estes

“Ansonia” (1977), olio su tela, 122,2×152,4 cm (Whitney Museum of American Art)

Riccardo Estes (1932), uno dei massimi esponenti del fotorealismo americano, è noto per la sua meticolosa rappresentazione dei paesaggi urbani, in particolare quelli di New York. Dalla metà degli anni Sessanta iniziò a catturare la vita della metropoli in dipinti famosi come cabine telefonichein cui ha trasformato diverse fotografie di stand all’incrocio tra Broadway Street, Sixth Avenue e 34th Street in un motivo pittorico complesso e realistico.

Nei suoi dipinti, Estes sviluppa uno studio dettagliato del vetro, che aggiunge un certo grado di complessità e confusione grazie alla sua capacità di riflettere e trasparente allo stesso tempo. Questa caratteristica ispirata alla tecnica del inganna l’occhio Costringe lo spettatore a impegnarsi in un’osservazione profonda per catturare tutti i dettagli della scena raffigurata, che possono includere riflessi nitidi e distorti sulle superfici metalliche. “Penso di aver iniziato a usare i riflessi per dare una qualità più astratta ai dipinti, per farli sembrare meno una foto”, ha spiegato della sua ossessione per le superfici riflesse.

L’artista americano crea le sue opere combinando e comprimendo più fotografie, regolando elementi come l’altezza degli edifici e la posizione degli oggetti per ottenere la composizione finale desiderata. Questa tecnica sottolinea la precisione e l’impegno esaustivo che Estes investe nei suoi dipinti, che sono evidenziati dalla visibile assenza di pennellate, che ad occhio nudo sembrano fotografie.

“The Candy Store” (1969), olio e acrilico su tela, 121,9 × 174,9 cm (Whitney Museum of American Art)

“La sua finestra è una fotografia”, dice Jessica May, curatrice di una mostra di Estes qualche anno fa allo Smithsonian American Art Museum di Washington. Questo artista lavora così: esce con la sua macchina fotografica e cerca di catturare un paesaggio urbano da varie prospettive. Non sono foto tradizionali. C’è una ricerca. Il suo interesse specifico è per la luce rifratta causata da vetri, pozzanghere d’acqua e specchi. È anche il tempo: la città con i suoi manifesti, le sue architetture, i suoi marchi, le sue mode.

In molti dei suoi dipinti, come Ansonia, Estes ricrea perfettamente l’esperienza di vedere un negozio e guardare nella vetrina mentre si cammina per strada. La precisione del dipinto ha portato molti a confonderlo a prima vista con una fotografia a colori, tuttavia l’artista riesce a rappresentare ogni dettaglio con una messa a fuoco precisa che non è possibile né per la macchina fotografica né per l’occhio umano. La colonna di pietra che occupa il centro dello sguardo espone i due lati del dipinto in simmetria, ma permette anche a Estes di prendersi piccole libertà pittoriche che si rivelano nel riflesso della vetrata.

L’Ansonia, un antico albergo costruito nel 1899, è uno degli edifici storici di New York. Nel dipinto possiamo vedere la sua iconica facciata verso lo sfondo, proprio accanto alla colonna. Estes lo lascia fuori dalla superficie riflessa della vetrata, dove compaiono invece una serie di decalcomanie. Riconosciamo anche il badge della carta Visa, che impedisce la riflessione del McDonald’s. Come in molti altri suoi dipinti, non ci sono quasi figure umane, cosa quasi impossibile nella vita diurna di Manhattan.

“Columbus Circle di notte” (2010)

“Non puoi vedere i miei dipinti nelle riproduzioni”, osservò una volta Estes. E l’originale ha un’importanza molto maggiore rispetto ad altri stili. Le riproduzioni di questi dipinti non ci permettono di apprezzare le pennellate – il tocco umano – quindi l’iperrealismo accelera a tal punto che nessuno potrebbe dire che si tratta di un’opera realizzata con pittura ad olio. La vera magia avviene quindi quando questi dipinti vengono apprezzati dal vivo in una mostra. Lo spettatore davanti all’opera: il momento culminante dell’arte.

Oltre a Estes, altri artisti sono rilevanti nel movimento fotorealista, come Don Eddy, John Salt, Ralph Goings, Robert Cottingham E John Kacere. Osservando le sue opere da lontano, l’aspetto fotografico e la precisione dei dettagli rendono praticamente invisibile anche il tocco umano delle pennellate. Questo stile artistico, emerso alla fine degli anni ’60 negli Stati Uniti, continua a sorprendere per la sua tecnica e profondità.

 
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